PIANO B

Rimini agosto 23

IL RINOCERONTE

Probabilmente più che un manifesto è un progetto, che non vuole un nuovo partito, perchè come dicono i promotori “non serve un partito, ma uno spartito diverso”, in cui l’impresa è generativa e la cittadinanza è attiva. “Piano B”, il “progetto” presentato a Rimini in questa settimana però è la “cosa” più politica, interessante e rilevante tra quelle che sono capitate al Meeting di quest’anno.

“Piano B” è frutto del lavoro di un gruppo di pensatori di area cattolica che in questi anni ha tenuto alto il livello del dibattito con pensiero lungo. Tra questi Leonardo Becchetti che spiega che è il momento di “emergere, di connettere ciò che già c’è ed applica già un paradigma nuovo, legato ai concetti di generatività, solidarietà e sostenibilità.”. Piano B serve a sintetizzare e raffinare buona parte di quello che in questi anni si è elaborato, scritto, dibattuto e pubblicato, cercando di metter assieme i pezzi e di allargare il tavolo, mettendo il progetto a disposizione di un dibattito che potrebbe esserci.

Che sia però un progetto politico lo conferma Mauro Magatti, che ricorda l’ottantesimo anniversario della fondazione della Democrazia Cristiana e nella Fiera di Rimini dice: «potrei dire che è la nuova Camaldoli». Vedremo, per ora abbiamo un manifesto che vuole rifondare il linguaggio politico, e comunque la si pensi mette sul piatto i temi e e questioni da affrontare.

“Ricchezza Civile. Generatività umana, sociale e politica di una comunità civile in divenire“ è un documento importante che si inserisce nel dibattito di agosto e probabilmente fare discutere chi si interessa di politica e guarda alla società civile che genera senso e ricchezza diffusa.

Per chi ha seguito il dibattito che in questi anni ha preso forma nel mondo cattolico sull’economia civile questo progetto non è nuovo, nel senso che raccoglie le idee di questi anni. È nuovo però il coraggio con cui si esce allo scoperto, il meeting di Rimini, che è tradizionalmente l’inizio della stagione della politica da anni.

Una seconda novità sta nel gruppo dei firmatari e dei promotori del progetto, oltre agli economisti Luigino Bruni, Leonardo Becchetti e Francesco Magatti, ci sono ex ministri, Marta Cartabia ed Enrico Giovannini, esponenti del mondo della cooperazione come Paolo Venturi, o dell’associazionismo cattolico, come Luca Jahier e Roberto Rossini.
C’è poi Giorgio Vittadini, il presidente della fondazione per la sussidiarietà ispirata a Don Giussani, c’è Marco Bentivogli, coordinatore di Base Italia e parlamentare del PD, ci sono docenti universitari come Chiara Giaccardi, Alessandro Rosina e Elena Granata, insomma nomi di primo piano che dicono molto agli addetti ai lavori.

Molto interessante infine il tentativo di definire una cornice entro cui la politica e la società civile possono darsi un ruolo nuovo o diverso da quello cui ci siamo abituati negli ultimi anni. La sfida della cittadinanza attiva e generativa si gioca oggi “nella ricerca di risposte concrete ai tanti problemi che il momento storico attuale ci presenta, sociali, ambientali, politici ed economici” e impone un nuovo modello che “alle due mani tradizionali, mercato ed istituzioni, unisce le imprese ed organizzazioni sociali responsabili, e la cittadinanza attiva”. In questo nuovo modello il ruolo delle istituzioni consiste “nell’essere levatrici delle energie della società civile”.

Serve un linguaggio e un terreno di azione comuni, su cui fare massa critica e ricostruire la partecipazione, perché come dice il demografo Alessandro Rosina “gli italiani non possono limitarsi a votare o ad esprimere la loro insoddisfazione sui social». Le azioni concrete si cui mobilitare la società civile sono “le battaglie per la sostenibilità planetaria e la sfida climatica,  per il consumo responsabile, per la lotta alle diseguaglianze ed alle vecchie e nuove povertà, per la promozione della dignità del lavoro, della cultura, del rispetto delle diversità e della cooperazione e coprogettazione a tutti i livelli, e per la amministrazione condivisa siano da porre in primo piano”.


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