IL CIVISMO SCOLASTICO

di Giorgio Fiorentini

La dispersione scolastica è un fenomeno critico per lo standing e posizionamento internazionale dell’Italia. Per dispersione scolastica e fragilita’ educativa si intende l’abbandono precoce del percorso scolastico o il non raggiungimento di un livello minimo di istruzione.

Il tasso di abbandono scolastico in Italia nel 2023 è stato di 12.7% ed è superiore alla media europea del 9.6%.

Un modello utile per ovviare a questa “patologia di welfare” è il CIVISMO SCOLASTICO come espressione di una scuola-istruzione “inclusiva” e come importante base per lo sviluppo, la competitività economico-finanziaria e per un asset sociale del “sistema paese”.

Si assiste ad un concetto dell’evoluzione del civismo: da un approccio ove il cittadino ha coscienza dei suoi doveri civili in logica di educazione civica al civismo diadico che ha in sé doveri e diritti dei cittadini.

Diritto ad avere opportunità di vita tramite servizi “on demand”, ma dovere di rispettare una opportunità di vita con limiti di equilibrio per la convivenza. Non si può vivere “ad libitum” e senza freni.

A volte le scelte di abbandono scolastico sono “una genitorialità di ritorno” ove le famiglie sacrificano l’istruzione dei figli per aumentare la loro capacità di reddito anche se prevalentemente dipende da disuguaglianze territoriali condizioni socio-economiche minime, offerta formativa inadeguata, limitata connessione scuola-lavoro.

Il CIVISMO SCOLASTICO si associa, in primis e semanticamente, all’educazione civica che è intesa come una disciplina che mira a fornire ai cittadini, soprattutto ai giovani, le conoscenze, le competenze e i valori necessari per partecipare attivamente e consapevolmente alla vita democratica. Si concentra su temi fondamentali come diritti e doveri del cittadino, organizzazione dello Stato partecipazione attiva e relazioni sociali, educazione alla legalità, ruolo attivo nella sostenibilità e cittadinanza globale.

Affrontare temi come l’ambiente, i diritti umani e la cooperazione internazionale.

Negli ultimi anni, in molti paesi, è stata rafforzata l’importanza dell’educazione civica nei programmi scolastici, per sviluppare una società più consapevole, equa e attenta al bene comune.

Tuttavia il CIVISMO SCOLASTICO deve strutturare una operatività organizzativa che permetta di “mettere a terra” i valori di principio sociale che si dichiarano.

Il diritto ad un CIVISMO SCOLASTICO diventa operativo se l’organizzazione scolastica è adeguata e funzionale; altrimenti è solo teoria.

L’organizzazione “aziendale” della scuola è un elemento cruciale per promuovere l’inclusione sociale, in quanto può favorire l’accesso equo alle opportunità educative e creare ambienti accoglienti per tutti gli studenti, indipendentemente dalle loro caratteristiche personali, culturali o socioeconomiche. Ovviamente “aziendale” inteso come strumento operativo che è utile per raggiungere la teleologia valoriale, culturale, di relazione e di habitat -contesto per la coesione sociale e la sedimentazione del sapere.

Quindi senza aver paura del falso stereotipo che “azienda” è una “produzione di studenti”, ma piuttosto un “processo di sviluppo, anche curricolare, di strumenti operativi e organizzativi indispensabili per gli studenti.”

“Azienda” come chassis che permette di sviluppare valorialità didattica e di conoscenza nonché di cultura.

Una struttura organizzativa “inclusiva” che crea politiche scolastiche che promuovono l’uguaglianza e il rispetto per la diversità e l’adozione di curricula flessibili per rispondere alle esigenze individuali e di precisione degli studenti. Quindi devono essere simmetriche con la domanda di una società “inclusiva”.

La collaborazione tra attori educativi e quindi coinvolgimento di insegnanti, famiglie e comunità nel processo educativo e formazione continua del personale scolastico per affrontare le sfide legate all’inclusione.

Risorse e supporto con disponibilità di risorse adeguate, come tutor, mediatori culturali e assistenti educativi ma anche della società civile in via sussidiaria, adattamento degli spazi scolastici per garantire l’accessibilità fisica e psicologica.

