SAMUEL BARBER 1910 -1981

Nasce in una famiglia americana della migliore borghesia; suo padre è un medico, sua madre una pianista; zie, cugini e altri parenti sono nel mondo musicale, quindi Samuel naviga già nel brodo giusto. A sette anni comincia a comporre e a 14 entra al Curtis Institute of Music di Filadelfia.

Diventa musicista professionista. Nel 1936 compone il quartetto per archi in si minore. Due anni dopo, su consiglio di Toscanini trascrive per orchestra il secondo movimento del quartetto e lo intitola “Adagio for Strings”. Toscanini glielo esegue con la NBC Symphony Orchestra, portandolo a un successo clamoroso e dandogli la gloria. Si racconta che, dopo la prima lettura in prova del brano, Toscanini, il terribile Toscanini, che raramente eseguiva opere di compositori americani e che mai aveva una parola buona per nessuno, abbia dichiarato: “Semplice e bello”.

In seguito Barber vince un premio Pulitzer per “Vanessa”, libretto di Gian Carlo Menotti, suo poeta anche per altre opere e suo compagno (vivono insieme nella grande Villa Capricorn, poco fuori New York).

La sua terza opera “Antonio e Cleopatra”, su testo di Franco Zeffirelli e commissionata per l’apertura della nuova Metropolitan Opera House al Lincoln Center, è invece bocciata solennemente dal pubblico e dalla critica, e questo fa piombare Barber in un abisso di depressione e alcolismo che porterà alla fine del suo rapporto con Menotti, alla vendita della villa e alla rinuncia quasi totale a comporre, fino alla morte nel 1981.

Il suo “Adagio for strings” è un’opera dalla popolarità quasi sorprendente: è bello, è vero, ma nel tempo è diventato addirittura il commento musicale di una quantità di eventi importanti: il funerale del presidente Roosevelt, quello di Eisenhower, l’omaggio alle vittime dell’Undici settembre; e poi la colonna sonora di grandi film: “Platoon”, “Elephant Man” …

Significa evidentemente una cosa: a prescindere dalla sua sapienza compositiva è un tema che arriva al cuore. Come aveva detto Toscanini che se ne intendeva: “Semplice e bello”.

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