GLI STRAUSS

JOHANN STRAUSS FIGLIO 1825 – 1899

Papà era stato eletto Padre del Valzer; lui sale più in alto e ne diventa il Re (“Il Bel Danubio Blu”, che altro serve?) In una inchiesta dell’epoca risulta il più popolare personaggio di tutta l’Europa, preceduto solo dalla Regina Vittoria e da Bismarck.

A diciannove anni richiede al Municipio di Vienna l’autorizzazione a “guadagnarsi da vivere come direttore d’orchestra” La ottiene, inizia con un gruppo di 24 musicisti e si scontra subito con i maneggi del padre che continua ad opporsi al suo lavoro. Molti locali di Vienna non osano scritturarlo perché il veto del vecchio fa paura.

Solo il Casinò Dommayer rischia e il 15 ottobre 1844 organizza il primo concerto dell’orchestra di Johann Strauss Figlio. Il padre manda alcuni osservatori per sapere come andrà e magari disturbare. Il pubblico incuriosito riempie la sala in un attimo. In programma ci sono ouverture di opere famose, composizioni originali di Strauss figlio e per concludere con un gesto di omaggio, un valzer del padre.

La serata è un successo clamoroso. Alcuni brani sono bissati fino a diciannove volte. I disturbatori, venuti per fischiare, alla fine applaudono insieme al pubblico. I locali che lo avevano rifiutato per paura di offendere il padre ora gli aprono le porte e subito si formano due partiti: il passatista che sostiene il padre, il modernista fatto di studenti di Vienna e delle minoranze nazionaliste dell’Impero che appoggia il figlio, il quale li ricambia con titoli come: ”I Giovani Viennesi”, “Valzer Ceco”, “Quadriglia Serba”, “Pot-pourri Slavo”.

Questa guerra di famiglia ha anche dei momenti comici: papà Johann è da tempo Direttore della Musica del Primo Reggimento Cittadino. Johann figlio ottiene la stessa carica nel Secondo Reggimento e così succede che a volte i due si trovino a marciare fianco a fianco in piazza d’armi.

Ma ci sono anche i momenti storti: il giorno dopo l’incoronazione dell’Imperatore Francesco Giuseppe, Johann Figlio commette l’imprudenza di dirigere in un concerto pubblico la vietatissima Marsigliese. Arresto immediato, segnalazione alla polizia e una bella frenata per la carriera.

Nel ‘49 muore Johann Senior e il figlio finalmente sale sul podio dell’orchestra paterna in un concerto in memoria del defunto. Qualche resistenza da parte degli orchestrali, ma alla fine vince lui e diventa l’unico Strauss della città.

Durante il carnevale Johann Figlio, ormai famoso, si trova a dirigere contemporaneamente tre orchestre in tre locali diversi fra cui si sposta in carrozza con apparizioni fulminee per dare l’impressione di essere dappertutto.

Ma anche la resistenza di uno Strauss ha un limite, così nel 1853 ha un collasso da superlavoro e si deve fermare. Da questo momento lo Strauss unico diventa doppio perché il fratello Josef, avviato a una bella carriera di ingegnere ma con ottima conoscenza della musica, viene assorbito nella ditta e messo al lavoro. E quando anche lui si trova sopraffatto da tutti quegli impegni, diventa trino perché in ditta entra anche Eduard, un altro fratello, destinato alla diplomazia ma catapultato a forza sul podio.

Nel 1861 la valanga Strauss tutto travolge quando i tre fratelli con le loro orchestre si esibiscono insieme in una galoppata-monstre suonando fra gli applausi tutto il loro repertorio di valzer, polke e marce. Il quale repertorio ormai si è guadagnato il diritto di abbandonare le birrerie ed entrare in sala da concerto.

Quella stessa sala, il Musikverein, dove, ancora un secolo e mezzo dopo, si festeggia il capodanno con il pubblico che batte il tempo sulla Radetzky Marsch e sogna con il Danubio Blu.

Nel ’70 Josef muore. I due superstiti cominciano a litigare e Eduard accusa Johann di averlo ammazzato di troppo lavoro.

Il lavoro invece non è mai troppo per Johann, che nella sua fissazione efficientistica accetta contratti a condizioni decisamente non sindacali.

La linea ferroviaria russa Pietroburgo – Pavlovsk (rinomatissimo centro turistico) ha un teatro, appunto a Pavlovsk, nel quale, nei tre mesi estivi, tutti i giorni dalle 19 alle 22, quando parte l’ultimo treno, c’è un concerto per intrattenere i viaggiatori in attesa; un’idea davvero carina che piace molto ai nobili passeggeri.

