NAPOLI: L’ODONOMASTICA RISPETTI LA STORIA DEI LUOGHI

NEL 2018, furono 300 i sottoscrittori della petizione contro il tentativo di cancellare il nome di Vincenzo Tecchio dal piazzale antistante la Mostra d’Oltremare. Oggi la richiesta è stata nuovamente avanzata.

Torna alla ribalta la richiesta di cambiare nome al piazzale antistante la Mostra d’Oltremare, giusto da 70 anni intitolato a Vincenzo Tecchio; ritorna nell’àmbito di una serie di eventi che la comunità ebraica napoletana promuove per onorare, tra l’altro, la memoria di Giorgio Ascarelli.

Prescindendo da qualsiasi considerazione di ordine ideologico, che deve rimanere al di fuori di ogni discussione, deve ricordarsi che Vincenzo Tecchio è stato il realizzatore della Mostra d’Oltremare, il complesso completato negli anni 1939-40 in appena venti mesi e che rappresenta un’opera tra le più importanti della moderna architettura europea.

La richiesta fu già effettuata cinque anni orsono quando; i membri della “Società Napoletana di Storia Patria”, però, pur manifestando giusto sostegno alla proposta di una intitolazione ad Ascarelli, «prestigioso membro della comunità ebraica napoletana», espresse decisa opposizione a utilizzare il suo nome per cancellare dal piazzale il nome di Vincenzo Tecchio, autore di opere straordinarie che hanno trasformato pezzi importanti della città, anche modificando la struttura urbana del nascente quartiere di Fuorigrotta. Non è accettabile, infatti, che si invochi, da parte di qualcuno, il cómpito (o addirittura il dovere) di cancellare un nome per ragioni ideologiche. La damnatio memoriae fa parte di un sistema di regimi totalitari ed è il contrario di quanto è giustamente necessario tramandare.

L’odonomastica, per fortuna, è un campo di battaglia dove non si sparge sangue, ma che investe e racconta comunque la storia della città; essa non ammette improvvisazioni e richiede riflessione. È certamente giusto intitolare a nuovi nomi le strade ancora anonime, ma è altrettanto opportuno lasciare intatte le denominazioni che ricordano un avvenimento, una festività, un personaggio o altro. Al di fuori di tanto, qualsiasi mutamento rappresenta un esercizio inutile e ingiustificato, resta soltanto uno sterile tentativo di far dimenticare il preesistente con tutti gli eventuali disagi che esso può comportare. A salvaguardia di tanto vi è sempre l’apposita “Commissione toponomastica” designata a valutare le richieste in virtù di un preciso Regolamento; essa, per quanto abbia soltanto un ruolo consultivo, è sempre vigile nei confronti del rispetto della progettualità urbana e della storia dei luoghi.

Vi è infine da notare che la memoria dei luoghi è difficilmente cancellabile se, ad esempio, dopo che fu deciso oltre quarant’anni addietro di dedicare a Gramsci il viale Elena, per lunghi anni e ancor oggi per molti napoletani quel luogo resta sempre viale Elena.

L’odonomastica rispetti la storia dei luoghi!

PER ADERIRE ALLA PETIZIONE AVVERSO IL CAMBIAMENTO BASTA QUI RISPONDERE CON UN SEMPLICE “SÌ”.


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