I SEGNI DELL’ALTRO NEI PASSI DEL TEMPO

La vita è costellata di una molteplicità di “segni”: verbali, non verbali, visivi e uditivi, tattili, accennati, completi, incompleti, intravisti, subliminali. Questi si presentano come indicatori di messaggi, di dati da aver presenti, una sorta di comunicazione più o meno inconscia di eventi-fatti o idee che in qualche maniera possano ritornare di utilità alla persona interessata. Nell’antichità (Aristotele, Platone, Epicurei, Stoici) il “segno” indicava un processo di inferenza (=partire da premesse per arrivare a conclusioni). Con Sant’Agostino esso “porta a pensare qualcosa di altro”, mentre a partire da F. Bacone e da R. Cartesio fino ai nostri giorni con Ch.S. Peirce, F. de Saussure e U. Eco si è sviluppato il concetto di “significazione” e di produzione di ipotesi, per cui in ogni “segno” è possibile individuare la figura di un Soggetto che intende conseguire un Oggetto di valore.

Il “segno”, dunque, in generale è un qualcosa che rinvia a qualcos’altro attivando così un processo di informazione, come a dire è una realtà visibile che rinvia ad una invisibile sotto forma di richiamo. Quindi la “significazione” è una relazione che lega qualcosa di materialmente presente a un qualcos’altro di temporaneamente assente.

I “segni” sono sempre indizi della esistenza di una realtà nascosta e intendono condurre a questo quid, che nella sua indefinitezza rimane ancora un enigma non sciolto. Il loro ha un valore di una messa a fuoco di una esistenza che ha bisogno solamente di essere ritrovata o semmai scovata nel suo angolo misterioso. Essi non sono ancora prove certe, ma semplicemente un concentrato di messaggi rivolti verso una unica direzione che alla fine risulta, anche se non esplicitamente detto, essere la realtà che si va cercando.

Ecco perché si dice che più segni che, incastrandosi come in uno snodo conoscitivo, vanno nel medesimo verso sono espressione di una oggettività che assume tutti i contorni di una quasi-certezza e quindi di una possibile Verità. Dipenderà poi dalla intelligenza di chi li legge o li interpreta trovarne il suo giusto significato: tutto si gioca a questo particolare livello, che non necessariamente richiede sperimentazioni in un laboratorio. In definitiva si può dire che il “segno” non è altro che un invito discreto alla Conoscenza: ovviamente lo si può anche trascurare o non dargli il giusto seguito, ma il risultato è che l’evoluzione della persona potrebbe ritrovarsi come dimezzata e quindi perdente, con tutto ciò che ne consegue relativamente alla realizzazione di quel personale progetto di Vita al quale tutti si è chiamati.

Rifacendosi all’Altro (Divino), questo Essere Trans-umano, Misterioso, sempre sfuggente ma non per questo non percepibile almeno con lo strumento alto della capacità intuitiva, Presente e non visibile, quel Qualcosa/Qualcuno che tutte le menti sensibili sentono e avvertono come esistente anche se non pienamente afferrabile con la logica umana, ebbene questo Essere attraversa l’Universo, lo riempie, depone in esso delle tracce, che chiedono solamente di essere intercettate, riconosciute, sfogliate attentamente e seguite con un delicato e profondo sentire.

In ogni epoca Egli deposita un “segno” particolare del suo Esistere e la Storia è piena di questi ultimi. Ne elenco brevemente solo alcuni: il molto bene che si compie in Suo nome silenziosamente nelle varie epoche e da moltissime persone nella discrezione delle azioni (filantropia, organizzazioni caritative e sociali, atti di eroismo e di martirio…), la presenza anche del male e delle molteplici sue atrocità (guerre, assassinii, morti precoci o violente di bambini e di giovani, disastri naturali…) che se da una parte parlano esplicitamente forse di una assenza dell’Altro dall’altra, però, ne reclamano drammaticamente la presenza nella coscienza critica dei migliori, il progressivo aprirsi nei secoli della quantità e qualità conoscitiva della realtà circostante sia di quella micro che di quella macro (Filosofia, Psicologia, Scienza nelle sue varie forme, Tecnologia…), la nascita e il servizio nel mondo di spiriti veramente superiori sia nelle capacità conoscitive che in quelle etico-comportamentali, la diffusione della creatività artistica in tutte le sue manifestazioni concrete (scrittura, architettura, pittura, scultura…), lo sviluppo della religiosità nelle sue varie espressioni (mistica, miracoli…), il culto dei morti…

Tutto questo insieme di “segni” indiretti dicono chiaramente che esiste un Altro, anche se inaccessibile alle attuali capacità terrene e che si cela in molte esplicitazioni dell’umano vivere su questa pianeta. Si tratta del volto di un possibile Divino non panteistico, ma personale, che da anime attente e sensibili è intravisto come includente esigenze di Eternità, Immensità e Infinità, quindi quel “Totalmente Altro” (K. Barth) che, pur da noi prevalentemente solo intuito, postula però implicitamente la sua Realtà.

