JANNIK E GIORGIA

Un ciclone si è abbattuto sul mondo dell’informazione in questa estate bollente, ma già da prima i segnali erano chiari: il numero uno al mondo col suo invincibile tennis ha egemonizzato i media.

Giorgia ha fatto di tutto per non mollare la prima pagina e le copertine, dal mancato sostegno alle candidature ufficiali al Parlamento europeo ed alla Commissione, sino alle vacanze pugliesi di riconciliazione col suo ex compagno, ma la rimonta su Jannik è stata impossibile perché il “roscetto” è diventato l’idolo di un Paese che ha bisogno per sopravvivere di eroi veri, non di quelli che giornaloni si industriano di raccontare.

Due anni di straordinari successi del giovane altoatesino, due anni di insuccessi della giovane Premier: Jannik risaliva verticosamente nel ranking mondiale del tennis, mentre Giorgia scendeva da protagonista a comparsa in Europa. Jannik vinceva la coppa Davis per l’Italia e i tornei del grande slam mettendo all’angolo grandi campioni del passato e del presente, mentre Giorgia affondava sul piano internazionale senza una politica estera autonoma e sul piano interno per le malefatte dei suoi personaggi improbabili come la Santanchè, Del Mastro e the last but not the least Gennaro Sangiuliano, per non parlare del Ministro Lollobrigida vivace esponente della “destra ferroviaria” !

Forse è cambiato il paradigma tra la politica e la società civile: l’assenteismo elettorale non è una palese testimonianza? Lo sport è diventato dominus, più della cultura e dello spettacolo, la politica è in caduta libera, bruciata anche dalla cronaca, asserragliata su poteri pericolosi come quelli di nomina che le leggi le attribuiscono.

Diciamo la verità: il grande numero di medaglie olimpiche conquistate dai nostri atleti a Parigi testimoniano di un Paese vivo che crede nei giovani e che sostiene valori veri nel presente e per il futuro e che si confronta a testa alta con i giovani di tutto il mondo. Non così la politica che assiste inerme alla fuga di capitali, allo smantellamento e alla vendita del proprio patrimonio industriale e cerca di far passare per il grande successo il PNRR ottenuto come elemosina europea al grande banchiere italiano all’epoca chiamato temporaneamente al capezzale della più grande crisi politica del dopoguerra italiano.

Le folle accorrono negli stadi, ma non alle urne.

Anche lo sport offre qualche delusione, ma le delusioni della politica sono state drammatiche: la tragedia della migrazione degli eletti e della transumanza dei voti, in 10 anni circa il 40% dei voti fu per Renzi e poi la caduta, a seguire quasi il 40% a Landini e poi il crollo, e così quasi il 40% a Grillo e di Maio poi scomparsi nel nulla ed ora il 40% alla Meloni costretta alla difensiva dalla sua politica non politica e da una squadra di governo improvvisata, impreparata ed imprudente. Lei stessa nel primo anno ha abbandonato il suo programma elettorale ed ha sposato l’Agenda Draghi e formalmente ha seguitato a comportarsi, specie in Parlamento, come il capo dell’opposizione che era stata nella legislatura precedente.

Poi a furia di viaggiare ha capito che aveva cambiato ruolo e sta soffrendo le malefatte della sua squadra, difendendo l’indifendibile: lo testimonia il ricorso retrospettivo a paragoni con i passati Governi, che nessuno difende, per coprire la mancanza di un vero progetto per il futuro.

Jannik ha conquistato il cuore degli italiani perché è un vincente, tiene alto il nome dell’Italia, è un bravo ragazzo, senza tatuaggi, con i capelli rossi tagliati come un qualunque ventenne, con una deliziosa fidanzatina bionda ed un grande amore per i suoi genitori. Guarda al futuro con speranze e con fiducia, accetta con modestia sacrifici e successi. Insomma è quel figlio che moltissimi italiani vorrebbero e lo vorrebbero anche molte sue coetanee. Senza macchia e senza paura come un qualunque ragazzo di provincia anzi di frontiera.

Giorgia ha conquistato l’entusiasmo degli italiani, grande comunicatrice già dall’aspetto, piccola e aggressiva, capace di raccontare per vere cose che non esistono e progetti che non attua. Sempre elegante ,capelli fluenti, rossetto invitante, mamma felice di una deliziosa bambina, compagna infelice di un bel giovanotto forse malato di sesso al di là del lecito.

Molto affezionata la mamma, alla sorella, al cognato e ad altri parenti forse in lista d’attesa per entrare nel Governo! Anche lei senza macchia e senza paura come una qualunque donna romana di periferia, nata in politica con Almirante.

Questo è quanto, ma molte altre cose non le sappiamo, per esempio se Giorgia vede su Sky le vittoriose esibizioni di Jannik in stadi stracolmi, e se Jannik ha votato nei turni elettorali che Georgia ha vinto e per chi ha votato! Ma questo è ininfluente per i milioni di italiani che non vedono più i Talkshow politici gratuiti e che invece pagano l’abbonamento a Sky per gli spettacoli sportivi !

E qui si apre la questione del Premierato, ennesima proposta elettorale che gioverebbe solo a chi la propone e cioè in questo caso a Giorgia. La proposta è del 2023 ed è già passato un anno: il ministro Scassellati ha lavorato tanto per consegnare al Governo ed al Parlamento un testo pasticciato che se passasse alle Camere sarebbe con alte probabilità respinto al referendum dal popolo che ama il Capo dello Stato e che lo difenderebbe dall’assalto sguaiato della destra di potere.

Ma allora, un anno fa la Meloni era sola, candidato unico, il panorama politico non offriva altro, Draghi era di fatto agli arresti domiciliari nella sua megavilla umbra contando sulla successione a Mattarella.

