GIANNI BELLISARIO

L’IMPEGNO NEL SERVIZIO PUBBLICO PER L’ACCESSO UNIVERSALE ALL’INNOVAZIONE E PER PROMUOVERE LA COESIONE SOCIALE

IL CONVEGNO

Nell’ambito della giornata italiana della XXXVI edizione di Eurovisioni Infocivica ricorda a tre anni dalla scomparsa, la figura del suo Vice Presidente Gianni Bellisario, già impresario teatrale, poi a lungo manager Rai, per anni attivo nell’Associazione dei dirigenti del servizio pubblico ADRAI.

INTERVENTO DI MICHELE SORICE

Homo totus communicativus, era appassionato di questo mondo in tutte le sue forme. Seguiva tutte le innovazioni tecnologiche non come fine a sé stesse o per i profitti che potevano consentire ma per vedere quali vie esse potevano aprire a una nuova partecipazione delle persone, a una comunicazione tra di esse. Aveva forte il senso del ruolo pubblico in questo settore proprio perché fossero garantiti i diritti all’accesso a tutti. Perciò ci ha stimolato prima a studiare le frontiere della crossmedialità poi ad approfondire i temi della responsabilità pubblica nei confronti della rete. Anche la Tv aveva per lui oramai senso solo se dentro il più ampio contesto della rete, in dialogo interattivo con l’utente e a tutela della qualità dell’informazione e di ogni contenuto.

Per questo finalmente, lo commemoriamo dal vivo a Villa Medici a tre anni dalla scomparsa, ricordando non solo il suo impegno per un nuovo servizio pubblico crossmediale della comunicazione, ma, più in generale, per il suo contributo a favore del bene della nostra comunità nazionale, dalle esperienze giovanili sull’onda del ’68 per la promozione di una nuova stagione teatrale libera e aperta ai contributi delle nuove generazioni sino alle ultime battaglie a favore di una Rete pubblica al servizio davvero di tutti i cittadini e con un accesso davvero universale e senza discriminazioni.

Sono intervenuti: Giacomo Mazzone, Segretario Generale Eurovisioni

Pieraugusto Pozzi, Segretario Generale Infocivica

Roberta Bonucci, giornalista, consorte.

Eodele Bellisario, già dirigente Rai, fratello

Massimo De Angelis, già Presidente Infocivica

Giampiero Gramaglia, già Presidente Infocivica

Bruno Somalvico, già segretario generale e fondatore Infocivica

Guido Barlozzetti, conduttore televisivo, esperto di media, autore Rai

Andrea Fabiano, già direttore di Rai Uno, Chief Content Officer Blu Yazmine

Clara Isola, matematico, con Gianni membro del direttivo dell’Associazione Dirigenti Rai

Stefano Rolando, Presidente Infocivica – Gruppo di Amalfi


RICORDO DI GIAMPAOLO SODANO

Gianni Bellisario era una persona gentile, intelligente e un gran lavoratore.

Per otto anni abbiamo lavorato a stretto contatto. Abbiamo condiviso vittorie e sconfitte. Tra noi una costante solidarietà e una coerente lealtà. Nell’impegno politico e culturale, nella comune militanza socialista. Nel lavoro, prima a Raidue e poi alla Sacis.

Ci siamo conosciuti grazie a Franco Scaglia a cui mi legava un lungo rapporto di stima. Quando divenni direttore della Rete Due, di fronte alla necessità di condividere il governo di un sistema complesso come quello di una rete televisiva e quindi dotare la struttura della direzione di una figura professionale capace di assolvere alla delicata funzione di coordinare le attività interne alla struttura con il mondo esterno, mi ricordai di quel ragazzo con i capelli lunghi e arruffati, che dalle esperienze giovanili del ‘68 aveva maturato idee e progetti per una nuova stagione del teatro, libera e aperta ai diversi contributi delle nuove generazioni.

Mi aveva raccontato che attraversava uno di quei periodi della vita difficili e problematici e che la sua ambizione era fare nuove esperienze professionali guardando al mondo della comunicazione e dello spettacolo alla luce di ciò che poteva cambiare con la caduta del muro di Berlino. Mi colpì questa sua visione di un futuro che non si era ancora palesato ma che lui “sentiva” come prossimo, un futuro di innovazione culturale a favore del bene della nostra comunità nazionale. Fu così che gli chiesi se avesse voluto lavorare con me, assolvere alla funzione di assistente del direttore di rete portando in quel lavoro tutta la sua lunga esperienza, la sua sensibilità e competenza professionale.

E’ stato un periodo difficile ma entusiasmante e Gianni condivideva con me e con tutti i colleghi la scommessa che avevamo fatto di far crescere il consenso del pubblico al progetto editoriale che chiamammo “fiction e comunicazione”.
Oltre le sue specifiche funzioni Gianni lavorava con passione alle nuove idee di programmazione, programmi come il Coraggio di vivere, Ho bisogno di te e poi Palcoscenico che riportò con forza il teatro in tv, ma anche allargando lo sguardo oltre la rete, inseguendo tutte le innovazioni, non come fine a sé stesse, ma per verificare sul campo quali possibilità esse potevano aprire a una nuova partecipazione dei cittadini. Aveva forte il senso della solidarietà, della coesione sociale e quindi del ruolo pubblico della RAI.

Fu un successo condiviso per 4 anni.

Quando il Consiglio di Amministrazione mi dette l’incarico di liquidare la Sacis, accettai con la riserva di presentare un piano di risanamento: una scommessa ancora più grande delle precedenti. Gli chiesi se voleva continuare con me alla Sacis, ci battemmo come leoni per risollevarla partendo dal convincimento che la commercializzazione sul mercato internazionale dei diritti audiovisivi era un asset che non andava dismesso, necessario allo sviluppo della RAI. Il progetto di rilancio dell’azienda ebbe successo e Gianni si buttò con entusiasmo nella nuova avventura.

Poi le nostre strade si sono divise.

Era il 2016, sulla rete la notizia di un convegno che si apriva con una relazione di Gianni “La media company come Hub e centro di ascolto e interazione con i cittadini”.
Decisi di andare a sentirlo.
È stato il nostro ultimo incontro.


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