IL CIVISMO E GLI ANZIANI AL POTERE

Parafrasando il titolo della canzone di Patti Smith –“People have the power” possiamo dire “Senior have the power”  sul sistema socio-economico.Un azzardo?  

Gli anziani sono cittadini a 360°ed  hanno coscienza dei propri doveri e diritti civili in logica diadica . 

Il civismo è modello politico e gestionale per dare un po’ di potere agli anziani. 

Infatti il civismo è un insieme di servizi che rispondono a queste esigenze :il dovere, che è esigenza strutturale per l’equilibrio del sistema, ed il diritto,che  è una  componente indispensabile per il welbeing e per il welfare dei cittadini ed a maggior ragione per gli anziani.  

Concretamente vuol dire realizzare il bene comune fuori dalla metafora narrativa adottando azioni utili per:  

– sviluppare buone pratiche percepite agìte dagli anziani e su di essi profilate  

-agire con rettitudine non solo formale ,ma con equa distribuzione dei servizi  

-“mettere insieme” ed integrare le prestazioni(in progressione ,senza doppioni,ma con il coraggio di sperimentare e innovare) con il valore aggiunto della relazione e creare servizi  

-essere sul “quotidiano” per rispondere “qui ed ora” in una prospettiva a “medio lungo”.Però gestendo l’”oggi” per costruire il “domani”(perché anche gli anziani hanno un domani)  

-essere “altruisti” in termini di “capacity building” verificata e misurata  

La valenza dei diritti e doveri  sociali degli anziani è collegata  a scelte istituzionali che in gergo tradizionale significa politiche e leggi che traducono in servizi i diritti ed in persuasione comportamentale   i doveri.  

Il civismo senza servizi offerti e fruiti dai cittadini( anziani )rischia di essere proposizione solo teorica senza effetto per la vita quotidiana.Facciamo alcune considerazioni sul civismo ed anziani con questa chiave di lettura.  

L’umanità,fino a poche generazioni fa,ha considerato che  arrivare a 60/ 65 anni “era un’impresa” cioè difficile;erano in pochi ed  in condizioni di salute precarie,emarginati dalla società con  un’aspettativa molto bassa di vita e con condizioni economiche limitate   

Nel primo censimento della Repubblica italiana ,nel secondo dopoguerra(1951) ,gli over 65 erano l’8% della popolazione oggi sono il 24% ed a 65 anni arrivava un nato su tre ;oggi è la normalità partire dalla nascita, attraversare tutte le fasi della vita fino a 65 anni senza essere “in articulo mortis”. 

Oggi essere anziani è una nuova fase della vita, con caratteristiche specifiche che la cultura gestionale,organizzativa e di servizio  deve affrontare.Bisogna ricostruire analiticamente il “set” dei servizi per gli anziani.  

Gli over 65 oggi sono circa 14 milioni con una proiezione nel 2040 di 19 milioni:i 7.901 comuni italiani oggi sfidano questo 24% della popolazione italiana con una relazione che va da servizi “ad personam “con attenzione calligrafica a servizi “mass market” per offrire il minimo sindacale di opportunità.Il civismo ha la prerogativa di osservare ed agire da vicino e quindi con maggiore efficacia. E’ un “oculus” gestionale. 

Secondo l’OCSE, tra 15 anni l’Italia sarà al secondo posto della classifica dei Paesi con la più alta percentuale di anziani rispetto alla popolazione che lavora (tra i 15 e i 64 anni): per ogni lavoratore vi saranno 4 anziani.  

L’invecchiamento attivo è ormai acquisito con un riconoscimento del 97% degli intervistati di una ricerca presentatata il 27 settembre 2023(Osservatorio Senior-Le nuove sfide dei Senior-settembre 2023 con 1000 intervistati).  

Andare oltre il concetto di invecchiamento attivo inteso in senso stretto, cioè se l’invecchiamento attivo lo intendiamo come le persone che  devono tenersi in buona salute per avere un costo contenuto per lo Stato ed il suo  sistema sanitario .Bisogna passare al riconoscimento della  silver economy e quindi  target di “consumi da consumeristi” e con  un certo grado di ricchezza ; 

Essere attivi nello spendere  nella logica anche della sostenibilità del sistema.Nonchè nella imprenditorialità sociale  in parte di volontariato ed in parte di sviluppo di imprese sociali.  

Il lavoro remunerato è praticato dal 40% delle persone tra i 60-65 anni e  del 10% dai 70-75enni.  

Il volontariato dei senior  ha un ruolo critico, di valore e valorialità. Potrebbe diventare un modo per fare start-up innovativa o impresa sociale coinvolgendo anziani e giovani.   

La generazione di un ruolo costruttivo ed attivo anche nel mondo del lavoro.  

Il processo di invecchiamento demografico pone molte questioni importanti in relazione ai necessari riassetti del mercato del lavoro, dei sistemi pensionistici e della sostenibilità dei sistemi economico-sociali. Per affrontare adeguatamente queste sfide, bisogna incominciare a considerare i cambiamenti demografici non più in termini di invecchiamento, ma di ‘svecchiamento della società’ (‘counter-ageing society’).
Con una sfida sempre più pressante per la società: la riduzione del divario esistente tra aspettativa di vita totale e aspettativa di vita attiva, priva di disabilità.   

Oggi le trasformazioni di maggior rilevanza ,dal punto di vista quantitativo e qualitatitivo ,nel target anziani richiedono una forte consapevolezza  passando dal “ vabbè  saranno utili all’interno della famiglia “in una tradizione di servizi familiari e per   l’infanzia ad un ruolo che rappresenta  una fascia del mercato e ricopre ruoli che utilizzano il proprio tempo per sviluppare divertimento,turismo,passaggio di “know how” alle nuove generazioni(silver economy e propensione dei senior-anziani a valorizzare la propria ricchezza con  un confronto con le generazioni giovani-82% degli intervistati).  

Gli intervistati hanno fatto capire che questa attenzione alle nuove generazioni deve essere un impegno emotivo cioè che non è mai scontato; le nuove generazioni cambiano continuamente e quindi hanno visioni, caratteristiche, sensibilità nuove ,si giocano caratteristiche diverse e quindi mettersi in relazione positiva con loro è un impegno che in qualche modo va vissuto anche con le difficoltà.Ma va vissuto  

Secondo la ricerca citata le attività maggiormente gettonate e svolte dai senior  sono: 71% lettura giornali,libri e media; 68% aiuto familiare/domestico e cura di altri della famiglia; 56% rapporto continuativo e intenso con nipoti ecc(in calo per la diminuzione delle nascite).  

Interessante il 43% di frequentazione di attività culturali, mostre, musei, cinema ecc: in sintesi queste attività annoverano i senior fra i migliori clienti.  

Le priorità per i senior sono la sanità e l’aumento della spesa sanitaria(85%) ed a seguire attuare  efficaci politiche attive  di lavoro per i giovani 47% e al terzo posto il 43% vorrebbe l’incremento delle pensioni.  

Alla luce di queste considerazioni con un proxi oggettivo il civismo è la formula poltico operativa per gestire la “questione anziani” nella loro solitudine,”ricchezza e povertà” economica e nella loro speranza di vita che comunque esiste. 


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