Il Suo volto è disseminato ovunque, come tanti granelli di sabbia in abbondanza sparsi in ogni angolo del mondo. È nascosto come agente o ispiratore indiretto in molti eventi di vita quotidiana, che andrebbero meglio scandagliati, sezionati, visionati e meditati con un più accurato filtro. È presente con sufficiente evidenza in fatti che talora avvengono in maniera eccezionale o almeno inusuale. La straordinarietà dell’accadimento sta nell’essere come costretti a uscire fuori dalla ordinarietà che troppo spesso spinge al non pensare. Di fatti eccezionali nella vita di ogni essere umano ne accadono tanti e non sempre sono riferiti come tali un po’ per una maldestra prudenza un po’ per sfuggire al giudizio della massa: invece andrebbero accettati e interpretati secondo il loro giusto senso. In questi fatti non ordinari si associa sempre il tocco della imprevedibilità e, direi, del superiore “segno” di una Presenza non detta ma appena bisbigliata.

Ci sono poi colloqui con persone particolari, che sembrano un dono imprevisto e non programmato: queste spesso offrono quanto da sempre cercato e mai trovato, come un miracolo del cielo che giunge nel tempo opportuno. Si aggiunga poi il verificarsi di tante coincidenze non casuali, di incontri improbabili, come fossero stati preordinati e preparati da una Intelligenza Superiore, non certamente dal caso, perché in sé si presentano come portatrici di un messaggio che in quel particolare momento si attendeva da sempre. Non rare volte è proprio da persone umili e semplici, come fossero guidate e spinte da una voce interiore, che sono partite e partono grandi realizzazioni nella Storia.

C’è l’esperienza del grande miracolo della Vita nella sua perfetta armonicità che sempre genera stupore e gioia in ogni cuore. Non manca, però, anche l’esperienza improvvisa di un dolore di qualunque natura esso sia (fisico o psichico), che va come a scuotere la mente e il flusso vitale contro una realtà non gradevole, ma vera: anche con questa occorre fare i conti e scoprire il “segno” nascosto come intervento di un Disegno da parte di una Forza Superiore che intende come invitare l’uomo ad aprire gli occhi su ciò che veramente si è e conta e a far proiettare lo sguardo su più serie e autentiche Verità.

C’è poi l’incontro con particolari squarci di Natura, che sanno più di cielo che di terra per la poetica sinfonia che in essa regna, il profumo dei suoi fiori, la variegata presenza di delicate finezze paesaggistiche: quanti “segni” nascosti della Sua presenza sono proposti e indicati da questa stupenda realtà materiale.

Che dire della Bellezza che in tutte le sue forme si rivela in ogni parte del creato (persone, arte, ordine in alcune realtà, equilibrio in tante manifestazioni degli Esseri, quasi perfezione in oggetti e prodotti della Natura come fiocchi di neve, foglie e fiori, panoramiche marine e montane mozzafiato, originali costruzioni teoriche matematiche e scientifiche…)? Dalla sua contemplazione viene fuori un messaggio di straordinaria indicazione della esistenza di un Qualcosa / Qualcuno che in essa è nascosta ma anche ben rispecchiata.

Quando poi si passa al macrocosmo come l’Universo, allora si entra nel più grande Mistero del vivere, perché ci si trova dinanzi a una realtà così sterminata che, dopo secoli, è ancora tutta da esplorare e da capire da parte dell’intelligenza umana non solo nella sua natura, ma soprattutto nell’evoluzione del suo esistere, nelle sue leggi fondamentali, nelle finalità per le quali c’è e eventualmente nell’Autore altrettanto misterioso che muove tutta questa Immensità. Con un balzo intuitivo non è difficile afferrare qualche segnale che da essa proviene e da ciò che essa indica come celato al suo interno.
Certamente io escluderei il caso o il caos come alla base dell’origine del Tutto o semmai come un tentativo autonomo di risistemazione in processi armonici di quanto accade.
Ci sarebbe da chiedersi: perché e a quale scopo ultimo la ricerca di questa Armonia riequilibrante il caotico? In base a quali leggi: poste poi da chi? Per il momento non esistono risposte adeguate a questi interrogativi.

