UN NUOVO VIRUS DELL’EPATITE?

Le epatiti virali sono processi infettivi a carico del fegato che, pur avendo quadri clinici abbastanza simili, differiscono dal punto di vista eziologico (virus diversi sono i responsabili dell’infezione), dalle modalità di trasmissione (trasmissione oro fecale oppure trasmissione parenterale), epidemiologico (diversa distribuzione e frequenza di infezione e di malattia) ed immunopatogenetico.

Ad oggi sono noti 5 diversi virus che hanno un tropismo primario per gli epatociti e causano epatite virale.

Sono detti virus delle epatiti virali e sono:
• Virus dell’ epatite A ( un Picornavirus a trasmissione oro fecale)
• Virus dell’ epatite B ( un Hepadnavirus a trasmissione parenterale)
• Virus epatite C ( un Flavivirus a trasmissione parenterale)
• Virus dell’ epatite D ( un virus satellite del virus B, a trasmissione parenterale)


• Virus dell’ epatite E ( un Orthohepevirus a trasmissione oro fecale)

Esistono poi altri virus, che possono, nell’ ambito di una infezione sistemica, causare anche un quadro di epatite di variabile gravità come ad esempio succede nel corso della mononucleosi infettiva (da virus di Epstein Barr). I principali sono:

  • Virus di Epstein-Barr 
  • Citomegalovirus
  • Virus dell’ Herpes simplex
  • Virus della Varicella-zoster
  • Coxsackievirus
  • Virus della febbre gialla

Nonostante il panorama così abbondante di virus che possono infettare gli epatociti, nel 10-20% dei casi di epatite virale, l’agente etiologico resta ignoto. La ricerca, ovviamente, è molto attiva verso la identificazione dei responsabili di un numero ancora così importante di casi.

Da vari anni, ormai, si discute sulla possibile epatite da virus F e da virus G ma i dati sono poco chiari e controversi.

Quel che si sa dell’epatite F è che nel 1994 un ricercatore ha identificato un Togavirus in epatociti di pazienti trapiantati e deceduti per epatite fulminante. I dati non sono stati confermati e la rilevanza di questo virus è controversa.

Il  cosiddetto virus dell’ Epatite G e virus dell’ Epatite GB identificato da due diversi gruppi di ricerca, è un Flavivirus ritrovato nel sangue di pazienti con epatite virale acuta ad etiologia sconosciuta.

Il ruolo di questo virus nelle Epatiti virali nonA e nonE è controverso nella comunità scientifica perché non si sono ottenute evidenze di una sua reale replicazione a livello epatico ed anche perché sono emerse evidenze della presenza di questo virus nel 1,5% dei donatori di sangue americani volontari e addirittura nel 12% dei donatori di sangue a pagamento. L’opinione predominante è che questo virus sia abbastanza diffuso nella popolazione umana e non sia collegato a patologie epatiche.

Nel sangue di soggetti politrasfusi affetti da Epatite nonA nonE e nel fegato di soggetti deceduti per epatite fulminante ad etiologia sconosciuta è stato identificato un altro virus denominato TTV ( transfusion transmitted virus). Si tratta di un Circovirus, piccoli virus a DNA spesso trovati nel mondo animale.

Anche in questo caso, studi successivi hanno dimostrato che il 10% della popolazione generale ha il virus nel sangue e non ci sono evidenze che la viremia da TTV sia responsabile di infiammazione epatica, cirrosi o altri danni epatici. Il virus viene anche eliminato con le feci da molte mersone in buona salute. Non è affatto chiaro se e come questo virus possa essere considerato patogeno per l uomo. Uno studio prospettico su trapiantati di rene ha portato dati a favore di una correlazione tra il numero di genomi di TTV nel sangue e il rischio di rigetto.

La novità di queste ultime settimane ci arriva dall’ Istituto Pasteur di Parigi, che ha, infatti, annunciato la scoperta di un nuovo virus umano, causa di Epatite. I dati sembrano più solidi dei precedenti.

Il virus descritto dai Ricercatori è stato temporaneamente chiamato Human Circovirus 1 (HCirv-1). Il lavoro scientifico è pubblicato sul numero di Febbraio 2023 di Emerging infectious diseases.