Bene, Strauss firma un contratto per partecipare con la sua orchestra a queste serate nel teatro di Pavlovsk, tutte le estati, per tre mesi, per undici anni, con enorme successo, conquistando l’alta società russa e approfittandone per presentare nuove composizioni, fra cui la Marcia dell’Incoronazione dedicata allo Zar Alessandro II, il quale, quando può, prende il suo trenino da Mosca e lo va ad ascoltare. Verso la fine dell’impegno Johann bara un poco facendosi sostituire ogni tanto dai suoi fratelli.

Nei momenti liberi corre a Parigi per l’Esposizione Universale e lì dirige una sfilza di serate, lanciando in Francia il suo Danubio Blu che gli guadagna la Legion d’Onore.

Poi a Londra, dal 15 agosto al 26 ottobre 1867 si sfianca in sessantatré concerti alla Royal Italian Opera House. Il Times commenta: “Strauss dirige con il violino in mano e lo fa con trascinante vivacità”.

Nel ’72 parte per Boston dove ha un impegno per 14 concerti per i quali ottiene, anticipato, il colossale compenso di 100.000 dollari. Nell’enorme Coliseum, dirigerà un’orchestra di 1.500 elementi con un coro di 16.000 voci e una batteria di cannoni, per un pubblico di centomila spettatori, compreso il Presidente Grant.

Da una sua lettera all’amico Schnitzer al quale racconta la sua esperienza: “ E’ stata la cosa più incredibile che mi sia capitata…una schiera infinita di panche per gli oltre centomila spettatori…neppure con un cannocchiale si vedevano l’orchestra e i coristi…e tutto questo io lo dovevo dirigere. Mi erano stati messi a disposizione cento sottodirettori, ma io riuscivo a vedere solo quelli più vicino. Non c’era assolutamente da pensare a una esecuzione artistica, a sfumature e cose simili. Se mi fossi rifiutato di dirigere avrei probabilmente rischiato la vita. E così mi trovai sul podio più alto. Cominciò uno spettacolo infernale che non dimenticherò finché campo! Avevamo iniziato abbastanza contemporaneamente e grazie a Dio riuscimmo a finire tutti insieme. Gli ascoltatori urlavano la loro approvazione e io tirai un respiro di sollievo quando mi ritrovai di nuovo all’aria aperta e con i piedi per terra.”

I trionfi continuano, ma certo è impossibile ripetere un’esperienza simile. Fa un ultimo viaggio in Italia come direttore, poi affida la bacchetta ad Eduard, il fratello superstite, e si dedica a scrivere (ma ogni tanto ancora dirige) operette, in concorrenza con un collega altrettanto bravo e spiritoso: Offenbach. E produce capolavori come Lo zingaro Barone e il Pipistrello.

Un riconoscimento finale per Strauss è l’ammissione come socio onorario alla Società degli amici della musica dove si trova in buona compagnia: Brahms, Bruckner, Liszt, Verdi, Wagner, anche se ormai ha un’età e molti di quegli amici cominciano ad andarsene.

Il 22 maggio 1899 Strauss è sul podio a dirigere all’Opera di Corte il suo Pipistrello. Ha un attacco di vertigini, lascia l’esecuzione, si mette a letto e poco dopo se ne va anche lui.

Quel giorno il maestro Eduard Kremser sta dirigendo un concerto di musiche di Strauss Padre. Qualcuno si avvicina al podio e gli mormora la notizia. Kremser ferma l’orchestra, fa sostituire gli spartiti e attacca le prime note del Danubio Blu. Il pubblico capisce.

Supplemento agli Strauss

RICHARD STRAUSS 1864 – 1925

C’è ancora un altro Strauss, Richard; nessuna parentela ma l’omonimia suggerisce di citarlo qui. Famoso per le sue opere e i poemi sinfonici, ma soprattutto famosissimo per il “Così parlò Zaratustra” di Odissea nello Spazio.

E’ figlio del primo corno dell’Orchestra di Corte di Monaco, e della signorina Pschorr, rinomata birra bavarese. Comincia presto e raggiunge il successo soprattutto con alcune sue opere: “Elektra”, “La donna senz’ombra”, “Salomè”; ritirata quest’ultima dai palcoscenici americani su richiesta della Chiesa per via della scandalosa scena in cui la protagonista bacia la testa mozzata del Battista.

E’ sospettato di simpatie naziste, ma bisogna anche considerare che all’epoca se si voleva lavorare era impossibile non sporcarsi le mani. Sospetto fu anche, nel giorno del suo compleanno il regalo ricevuto da di Hitler: una foto con dedica.

Importante il suo lavoro per il riconoscimento della figura professionale del compositore, equiparato per la prima volta a un medico o un avvocato (fatto all’epoca di estrema avanguardia) e quindi col diritto a partecipare agli utili della propria opera.

Con questo obiettivo fonda nel 1903 un sindacato per la tutela dei diritti dell’autore.

Naturalmente per questo suo lavoro, a beneficio di sé stesso, certo, ma anche della categoria, è immediatamente accusato di affarismo e avidità.

Il gregge rimane stupido anche quando lavori per proteggerlo.


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