I risultati attesi sono il miglioramento del senso di appartenenza degli studenti, la riduzione delle disuguaglianze educative e sociali e l’aumento della partecipazione attiva di studenti con bisogni educativi speciali o appartenenti a gruppi marginalizzati. Il diritto alla scuola come diritto universalistico.

Un’organizzazione scolastica orientata all’inclusione sociale richiede un impegno condiviso e una visione sistemica. Promuovere una cultura della diversità non solo favorisce il successo educativo, ma contribuisce anche alla coesione sociale e alla formazione di cittadini consapevoli e rispettosi.

Però il CIVISMO SCOLASTICO è insieme di attività in processo e non solo dichiarazione di obiettivi.

Mutuando i concetti fondamentali per il successo politico, sociale ed economico dei “sistemi paese” di due dei premi nobel dell’economia 2024, Daron Acemoglu e Jame A.Robinsonon, le scuole e l’istruzione in bundling auspicabili (e vincenti) sono quelle  inclusive cioè svolgono una buona istruzione godendo di incentivi che incoraggiano a sforzarsi e ad eccellere senza entrare nella  dimensione della competitività.

Una scuola che sia coerente e simmetrica rispetto ai profili degli studenti-clienti-stakeholder, dove comunque esiste un orientamento al successo come imprenditori di se stessi, con relazioni collaborative, con il finalismo di  godersi i frutti dei loro investimenti scolastici e dei loro sforzi.

La scuola può migliorare il proprio standard di vita e usare quindi le risorse per avere un ruolo sostenibile economicamente e socialmente.

Scuole inclusive sono quelle che incoraggiano alla partecipazione della maggioranza delle persone ad attività economiche e sociali sfruttando al meglio i talenti e le loro abilità, motori della giusta proprietà e della prosperità.

Le scuole devono essere collegate in parte ad assetti di innovazione, tecnologia in progressione.

Il contrario del modello di scuola “inclusiva” è la scuola “estrattiva” che è elitaria e non offre incentivi (per esempio ai genitori) a sviluppare merito scolastico, a fare pressione politica per avere linee di partenza organizzative uguali (poveri e ricchi).

Le istituzioni politiche dei paesi a scelta “estrattiva” non fa in modo che la governance costruisca finanzi e sostenga le scuole a seconda dei desideri dei genitori e dei ragazzi che subiscono il potere immobilista delle istituzioni autoreferenziali.

In sintesi, il nome riflette il legame con la “civitas” (città) e con la partecipazione attiva alla vita della collettività.

Si richiede innovazione disgiunta dalla “distruzione creatrice” di Schumpeter che sostituisce solo il vecchio con il nuovo in ambito economico e destabilizza i rapporti.

Inoltre ed operativamente l’integrazione scolastica come processo che va oltre l’inclusione fisica, coinvolgendo anche l’aspetto sociale, culturale ed educativo.

Gli obiettivi dell’integrazione: si basano sul CIVISMO SCOLASTICO per promuovere il rispetto reciproco, l’apprendimento interculturale e la creazione di un ambiente di apprendimento che valorizzi le diversità.
Avere strumenti di supporto con l’introduzione di metodi didattici diversificati, l’uso di tecnologie per il supporto dell’apprendimento, e la presenza di figure professionali come mediatori culturali, insegnanti di supporto o assistenti sociali. Il tutto con un orientamento all’innovazione.
Il ruolo degli insegnanti con una loro formazione continua per sviluppare competenze interculturali e per affrontare le difficoltà di una classe con studenti di diverse origini.

Ricevo un interessante documento di civismo scolastico sussidiario dallo storico Walter Marossi del Centro studi Caldara.

Sono pagine del sindaco di Milano Emilio Caldara in cui si fa un “report” del progetto sperimentale TROTTER di Milano.

Si applicarono azioni di fisiologia sperimentale della nutrizione per 1.200/1500 bambini. Due refezioni trattamento igienico-educativo, scuola all’aperto per bambini fragili per educazione scolastica e sociale, la disciplina dell’esercizio fisico con bagni d’acqua, aria, sole e attività scolastica.

Il tutto su 12 padiglioni, con giochi e sport. Questo è lo chassis ed è il “bundling” del CIVISMO SCOLASTIC0.Quando è avvenuto? Nel 1918,1919,1920 cioè nell’altro secolo. Ed oggi?