Poi però è sbucato il Generale Vannacci con 500.000 preferenze alle Europee, la sinistra ha ripreso fiato, Draghi ha scontato gli arresti ed è in viaggio sostenuto dall’Europa ed è spuntato Jannik ! Il giovane e talentuoso tennista, anche per motivi economici, non sarà mai candidato Premier, ma la sua vertiginosa ascesa nei media e nel cuore degli italiani dovrebbe insegnare che il futuro è incerto, che il paradigma è cambiato, che tre anni a venire sono lunghi, e che perciò tutto può succedere. Sangiuliano docet.


SEGNALIAMO

  • DALLA BANDIERA AL CARPET

    DALLA BANDIERA AL CARPET

    di Beppe Attene Più una società umana si fa più complessa più somiglia, nelle sue espressioni, ad ogni singolo individuo della sua specie. Agiscono al suo interno, per quanto in maniera inconsapevole, un numero infinitamente crescente di fattori e condizionamenti che non vengono formalizzati esplicitamente ma determinano messaggi esteriori in apparenza non sorretti da alcun…


  • IMPRESE SOCIALI ED EFFETTO “TRICKLE DOWN”

    IMPRESE SOCIALI ED EFFETTO “TRICKLE DOWN”

    Il gocciolamento di Giorgio Fiorentini Un’impresa sociale può strutturare la propria missione in modo nominalmente sociale svolgendo attività sociali residuali rispetto all’attività “caratteristica” e principale. Per esempio assumendo il principio del “gocciolamento”. La teoria del trickle – o anche effetto trickle-down, o teoria della goccia, indica un’idea di sviluppo economico, ritornato in voga soprattutto negli Stati Uniti,…


  • INSEGUIRE NON SERVE

    INSEGUIRE NON SERVE

    di Beppe Attene Ovviamente dobbiamo tutti sperare nella effettiva conclusione della battaglia di Gaza e nell’effettivo disarmo dei terroristi, veri e sanguinari oppressori del popolo palestinese. Ma dobbiamo anche sperare di avere imparato, dalla drammatica lezione, a riconoscere gli errori e le assenze dell’Occidente e dell’Europa in particolare. Da questo punto di vista la cosiddetta…


  • LA POLITICA MUORE, IL POLITICANTE VIVE

    LA POLITICA MUORE, IL POLITICANTE VIVE

    di Beppe Attene Si tratta, senza dubbio, di un’affascinante contraddizione che ci chiede, per essere esaminata, un ritorno alle originarie e tradizionali definizioni. Da Giorgio Guglielmo Federico Hegel (1770 – 1831) il confine teorico delle società occidentali è segnato dalla distinzione tra la sfera detta della “società civile” e quella “politico – istituzionale”. Purtroppo, nella…


  • THE WESTERN POLITICAL THOUGHT

    THE WESTERN POLITICAL THOUGHT

    Industrial Revolution, social question, the rise of proletariat, and Karl Marx By Riccardo Piroddi Abstract: La rivoluzione industriale, avvenuta in Inghilterra tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo, segnò una trasformazione radicale dell’economia e della società. L’introduzione del sistema industriale e della produzione meccanizzata portò alla nascita di una nuova classe operaia…


  • C’È UN PROBLEMA DI MISOGINIA ANCHE NELLA MAGISTRATURA?

    di Roberto Giuliano Nell’imaginario collettivo c’è la visione che un magistrato sia una persona degna di fiducia, una persona irreprensibile nei confronti delle fragilità umane, quasi fosse un semi dio della mitologia greca. Certamente è positivo che una istituzione venga vissuta come una garanzia del sistema, più che mai in un regime democratico o che voglia essere…


  • L’EREDITA’ DI RE GIORGIO

    L’EREDITA’ DI RE GIORGIO

    di Giorgio Fiorentini L’apertura del testamento di Giorgio Armani ha “portato sugli scudi” il ruolo delle fondazioni. Infatti la Fondazione Giorgio Armani, che è stata costituita nel 2016, oggi è la holding di controllo del gruppo Armani con l’obiettivo di realizzare oltre ai progetti di utilità pubblica e sociale e garantire la stabilità e continuità…


  • L’OCCASIONE MANCATA DEL NUOVO ORDINE MONDIALE (ANNI ’90)

    L’OCCASIONE MANCATA DEL NUOVO ORDINE MONDIALE (ANNI ’90)

    Equilibri, crisi e asimmetrie nel sistema internazionale: l’occasione mancata del “Nuovo Ordine Mondiale” nei primi anni ’90 di Luigi Troiani Il sistema “classico” dei rapporti internazionali aveva come attori gli stati e quelli che potrebbero essere definiti stati nascenti o morenti, come gruppi armati in lotta per l’indipendenza, insorgenti che controllano un territorio in cerca…


  • D’OSSIMORO SI MUORE

    D’OSSIMORO SI MUORE

    di Beppe Attene La chiamiamo, con orgoglio e riconoscenza, “democrazia rappresentativa” quasi sempre senza mettere a fuoco la contraddizione che l’espressione contiene in sé. E quando, come talvolta pure capita, sembra che qualcuno se ne renda conto… le cose ancora peggiorano. “Democrazia”. L’etimologia è impietosa e si chiude su due assoluti concetti: Comando e Popolo.…


  • ARMANI SOCIALE

    ARMANI SOCIALE

    di Giorgio Fiorentini Armani ha giocato un suo ruolo sociale e filantropico nel mondo della moda rutilante, “strassato”, contingente e legato, spesso, all’effimero cercando nei progetti per il bene comune e civico una ulteriore legittimazione ed una conferma del suo ruolo sociale. Per Armani, la moda non solo come fenomeno, ma come attore sociale di una società che tradizionalmente…