“PACE&PIÙSALUTE” VS “GUERRA&MENORICERCA”

Il conflitto fra Ucraina e Russia

Il titolo è ovvio,ma drammatico.

Il conflitto fra Ucraina e Russia deve trovare la pace non solo per le vittime ed i danni di ogg,ma anche per le vittime delle mancate terapie dell’oggi e del futuro come conseguenza della “guerra&menoricerca” .Si deve trovare “pace&piùsalute” ed in questo futuro ci siamo anche noi.

Infatti si sta generando un grande vulnus,per esempio, per i malati oncologici , cardiologici ed altre patologie.

La guerra ha quasi fermato la ricerca clinica per nuovi farmaci di cui l’Ucraina era polo per gli studi clinici e farmaceutici( 257 studi attivi di cui 117 sul cancro).Era luogo di sperimentazione molto avanzato. 

La guerra ha costretto i ricercatori a tutelarsi anche con una delocalizzazione degli esperimenti ed è facilmente intuibile che ci sono rallentamenti ed anche cancellazione di esperimenti.

La guerra che continua blocca la ricerca.

 Alcuni pazienti partecipanti a studi sperimentali non hanno risposto alle sollecitazioni di continuare.Alcuni si sono allontanati dall’Ucraina.

Le aziende farmaceutiche sono combattute: lasciare la sperimentazione clinica che si svolge in Ucraina o mantenerla in loco?Il che comporta rischi di incolumità per i ricercatori. 

Anche in Russia c’erano sperimentazioni in essere(erano 577 quelle attive nel 2022). Sono state bloccate indirettamente dalle nazioni con le sanzioni;.per esempio i conti correnti delle banche russe sono bloccati e quindi non si possono pagare i ricercatori 

Molti farmaci sono in “fase tre” di sperimentazione.Lo stop implica un ritardo nel processo di autorizzazione e quindi di immissione sul mercato per i pazienti

Molti materiali per la sperimentazione sono a Kiev e sono bloccati nella distribuzione ai vari siti di sperimentazione. 

Ovviamente il “discorso si allarga” ed infatti ci si lamenta del fatto che si parla poco di pace e molto di costi;è vero ma,ci sono,oltre ai costi economici, anche i costi di salute e vita dei pazienti che hanno un valore maggiore per l’uomo.

Nelle ricerche farmacologiche ci sarà un “prima ed un dopo” l’inizio del cpnflitto perché le cartelle cliniche dei pazienti della ricerca sono state spesso distrutte(non solo quelle cartacee,ma anche quelle digitali) ed inoltre c’è un problema di logistica ;infatti è quasi impossibile spedire campioni biologici dall’Ucraina e far arrivare prodotti medici sperimentali dagli sponsor”. Molti dei materiali necessari per gli studi clinici si trovano in zone di combattimento, “quindi è quasi impossibile ottenere quei materiali, anche se ora si trovano in Ucraina”.

Merck (il7% delle ricerche attive era in Ucraina e Russia), Roche(aveva 33 studi globali in atto), Pfizer, AstraZeneca ed altre aziende farmaceutiche hanno in parte sospeso la ricerca e la sperimentazione di nuovi farmaci ed hanno anche indebolito il sistema sanitario ucraino che in parte si reggeva anche su questi investimenti e sulle cure per la popolazione ucraina tramite la ricerca e la sperimentazione.C’era una sussidiarietà del sistema sanitario ucraino.

Nell’ambito della sanità in Ucraina un’arma santificante e virtuosa può essere quella delle donazioni finanziarie e “in kind”tale per cui, dopo aver inviato pacchi pieni di ogni cosa maglioni pesanti, cappelli, sciarpe, pannolini per bambini e pannoloni per anziani, lacci emostatici e così via, ci si è focalizzati sulla raccolta di danaro utile per poter dare dei servizi sanitari I soldi hanno una caratteristica:si possono usare per qualsiasi cosa, in qualsiasi momento ,in qualsiasi luogo e quindi si può adottare il “Multi purpose Cash Assistance”. Ormai sono molto frequenti le piattaforme ove è possibile donare risorse economiche alle associazioni e alle organizzazioni non profit,agli istituti di ricerca , ma anche a comuni che assistono gli immigrati e che organizzano degli invii di farmaci.

