DIBATTITO SULLA COSCIENZA

Neuroscienziati e Filosofi contro la teoria di Giulio Tononi

L’ antefatto:

Mi sono imbattuto recentemente in un duro conflitto tra scienziati e filosofi della mente che mi e’ sembrato interessante far conoscere al pubblico, in genere colto, che legge questa rivista.

Premetto che la coscienza non e’ argomento del quale sia particolarmente esperto, ma ho analizzato il contenuto di questo dibattito con la conoscenza di chi per tanti anni ha praticato la medicina considerandola una nobile scienza empirica che, nella pratica di ogni giorno, diviene comunicazione, comprensione, empatia e, spesso, rassegnazione.

Il fatto:

A Settembre 2023 viene pubblicata una lettera aperta al pubblico (https://osf.io/preprints/psyarxiv/zsr78)di 124 tra scienziati e filosofi, alcuni esperti di coscienza ed altri no, che criticavano aspramente la piu’ considerata tra le teorie che cercano di spiegare i meccanismi cerebrali della coscienza. La teoria e’ quella di Giulio Tononi, uno scienziato italiano che lavora da moltissimi anni negli Stati Uniti: la IIT (Integrated Information Theory of Consciousness). Le accuse, gravi, erano che la teoria non era dimostrata ed anzi non era dimostrabile, quindi era pseudoscientifica ed, inoltre peccava di panpsichismo perche’ le proprieta’ che, secondo la teoria, erano considerate indici di coscienza erano presenti anche in quasi tutti gli organismi biologici. Inoltre la teoria avrebbe potuto essere estesa anche ad organi e meccanismi inanimati.

Il Dibattito sulla coscienza (consciousness)

Per molti anni il problema di cosa sia la coscienza e’ rimasto nell’ombra in un marginale dibattuto tra filosofi e neuroscienziati. L’avvento della Intelligenza artificiale (AI) ed il suo recentissimo successo ha portato alla ribalta la possibilita’ che, oltre alla intelligenza, i computers potessero acquisire anche una senzienza. Che potessero quindi avere anche una coscienza di se con la conseguenza che potessero prendere decisioni autonome.
Questa possibilita’ , l’entrata in gioco di enormi interessi finanziari, e i notevoli stanziamenti per la ricerca hanno riacceso l’interesse nel cercare di definire cosa sia veramente la coscienza e quali siano i meccanismi che la determinano.
Non appena si parla di coscienza tutti citano il filosofo David Chalmers (Journal of Consciousness Studies, 25, No. 9–10, 2018), che parecchi anni fa la defini’ un “hard problem” cioe’ un problema difficile. La difficolta’ stava nel fatto che, mentre la neurofisiologia, che considera il cervello un corpo fisico, era in grado di stabilire a quali parti di esso si potesse attribuire il linguaggio, la memoria ed altre funzioni cognitive, sarebbe stato molto difficile stabilire dove potesse essere localizzata la sensazione di essere se stessi e di avere esperienza di tutte queste funzioni cognitive.
Quando si parla di coscienza, tuttavia, il primo serio ostacolo e’ di superare il dualismo di Cartesio e di accettare la visione naturalistica che la neurobiologia moderna ha assunto: tutto quello che e’ coscienza, dolori, ricordi, amore, felicita’ ed altri processi mentali sono processi del nostro cervello. E’ ovvio che questa visione non e’ condivisa da tutti.

