GLI SCRITTORI CHE HANNO FATTO L’ITALIA: COLLODI

E IL SUO MONDO FAVOLISTICO CONTADINO

Tre figure di grandi scrittori si impongono nel panorama italiano post-risorgimentale: Edmondo De Amicis, Carlo Collodi, Emilio Salgari.

Giovanni Spadolini che, oltre ad essere stato un importante uomo politico, è stato anche uno scrittore di storia, li annoverava tra gli uomini che hanno fatto l’Italia e gli italiani, per il grande contributo che hanno dato alla loro formazione culturale ma anche al loro immaginario collettivo.

Carlo Collodi è l’autore del libro più diffuso e tradotto al mondo, quel Pinocchio che è persino diventato un film di Walt Disney e che ha avuto varie versioni televisive. Sono evidenti a tutti i caratteri educativi del libro, ma anche la sua portata fantastica che – tutti lo sanno – comincia con un pezzo di legno che diventa bambino, sottraendosi al destino di diventare fiamma per riscaldare Geppetto.

Pinocchio è innanzi tutto una favola laica, dove il sovrannaturale non è mai presente e non incide mai nella vita degli uomini, casomai il sovrannaturale si presenta attraverso i topoi della vita e dell’immaginario contadino, in un mondo rurale, dove si conosce soltanto la fatica dei campi, dove ognuno vive nel proprio egoismo, costretto dalla terra che richiede fatica ed è avara di frutti.

I personaggi sono mutuati dagli animali che appartengono al mondo contadino: il gatto, la volpe, la lumaca, il grillo, il somaro, il cane la balena (che Collodi chiama il pescecane), il tonno e altri prendono vita e sembianze umane e seguono il loro carattere.

In questo mondo fantastico il burattino Pinocchio vive la fatica di crescere e di diventare uomo, in carne e ossa. Subisce le tentazioni, le suggestioni della ricchezza non guadagnata con il lavoro, che gli verrà sottratta, la scuola marinata per inseguire il divertimento che lo porterà alla perdizione, fino a quando accetterà la fatica, lo sfruttamento, il lavoro che lo faranno crescere e ne faranno un uomo.

Anche la figura umana di Carlo Lorenzini (che si chiamò Collodi dal nome del paese dove era nata la sua mamma) offre spunti di notevole interesse. Anche lui figura laica e risorgimentale, si era affiliato alla massoneria, amante della buona vita e giocatore. Con i suoi scritti guadagnò tantissimo ma spese altrettanto. Quando cominciò a pubblicare, come feuilletton a puntate, Pinocchio sul Giornale dei Bambini, fece finire la storia al momento che Pinocchio viene impiccato dal Gatto e la Volpe, fu subissato di proteste da parte dei lettori e l’editore per convincerlo a continuare la storia gli diede un compenso esagerato.

Pinocchio è diventato un personaggio universale, è stato tradotto praticamente in tutte le lingue ha avuto un centinaio di illustratori, dal primo Mazzanti fino a Nespolo, è diventato un personaggio dei fumetti, notevoli Jacovitti che lo racconterà a fumetti tre volte e Sto, Sergio Tofano del Signor Bonaventura, sul  Corriere dei Piccoli. E persino nella versione Ufo Robot di Luciano Secchi.

Ha ispirato pure Tolstoi e Gianni Rodari.E’ stato interpretato in chiave psicanalitica.

Oltre ad aver avuto molte trasposizioni cinematografiche. Ultima in ordine di tempo quella di Garrone con Benigni, che aveva interpretato Pinocchio in un suo film, e che qui è un magistrale Geppetto.


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