Quindi realtà, come la Croce Rossa ,Save the children,Medici senza Frontiere, Fondazione Francesca Rava, SoleTerre e tante altre organizzazioni più o meno note, sono oggi impegnate nella raccolta di danaro o nella strutturazione di progetti per cause sanitarie.

Nel concreto ,per esempio,la Fondazione Rava ha svolto servizi di emergenza sanitaria offrendo un valore aggiunto  di azione: la velocità di esecuzione ovviamente in accordo con la Farnesina,Minsalute e con le altre istituzioni nazionali ed internazionali.

Inoltre ha sviluppato la logistica con basi in loco (si veda Ucraina)e la capacità di leggere i bisogni/domanda della gente e sviluppare la tracciabilità delle azioni. Per non essere ridondante e sprecare risorse. In questi momenti si muovono molti soldi generosi, ma è importante spenderli bene e salvare le vite umane; in seguito viene la ricostruzione ma dopo un anno. Anche Medici senza Frontiere è impegnata in ospedali quasi sul fronte di guerra.  

C’è una rete di fornitori medicali a prezzi di favore; Federfarma e d altre associazioni industriali  hanno dato aiuti velocemente.Prassi non burocratica, ma efficiente. 

Inoltre avendo la capacità di lettura del contesto in cui si opera e per la prossimità dei canali di destinazione, sono stati inviati farmaci per una medicina emergenziale specifica.

Il dato è che si ha a che fare con medici del primo mondo,cioè abituati a gestire una sanità non per far sopravvivere, ma per far stare bene.Quindi farmaci contro il diabete,contro l’ipertensione.ecc..  

Le parole chiave degli interventi sono velocità,appropriatezza e gestione della filiera delle forniture.  

In Ucraina Fondazione Francesca Rava porta aiuto sanitario agli ospedali, nelle strade e offre sostegno organizzando in Italia l’accoglienza dei profughi.Continuando la sua vocazione pediatrica(si ricordi Haiti) ed allargando l’attività a servizi sanitari ed assistenza agli adulti si è attivata localmente per le necessità più urgenti. 

“La nostra guida è il primario dell’Ospedale Pediatrico della Bukovnian State Medical University di Chernivtsi, il Dottor Oleg Bodnar. Bodnar è un chirurgo pediatra volontario della Fondazione Rava e ha compiuto diverse missioni all’Ospedale St. Damien in Haiti” sono le parole di Mariavittoria Rava,presidente della fondazione.

“Curare molti feriti tra civili e soldati ed in particolare tra i bambini ricoverati negli ospedali pediatrici è il nostro dovere” . 

Ospedali bombardati,materiale medico distrutto o fuori stock per l’impossibilità di approvvigionamento( anche i farmaci antidolorifici sono fuori stock). 

Mancano anche i farmaci normalmente somministrati a pazienti in cura nei reparti oncologici, tra cui anche molti bambini.   

 Per questo è importante mandare rifornimenti tempestivamente per poter garantire con velocità di fornitura. 

L’ assistenza sanitaria ai soldati feriti ed ai civili di tutte le età qui ed oggi. 

Acquistare e inviare strumenti chirurgici, kit di pronto soccorso, elettrocoagulatori, monitor per i parametri vitali, antibiotici, anticoagulanti, ferri chirurgici, ellettrobisturi, tourniquet(lacci emostatici perché le bombe a grappolo seminano ferite ad ampio raggio), coperte ipotermiche.

Ancora una volta sentimento,altruismo e concretezza di risorse operative.

“Pace&piùsalute” vs “guerra&menoricerca”.


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