Credenti, alcuni filosofi e qualche scienziato non accettano che l’uomo sia fatto solo di atomi e propongono spiegazioni alternative che vanno dalla teologia a teorie che prospettano la necessita’ di una nuova fisica perche’ la coscienza non puo’ essere spiegata dalla fisica attualmente conosciuta. Tuttavia la ricerca per identificare i correlati neurali della coscienza e’ in pieno sviluppo, ed alcune serie teorie hanno proposto quali siano le caratteristiche essenziali che debba avere un sistema per essere cosciente. Secondo la teoria di Tononi, oggetto della contestazione della lettera in questione, “Integrazione” e “Informazione(IIT)” sono i requisiti di ogni forma di coscienza.
Il ragionamento è che ogni esperienza cosciente è unificata ed integrata con la memoria delle precedenti esperienze. Ho semplificato una teoria molto complessa, che viene sviluppata matematicamente, stabilendo valori numerici secondo i livelli di coscienza ed anche un valore soglia sotto il quale essa non e’ presente.
Secondo i contestatori la teoria si basa su un presupposto piu’ filosofico che scientifico, presupposto che sarebbe difficilmente dimostrabile. In conseguenza della indimostrabilita’ della base teorica, l ‘IIT entra nel campo delle pseudoscienze come l’omeopatia, l’astrologia e molte altre. L’altra accusa alla teoria di Tononi e’ che la sua applicazione costituisce la base teorica del panpsichismo.

Il panpsichismo, sostenuto da Talete di Mileto vissuto 600 anni circa prima di Cristo, è l’idea che la coscienza, o la capacità di avere esperienze, sia una caratteristica fondamentale dell’universo e non un fenomeno biologico del cervello evoluto in alcune specie animali .

Infine la terza accusa, per me la piu’ condividibile, ma anche la piu’ ambigua, e’ che la divulgazione al pubblico di questa teoria, accompagnata da esagerate asserzioni che sia la definitiva risposta al problema della coscienza, avrebbe potuto avere risvolti etici non prevedibili. Infatti in conseguenza delle caratteristiche con le quali Tononi definisce la coscienza vi e’ la possibilita’ di attribuirla a molti esseri, biologici e non, comportando una forma di panpsichismo. Quindi avrebbero potuto essere influenzate decisioni sulla senzienza della intelligenza artificiale, sulla ricerca sulle cellule staminali, sui test di farmaci negli animali e sulla regolazione dell’aborto, cosi’ come sull’alimentazione onnivora.

Commento alla lettera dei 124 scenziati e filosofi

Penso che valga la pena di valutare le forti ed inusuali critiche alla teoria IIT di Tononi anche alla luce che sia stata ispirata da un possibile preconcetto. Lo scopo della lettera sembra sia stato quello di rendere noto che: a) la IIT non e’ mai stata convalidata da efficaci esperimenti; b) che e’ una delle tante teorie sulla coscienza, e c) che quindi non debba avere una via previlegiata ai finanziamenti della ricerca in questo campo. Certo che se questo e’ stato il principale scopo della lettera , bollare questa teoria come pseudo-scientifica e’ un bel colpo basso! Certamente l’impianto teorico della IIT e’ controintuitivo! Ma come dice il filosofo Daniel Dennett, che e’ uno dei firmatari della lettera, nella scienza, un risultato controintuitivo è un gioiello, un tesoro. Se si ottiene un risultato controintuitivo che resiste alle prove di confutarlo si è fatta una scoperta importante.
Ma l’accusa piu’ grave fatta alla teoria e’ di essere una pseudoscienza, dato che questa attribuzione relega la IIT in un ruolo che escluderebbe a priori i fondi di ricerca destinati alla scienza. Nei primi decenni del 900 il filosofo Karl Popper teorizzo una linea di demarcazione tra scienza e pseudoscienza basata sul criterio di falsificabilita’. La parola inganna, ma il criterio di ogni teoria per rientrare nel campo della scienza, secondo Popper, e’ in soldoni quello di permettere esperimenti che possano provare che la teoria e’ falsa, se ovviamente lo sia. Anche la psicoanalisi subi’ la mannaia di Popper e fu giudicata una pseudoscienza, facendo un grave torto a Freud che aveva sempre cercato spiegazioni scientifiche alla sua disciplina. Come dice Anil Seth, un neuroscienziato inglese in una lettera a difesa della IIT, il criterio di Popper significa “mettere l’asticella molto in alto”.
In realta’, aggiungo, molte teorie scientifiche, quando sono state formulate, non avevano esperimenti che potessero controllarle.
La teoria della relativita’, quella dell’evoluzione naturale di Darwin e la stessa meccanica quantistica, hanno richiesto anni perche’ potessero essere verificate. Pensate al bosone di Higgs, teorizzato nel 1964 quando l’acceleratore di particelle, che poi lo rilevo’ nel 2012 al CERN di Ginevra, non era stato ancora immaginato. Insomma l’accusa di pseudoscientificita’ non regge alla critica che l’evoluzione delle tecnologie e della conoscenza potrebbe rendere verificabili previsioni di una teoria anche diversi anni dopo la sua formulazione.