HCirv-1 è stato identificato in una signora di 61 anni che era da molto tempo in immunosoppressione farmacologica a causa di un trapianto di cuore e polmone a cui era stata sottoposta 17 anni prima.

La paziente da alcuni mesi soffriva di epatite citolitica che inizialmente era paucisintomatica ma che progressivamente è peggiorata con livelli di transaminasi sierici 40 volte superiori ai valori normali. Durante il ricovero esami anatomo-patologici di biopsie epatiche mostravano epatite lobulare, infiammazione, assenza di granuloma epitelioide, infiammazione portale e fibrosi.

Evidenze chimico cliniche e istologiche deponevano per una epatite virale con citolisi epatica recente. Scrupolose e ripetute analisi non identificavano traccia di nessuno dei virus dell’ Epatite noti e nemmeno degli altri virus che occasionalmente possono infettare il fegato. La paziente era negativa anche per il TTV.

Vista la situazione i Ricercatori del Pasteur sono andati alla ricerca di sequenze batteriche e virali nelle biopsie epatiche della paziente con sequenziamento NGS metagenomico. Confrontando le sequenze ritrovate con quelle delle banche dati hanno identificato una sequenza con una omologia del 70% con i Circovirus. Nulla d’ altro.

L’ ibridazione in situ su biopsie epatiche dimostrava la presenza del mRNA del nuovo virus nel 2-3% degli epatociti indicando un ruolo del virus nel danno epatico. La positività era a livello nucleare, che è la sede della replicazione dei circovirus.

Il genoma virale è stato trovato anche nel sangue nel settembre 2020. I campioni precedenti disponibili fin dal 2017, visto che la paziente era in un percorso di follow up post trapianto, erano negativi. Il picco viremico (>1010 genomi per ml di sangue) si è avuto un anno dopo, in coincidenza con la maggior citolisi epatica. La paziente ha eliminato il virus da saliva, urina, feci.

Utlizzando gli stessi materiali diagnostici nessuno dei 113 pazienti di controllo, tutti immunosoppressi per differenti cause, ha dato risultati positivi per HCirv-1.

I dati sulla presenza di questo nuovo virus nel fegato della paziente durante una epatite ad etiologia sconosciuta, sembrano robusti. Restano, comunque, tanti interrogativi che altre ricerche probabilmente chiariranno. Non si conosce la fonte dalla quale la paziente si è infettata, non si conosce la modalità di trasmissione di questo virus che, dal punto di vista della sequenza genetica è abbastanza diverso dai Circovirus animali.

I virus della Famiglia Circoviridae hanno genoma a DNA singolo filamento circolare (da qui il nome), sono piccoli (10-15 nm), il capside ha simmetria icosaedrica, sono sprovvisti di envelope e sono molto resistenti. Sono stati identificati per la prima volta in diverse specie aviarie negli anni 70.

La famiglia ha, al momento, 49 specie che sono molto comuni nel mondo animale dove causano patologie diverse come il deperimento del suino dopo lo svezzamento, la malattia del becco e delle penne degli psittacidi, l’ anemia infettiva del pollo, dei piccioni etc… Danneggiano il tessuto linfoide e causano immunodepressione.

I pochi dati disponibili suggeriscono che uccelli, (piccioni, anitre e altri) e i maiali possano essere i reservoir naturali. Si apre, quindi, l’ ipotesi che il nuovo virus possa essere il risultato di un nuovo spill over dal mondo aviario anche se la sua capacità di trasmettersi a livello interumano non è stata documentata.

I ricercatori del Pasteur hanno messo a disposizione la PCR per identificare HCirv-1, ad altri gruppi di ricerca e lo stesso faranno con un test sierologico per la ricerca di anticorpi nel siero che stanno terminando di mettere a punto. I due test , disponibili per la comunità medica, possono essere facilmente eseguiti in altri casi di epatite inspiegabile. Sarà, infatti, interessante capire quanti casi di epatiti non A non E possono essere attribuiti a questo nuovo virus.

Si sospetta che questo virus possa essere la causa di casi di epatite anche pediatrici che sono stati riscontrati in USA, UK e Irlanda nel corso del 2022.