
Dirige l’Accademia Unidee della Fondazione Pistoletto, dove insegna Filosofia dell’arte. All’Istituto superiore per le industrie artistiche (ISIA) di Roma è titolare della cattedra di Sociologia del cambiamento e Teoria dei linguaggi multimediali.
Da giovanissimo inizia a confrontarsi con la tecnica e attraversa la parabola della Theory fiction tra creazione di programmi accademici, imprese e sofisticate macchine audiovisive, quindi appassionandosi di Filosofia della tecnica (a cui però vi unisce l’ecologismo).
Ha scritto Il Dramma Televisivo, l’autore e l’estetica del mezzo (meltemi, 2006), Fragile, un nuovo immaginario del progresso (meltemi, 2020) e Le Somiglianze del vero, (lerudita 2019).

I CONTRIBUTI DI FRANCESCO MONICO
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LA SEDIA A DONDOLO PER I CRETINI
Venezia è la meno latina delle città d’arte italiane, originalmente veneto-bizantina ha simpatia per l’Austria ancor che la Francia, essa è esteriormente mediterranea ma intimamente nordica con la sua specialità delle isole Lofoten, il baccalà.
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LA MACCHINA CHE FUNZIONA DA SÉ (IVAN ILLICH E IL VASO DI PANDORA)
FRANCESCO MONICO “La nostra società assomiglia a quella macchina insuperabile che ho visto una volta a New York in un negozio di giocattoli. Era uno scrigno metallico, che, premendo un pulsante, si apriva per mostrare una mano meccanica le cui dita cromate si protendevano verso il coperchio, lo abbassavano e lo chiudevano a chiave dall’interno.…
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CAPITALISMO E TECNICA
Con la caduta del muro di Berlino nel 1989, con le cadute delle ideologie nel postmoderno, è restata l’unica opzione ed è calata anche una rassegnazione tale per cui il “non ci sono alternative” pronunciato dal primo ministro inglese Margaret Thatcher, è stato introiettato così profondamente nell’intelletto comune da diventare l’illusione di un “fatto naturale”.[3]