I “segni” di questa eventuale Presenza tendono inoltre a cambiare continuamente nel Tempo come volessero adattarsi alle condizioni di comprensione da parte dell’intelligenza umana di uno specifico momento storico: è come intendessero rendersi a esso contemporanei. Tali segnali possono essere eclatanti (veri miracoli, guarigioni improvvise e impreviste…), ma anche sottili e facilmente bene interpretabili se si riuscisse a prestare un minimo di attenzione alla loro dinamica. L’Altro si adatta alla capacità evolutiva delle menti e generalmente della cultura e della conoscenza del Tempo. Ognuno qui può andare incontro a personali esperienze, che si avvertono anche se non sempre sono narrabili a parole e per tanti motivi, compresa la fretta del non voler pensarci sopra. Prima bastavano pochi “segni”, oggi sembra che se ne esigano molti con modalità sempre più raffinate: di questi numerose ormai sono le esperienze riportate nella vasta letteratura della Psicologia di frontiera. Basta solo consultarla.

Occorrerebbe allora sviluppare la capacità o la predisposizione d’animo a sapersi porre in Ascolto della Realtà: questa ha un linguaggio tutto suo, specialmente quando ogni cosa sembra essere avvolta dal Silenzio. Quest’ultimo non è solo musica, come è percepito e descritto dagli Artisti, ma anche Parola quando si riesce a creare una sintonizzazione con l’interiorità della persona. Il “cosa” dice dipende dal grado non solo di ascolto da parte dell’Uomo ma anche dallo sviluppo della sua sensibilità: è su questo particolare canale che si articola l’adeguata comunicazione di un messaggio. Solo i Poeti e i Mistici a questo riguardo riescono ad accedere alla profondità di questo “dialogo”.

I “segni” non vanno solo ascoltati, ma anche concretamente scoperti con una costante e attenta ricerca che non dovrebbe essere relegata al caso, ma divenire frutto di un vigile e continuo esame degli indizi, prima di quelli più lontani e poi di quelli che maggiormente si presentano ravvicinati per giungere alla fine a inquadrare con sufficiente compiutezza il tutto che in qualche modo va emergendo dai suoi particolari. Giunti a questo stadio occorre poi cominciare a “vedere” da vicino i singoli dettagli per iniziare a dare a essi un significato più o meno congruo, per non dire esauriente, dall’insieme dei dati raccolti.
È un processo di sintesi questo, semmai lungo e paziente, ma necessario per giungere a farsi un’idea possibilmente indicativa di ciò a cui il “segno” allude.

È così che si comincia a”intravedere” cosa si nasconde sotto il suo velo. Quando si è avvertita una immagine un po’ netta del potenziale contenuto derivante dal complesso degli indizi, allora sembra intelligentemente lecito iniziare a stabilire un dialogo con essi, cominciando a interagire con gli stessi. Comprendo bene che qui ci si inoltra nel Grande Mistero del non sempre comprensibile da parte di tutti, perché teoricamente potrebbe esserlo, ma concretamente spesso questi “tutti” non riescono a voler intraprendere un cammino di tale genere, operazione pur “normale” ma molto impegnativa per la vita e la necessità di un “senso” da darle.

In conclusione è nei “passi del Tempo”, come a dire nella conoscenza dell’“Alfabeto del sentiero”, che si nasconde il “Passo” e la “Presenza” dell’Altro, che è sì inaccessibile alla umana ragione, ma è anche l’implicito anelito al quale essa tende anche senza dirlo. Tutto sta a muoversi sempre con saggia attenzione controllando ed esaminando con scrupolo i singoli dettagli, perché è proprio in essi che si muove il Grande Essere. Quel “Totalmente Altro” allora è solo per chi non vuole porsi in cammino per la sua ricerca, ma non per chi va ad esplorare i suoi nascondigli dove Egli non si rivela più come “Altro” ma come Padre Meraviglioso dell’Intero Universo.

Giustamente scrive il grande critico e saggista Mario Praz (1896-1982): “La casa è l’uomo. Dimmi come abiti e ti dirò chi sei”. Come a voler dire: raccontami il grado di Meraviglia che riempie il tuo cuore dinanzi alla roccia del tuo Essere spesso eroso dal vento del dubbio e io ti aprirò la strada che ti conduce alla spianata della Vita e della Verità. Con più semplicità Pietro Metastasio (1698-1782): “Dovunque il guardo io giro, / Immenso Dio, Ti vedo: /nell’opre tue t’ammiro, / ti riconosco in me”


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Commenti

2 risposte a “I SEGNI DELL’ALTRO NEI PASSI DEL TEMPO”

  1. Avatar Carmine
    Carmine

    Straordinario Autore! Affronta e trasmette grandi temi con sobrietà, stimolandone riflessione ricerca e necessari approfondimenti. Grazie

    1. Avatar equizzi@gmail.com

      Grazie a te del commento e dell’interesse, porgiamo all’autore il tuo pensiero.