PUTIN E I NOSTALGICI

MARCO ANDREINI

Le elezioni provocano spesso nella mente delle persone strani fenomeni e le imminenti elezioni europee non ne sono esenti, essendo nata la lista con a capo Michele Santoro, i nostri Putiniani in servizio attivo hanno finalmente trovato una casa comune.

Una casa dalla quale potranno informare gli italiani sulle vere origini della guerra in Ucraina e a Gaza, e dalla quale potranno raccontare tutte le nefandezze compiute dal mondo occidentale, all’insegna del ben altruismo, di impronta comunista.

Perché per questi Putiniani in servizio attivo, due cose sono chiare e lampanti, la prima, il postulato di base, la guerra l’hanno dichiarata gli Americani facendo un colpo di stato in Ucraina, la seconda, la guerra ormai l’ha vinta la Russia che con la Cina sta dominando il mondo ereditato da una potenza ormai in declino politico e culturale.

Sembra quasi di assistere a una sorta di rivincita politica e culturale di un mondo, quello comunista sconfitto dalla storia.

I Santoro, i Travaglio, i Canfora si rivelano nostalgici del mondo che fu, dove da una parte c’era la Nato con le sue divisioni schierate a difesa dei suoi confini e dall’altra il patto di Varsavia che arrivava alle porte di Berlino.

Un mondo semplice da leggere, dove due superpotenze si fronteggiavano e dove a fatica cercava di emergere un mondo composto da paesi emergenti che si definiva terzo mondo, costituito da   paesi non allineati guidati dal maresciallo Tito.

Serve ritornare un po’ indietro negli anni per ricordare ai nostalgici che in Germania Est c’era Honneker, che in Albania c’era Henver Hoxa e che in Ungheria c’era Kadar, in Romania un certo Ciasescu, in Polonia il generale Jaruzelscky.

Ecco quelli che si disperano delle porcherie del mondo occidentale facciano scorrere i loro file in memoria e provino a capire per quale motivo, la Polonia e i paesi confinanti con la Russia, come i paesi baltici Svezia e Finlandia, hanno paura di Putin, facile, perché non vogliono tornare al terrore di prima.

Il sistema democratico nato nei paesi anglosassoni e importato in Europa è relativamente giovane, è di fatto una sorta di anomalia della storia, basti pensare che su 8 miliardi di abitanti, solo 1 miliardo vive in sistemi democratici, il restante fa parte   di regimi autocratici come Russia, Cina, Turchia, paesi Arabi, Iran, Corea del nord, Pakistan e in qualche modo anche l’India di Modi.

Ed è per questi motivi che il mondo occidentale è sotto attacco politico e culturale, perché oggi quello che è in discussione è il futuro del pianeta, e per quei regimi, va eliminato il germe della democrazia dalla faccia della terra.

Spiace per i cultori del   pacifismo Putiniano, oggi non può esserci alcuna esitazione, o si sceglie di difendere i valori del mondo occidentale, pur imperfetto e pieno di problemi, o si sceglie di stare contro, ammettendo che i sistemi politici sono simili, così come spesso e a mio avviso e a sproposito ci ricorda Papà Francesco.

Sicuramente l’America ha sbagliato a voler esportare la democrazia, ma il tentativo era onesto, volere per tutti libertà e uguali diritti è una aspirazione giusta dell’umanità e dovrebbe rappresentare anche nel nostro paese un vero e proprio discrimine non valicabile sulla base del quale definire schieramenti e alleanze politiche.


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