La terza accusa e’ stata quella di panpsichismo. Qui la risposta scivola su un ghiaccio’ piu’ sottile. L’IIT prevede che due caratteristiche essenziali debbano esser presenti perche’ si abbia una esperienza cosciente: l’integrazione e l’informazione. Un sistema matematico misura il livello di coscienza con un valore “phi” . Diversi livelli di coscienza negli esseri biologici hanno valori di phi superiori allo zero.

La presenza delle caratteristiche della coscienza della teoria di Tononi coinvolge, secondo i critici, esseri biologici a quasi tutti i livelli, fino ad estendersi a circuiti elettromagnetici. Questa estensione potrebbe essere vera e, nel caso, l’accusa di panpsichismo anche. Tuttavia non si puo’ certo parlare di un panpsichismo, come lo formulo’ Talete o gli sporadici moderni assertori della teoria metafisica, che tutto abbia un’”anima”. Infatti l’idea che unita’ biologiche molto semplici possano avere uno degli ingredienti chiave della coscienza non è falsa. E’ dal punto di vista evoluzionistico assai probabilmente vera. Anzi, secondo il mio parere, l’interpretazione Darwiniana della evoluzione del sistema nervoso supporta l’IIT.

Se analizziamo coscienza ed evoluzione del sistema nervoso da quando presumibilmente si sono differenziati i primi neuroni ed hanno incominciato a dialogare fra di loro attraverso le sinapsi, dobbiamo ipotizzare che la selezione naturale ha favorito gli esseri biologici che iniziavano ad elaborare informazioni. Questa e’ la base teorica che suppone la selezione di forme rozze di consapevolezza, perche’ la consapevolezza permetteva l’ esperienza del rischio di estinguersi e, quindi, strategie per evitarlo. Certo queste sono state forme larvali di coscienza ma dal punto di vista materialistico potremmo definirle come l’inizio della storia.

La coscienza del Sapiens e quella di molti animali superiori richiede un sistema nervoso molto complesso che e’, quindi, molto costoso metabolicamente parlando; ma in termini di sopravvivenza acquisire capacita’ di percepire l’ambiente, di raccogliere informazioni e comunicarle ai propri simili attraverso segnali, suoni gutturali e poi attraverso il linguaggio, sono stati forti impulsi allo sviluppo della coscienza come attualmente essa e’.

Quando inizia la coscienza veramente? Come oggi noi esseri, relativamente evoluti, la definiamo? Stabilire quale animale od anche quale circuito elettromagnetico si possa definire cosciente non ci e’ dato, oggi, di saperlo. Tutto dipende dalla definizione di coscienza. Ma temo che ogni tentativo in questo senso risenta del paradosso del “sorite” cioe’ della vaghezza di identificare quale sia il limite per definire quando inizi la coscienza, cosi’ come nell’esempio classico del sorite che afferma che nessuna linea definita divide le persone calve da quelle che non lo sono.

Per questo anche l’accusa di panpsichismo alla IIT, cade di fronte alla logica dell’evoluzione. Infine se razionalmente le accuse della lettera possono essere ridimenzionate, sulla conseguenza di una divulgazione inappropriata della IIT sono completamente d’accordo. I sostenitori della IIT si sono comportati come alcuni ricercatori talora fanno. Vendono al pubblico attraverso giornali ed interviste i risultati delle loro ricerche come fossero granitiche verita’. La ricerca e’ una cosa seria, richiede controlli e critiche prima che si adotti un risultato come probabilmente vero. L’apertura al pubblico puo’ supportare teorie o decisioni che di scientifico non hanno niente.


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