COME LA DIVINA (COMMEDIA)

Stop!

Finalmente un momento di riflessione e di introspezione psicologica in questo caos infernale che ci attanaglia togliendoci il respiro e calpestando i sentimenti. Monte Ventoux, una pièce raffinata, elegante, dolcemente graffiante, ci ha elevati e accarezzata l’anima con la grazia e la bravura di danzatori che – chiusi ognuno nel proprio ruolo, con coordinazione e sacralità – hanno compiuto l’ascesa del Monte.

Noi spettatori insieme con loro nel silenzio e nel raccoglimento di un teatro colmo di persone borderline, cioè sospese tra la terra e il cielo, non abbiamo applaudito a scena aperta (eppure, in molti casi era opportuno) per non interrompere quell’atmosfera solenne che si era creata in sala.

Lo spunto per questa performance è tratto da una lettera facente parte della raccolta epistolare delle FAMILIARES scritta in latino ad opera di Francesco Petrarca ed indirizzata all’amico Dionigi di Borgo Sansepolcro. In essa il poeta condivide l’esperienza della salita al Monte Ventoso situato al largo della Provenza con il fratello Gherardo che, man mano, nel racconto assume un significato simbolico riferito ad un’ascesa spirituale.

La scena si apre con una vetrina attraverso la quale si intravedono, ai piedi del Monte, tanti corpi uguali, le loro fattezze sono tali da non consentire più la distinzione dei sessi. Infatti, sia gli uomini che le donne indossano gli stessi costumi di scena, i loro capelli sono ugualmente lunghi, addirittura si percepiscono asessuati.

Le luci basse, la nebbia e la colonna sonora che accompagna il loro prendersi e lasciarsi con dolcezza e quietudine hanno dato vita ad emozioni tali da richiamare alla mente un limbo fatto di sentimenti contrastanti, di paure ed apnee.

La vetrina fa da filtro tra gli spettatori e i danzatori, così come è proprio del teatro, al fine di orientare l’attenzione sullo sguardo, sul guardare per meglio calarsi nella suspence del momento ed essere all’unisono con tutto l’ensemble. Tale scena ha risvegliato in me qualche similitudine con scene a cui ho assistito in talune rappresentazioni di Romeo Castellucci, laddove, l’ambiente rarefatto, misto a suoni e latrati di cani, creava una magia teatrale atta a colpire i sensi e a tenere alta l’attenzione degli spettatori. Ad un certo punto essa si ritrae e lo spettacolo diventa più umano.

L’uomo viene fotografato nelle sue molteplici battaglie quotidiane, distratto dal solito tran-tran che non gli consente più di esperire la propria vita costringendolo ad usare tutte le sue forze per sopravvivere al caos generale. La vita non va sopravvissuta ma vissuta in tutte le sue sfaccettature da qui l’esigenza dell’uomo di elevare il suo spirito e di elevarsi, anche se la salita è ripida e difficile.

Nello spettacolo questa metafora è molto percepita e riferita al Petrarca e alla sua salita al Monte Ventoso. Egli compie il suo percorso insieme al fratello, molto diverso da lui, e ciò fa sì che si pone nella condizione di provare se stesso e la sua capacità di mettere in dubbio le teorie del secolo, che incominciavano a vacillare. La Chiesa, ieri come oggi, non sempre si apre al confronto avendo perso di vista il suo ruolo e compito, cioè aiutare l’uomo a superare gli ostacoli per elevare il suo spirito grazie al riconoscimento della fede spesso però barattato con false promesse.

Il Petrarca in questo scritto risente ancora delle teorie medievali, cosicché, ripercorre anche se in modo innovativo quelle riferibili al suo predecessore e contemporaneo Dante. Infatti. Il Sommo poeta compie il grande viaggio rimarcando l’iter dei tre stadi: Inferno, Purgatorio e Paradiso, attraverso la purificazione dell’ascèsi per raggiungere la stessa finalità cara al Petrarca ovvero liberarsi dei peccati del mondo e giungere al logos. Il clima cambia e il Petrarca capta le nuove esigenze e precorre i tempi nell’individuare quale sarà il nuovo mondo che condurrà poi all’avvento dell’Umanesimo: movimento filosofico, artistico e culturale che pone l’uomo al centro dell’Universo divenuto così arbitro del proprio destino e pronto ad iniziare la sua ascesa al Monte.


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