
TUTTI I LIBRI DI MARIO PACELLI
Mario Pacelli è docente di Diritto pubblico nell’Università di Roma La Sapienza, per lunghi anni funzionario della Camera dei deputati. Ha scritto numerosi studi di storia parlamentare, tra cui Le radici di Montecitorio (1984), Bella gente (1992), Interno Montecitorio (2000), Il colle più alto (2017). Collabora con il «Corriere della Sera» e «Il Messaggero».

TUTTI I CONTRIBUTI DI MARIO PACELLI PER IL MONDONUOVO.CLUB
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I DOCUMENTI DI MUSSOLINI
Nessuno è finora riuscito a dare una risposta definitiva al quesito, così come non si è mai riusciti ad accertare quali e quanti . documenti furono consegnati a Rachele Mussolini dal marito, nel momento in cui si separò da lei a Villa Macherio, ultima sua residenza a Como. La moglie di Mussolini in un’intervista a “Tempo illustrato” del 1947 dichiarò che le carte in suo possesso erano scomparse.
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UNA EREDITÀ FASCISTA ESISTE DAVVERO?
Fascismo e monarchia a braccetto, una diarchia efficientemente espressa dal conferimento ad entrambi, dopo la guerra di Etiopia, del titolo di “Maresciallo dell’Impero”: avanti insieme per la strada della soppressione di ogni spazio di libertà individuale intesa come pericolo per il monolitismo dello Stato fascista, via alle polizie speciali ed ai Tribunali speciali per la difesa del regime, difesa della razza, alleanza con la Germania nazista, partecipazione ad una guerra rovinosa che segnerà la fine del regime.
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LE PAROLE DELLA POLITICA NON SONO PIETRE
L’attività politica è fatta di azioni, ma anche, e forse soprattutto, di parole: è con le parole infatti che si cerca di aggregare nella società il consenso a proposito delle cose da fare, degli obiettivi da raggiungere, di ciò che occorre modificare per rendere migliore la condizione dei cittadini e dei gruppi sociali. Le parole […]
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BACHELET
Il suo assassinio è da collocare nel contesto di una vicenda che aveva avuto inizio nel 1976, quando il 17 maggio si era aperto presso la Corte d’assise di Torino il primo grande processo contro le Brigate rosse, con ventitre brigatisti rinviati a giudizio, di cui undici detenuti. Tra gli imputati vi erano alcuni dei capi storici dell’organizzazione, come Curcio, Franceschini e Gallinari.