PASSANDO PER L’ORESTEA
Nell’ambito della Rassegna Roma Europa Festival Enzo Cosimi, coreografo eccellente, ha presentato uno spettacolo cocente di danza moderna che tocca le corde del cuore, elegante e trucido nel quale ha raccontato l’Orestea.
Come raccontare la tragedia della vendetta così disumana e crudele in una pièce teatrale senza perdere la linea di distinzione tra realtà e immaginazione, tenendo sempre dritta la barra e percorrendo a ritroso una storia antica per interpretare ed accettare il presente?
Bisogna essere realisti per non cadere nel solito qualunquismo circa la tragedia greca che non ci appartiene perché troppo lontana da noi ed anacronistica.
Non è così.
Basta ascoltare il coro delle non coefore cioè quello dei media per riconoscere tra noi Agamennone, Clitemnestra, Oreste, i protagonisti della messa in scena.
Lo spettacolo “Orestea – Trilogia della Vendetta” ha come trama la figura dell’eroe e si divide in tre quadri e sottolineo quadri perché tali erano con rimando alle statue e ai modelli dell’antica Grecia. Il primo Agamennone legato alla celebrazione della vendetta; il secondo Coefore Rock and Roll, un concerto performance site specific laddove si profila il matricidio; il terzo le lacrime dell’eroe, una installazione coreografica sulle Eumenidi che celebra la nascita della democrazia.
Per la prima volta viene chiamata in causa una intelligenza artificiale alla quale si assegna il ruolo di una vox populi, la voce del consenso, della verità politica e della sua costruzione, segno questa dei tempi che stanno cambiando.
Ebbene questi lutti sono stati evocati su di un palcoscenico con professionalità, classe e arte attualizzandoli alla luce della nostra realtà. Infatti, come non paragonare l’assassinio di Ifigenia da parte del padre Agamennone a quello di Saman Abbas?
Ifigenia e Saman, due giovani sacrificate, entrambe vittime della crudeltà di due uomini accecati l’uno da potere politico, l’altro dal potere patriarcale, per questo esse sono assurte per antonomasia alle cronache noir l’una dell’antica Grecia e l’altra dei nostri giorni!
La modernità ha affinato le nostre aspettative e il nostro gusto in campo artistico cosicché noi, oggi, accettiamo le variazioni formali che accompagnano le performance degli artisti. A questo proposito è bene ricordare l’entrata in campo di due personaggi del panorama artistico internazionale quali Gilbert e George, i quali presentarono alla loro prima mostra a New York se stessi come sculture viventi, proprio come i personaggi delle scene/quadri dello spettacolo sopra indicato.
La bellezza statuaria greca con le sue regole ha dettato canoni ben precisi per secoli riguardo alla rappresentazione del corpo umano finché, raggiunta poi la massima perfezione delle forme, ha sentito l’esigenza di rimettere in discussione tale risultato divenuto allora obsoleto e ha ridato al corpo la libertà di presentarsi per quello che era ed è, proprio come i personaggi della performance che si sono offerti al pubblico, seppur nella loro bellezza, così come la natura li ha composti, in modo da trasmettere, con il loro corpo, le loro sensazioni che sono diventate le nostre.
Vedere per credere!
SEGNALIAMO