MA ESISTE IL MALE?

Si tratta di una questione che ci trasciniamo dietro da millenni. Di fatto dalla sconfitta del politeismo.

Quella dottrina aveva il vantaggio di riferirsi a un universo in cui le molte Divinità non erano necessariamente buone o giuste.

Anzi, esse portavano con sé tutti i difetti e le cose brutte degli uomini, giustificando in tal modo i comportamenti, anche negativi, che sono tipici della nostra specie.

Le stesse dinamiche che agitavano il mondo superuranio si svolgevano, pari pari, sulla Terra. Violenze, congiure, tradimenti caratterizzavano, insieme ad amore, amicizia e fedeltà, il mondo degli uomini al pari degli Dei.

E dunque gli uomini, come è stato più che autorevolmente scritto, si sentivano ed erano liberi.

Con il Dio unico, Creatore e Signore del Cielo e della Terra, tutto è cambiato.

Egli è, per definizione e per riconoscimento dei fedeli, il portatore e l’autore del Bene e della Giustizia.

Ha creato a suo tempo un mondo perfetto che è stato aggredito dal Male, non derivante da una sua iniziativa.

Che la causa di questo pervertimento sia stata la ribellione degli angeli infedeli o chissà che altro poco importa.

Il Male, da sempre presente nella Storia dell’Umanità, ha trovato una causa e un sostenitore diffusore.

Mefistofele scommette di poter “traviare” il dotto Faust e arriva sino ad un passo dal riuscirci, ma tutti noi sappiamo che non sempre va a finire così bene.

La attribuzione di una responsabilità (di una causa) ci solleva un poco ma non ci aiuta a definire l’essenza del Male e, soprattutto, vacilla di fronte alla storicizzazione dello stesso oggetto.

Il Male cambia nel divenire dei secoli e nella coscienza di chi lo agisce, spesso per finalità ben diverse.

I terroristi islamici che si schiantano, l’11 Settembre 2011, contro le Torri Gemelle non si considerano affatto malvagi.

Sacrificano anche la loro esistenza nel nome di un ideale di giustizia e speranza che giustifica, dal loro punto di vista, quell’atto che noi consideriamo ignobile.

Il Vescovo Cirillo che, attorno al 412, permise che venisse scuoiata viva Ipazia di Alessandria che pagava così la sua libertà di pensiero, era ben sicuro di operare per il bene della Chiesa e dell’Umanità tutta.

E del resto, come dar loro convintamente torto? Cirillo venne proclamato Santo e sono abbastanza certo che gli assassini di New York siano venerati in Patria e considerati come eroi.

Insomma, i concetti di Bene e di Male appaiono talmente diversificarsi nel corso del tempo e dello spazio da farci vacillare.

Ci rimarrebbe soltanto, a quel punto, di rifugiarci in una dimensione totalmente etica.

Essa sarebbe però di carattere strettamente individuale e, nonostante i prodigiosi sforzi di Emanuele Kant, difficilmente potrebbe produrre norme e organizzazione sociale.

“Il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me”

Bello, bellissimo, ma il Male cosa è?

Il rischio è quello di cadere in una forma di relativismo che predica la non giudicabilità delle azioni dell’uomo.

Va benissimo quando si parla di culture, abitudini, tradizioni e forme di letture del mondo.

Del resto non sembra che i poveri aztechi con i loro sacrifici umani fossero peggiori degli uomini di Cortes che si applicavano talmente bene a massacrarli.

Ma sinceramente viene abbastanza difficile accettare l’idea che il Bene e il Male siano entrambi relativi rispetto a un momento o a una situazione.

Oggi presumiamo che picchiare i propri figli per punirli se sbagliano ed educarli sia profondamente sbagliato.

Ma, poiché ciò è certamente successo sino a ieri (e probabilmente succede ancora) cosa dobbiamo pensare dei nostri nonni nella loro qualità di genitori? Penseremo che erano cattivi?

Insomma, è una partita difficile.

Una cosa forse, però, si può dire.

La forma più perfetta e terribile del Male è quando esso si presenta nella sua purezza, privo di finalità effettive.

A metà febbraio del 1945 la guerra volgeva verso la fine. La Germania stremata stava per arrendersi.

Non vi era alcun bisogno di radere al suolo Dresda, una delle più belle città del mondo, come fecero inglesi e americani.

Con la motivazione di dover consumare le bombe fabbricate e portate in Europa si “giustificò” la morte di diverse decine di migliaia di persone.

Quando Stalin decise di affamare e distruggere il popolo ucraino i suoi fedeli Beria e Molotov gli spiegarono che quella terra era il granaio della Russia e che Mosca sarebbe restata senza pane.

La reazione del dittatore fu di ordinare che ai contadini ucraini venissero sottratti anche i semi necessari per il raccolto futuro.

Male senza logica, Male allo stato puro ma evidentemente portatore di un suo fascino visto che ai nostri giorni qualcuno da Mosca continua a perseguire quel sogno.

Non è facile capire dove si annida questo Male inutile e per quale motivo esso ogni tanto riemerge.

È un errore confonderlo con le strettoie drammatiche ed ingiuste cui spesso la vita ci stringe e costringe.

Esso sfugge alla ragione di Stato. Sfugge alla logica degli ordini ricevuti e del dovere che spesso giustifica anche le cose malvagie che ci capita di dover fare.

Il Male fine a se stesso non si fonda sulla vendetta.

Non nasce dai momenti di rabbia o d’ira, non proviene da quell’eccesso di difesa che talvolta ci travolge.

Non ha una base logica o di appartenenza.

Non produce nulla e non determina vantaggi per alcuno.

Non ha spiegazione se non in se stesso e nel piacere (?) che ne ricava chi lo attiva.

Questo Male Inutile (chiamiamolo ancora così) si annida negli interstizi della Storia umana e delle storie degli uomini.

Come gli oggetti abbandonati in un cassetto vive in silenzio e, forse, aspetta.

Aspetta che nella coscienza di un uomo si sedimentino sentimenti di sofferenza e disillusione, di fastidio e di sconfitta, di indifferenza e di agnosticismo.

Come in un brodo primordiale questi elementi (peraltro costitutivi della nostra normale esistenza) debbono amalgamarsi e sciogliersi fra loro sino a diventare una unica e terribile minestra.

Deve, soprattutto, prevalere l’agnosticismo. Deve vincere e insaporire il tutto l’idea perversa che l’Uomo non ha alcun rapporto con l’Assoluto, che non lo può capire e rispettare, che non ha un Fine né collettivo né individuale.

A quel punto il Male Inutile vince e prevale nella vita personale come nei grandi eventi storici.

Nessuna specie animale, tranne la nostra, conosce e pratica minimamente il Male Inutile. Nessun altro animale uccide o colpisce senza un fine preciso che sia il cibo o la difesa di se stessi e della specie.

In nessun altro animale la sofferenza conduce sino al Male per se stesso.

Può darsi dunque che le altre specie siano stabilmente in contatto con l’Assoluto e noi non ce ne rendiamo conto.

Oppure può darsi che la ricerca dell’Assoluto sia comunque la caratteristica della specie umana e, magari, che valga ancora e per sempre il pensiero di Blaise Pascal.

“Tu non mi cercheresti se non mi avessi già trovato”.

Speriamo, speriamo.

Ndt.: L’immagine di copertina è dal film Il Maestro e Margherita con U. Tognazzi del 1972 Diretto da Aleksandar Petrovic


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