ANTONIN DVORAK 1841 – 1904

Prima di parlare di sofferenze e drammi della creatività adulta diamo un’occhiata a due passioni di Dvorak, che molto adulte non erano. I piccioni, per i quali andava matto; li allevava, li collezionava, ne seguiva le gare e le prodezze. E i treni. Era per lui una meravigliosa immersione nella favola andare a guardarli ai passaggi a livello, alle stazioni, parlare con macchinisti e fuochisti, farsi spiegare locomotive, scambi e binari. Un bambino. Ah, c’è un’altra notiziola interessante: gli astronomi hanno dato il suo nome a un cratere scoperto su Mercurio.

Antonin nasce a Nelahozeves, uno di quei villaggi est europei dai nomi non proprio facili e prosegue la sua vita senza grandi eventi a Praga, dove suo padre ha una macelleria con locanda e suona la cetra. Papà vorrebbe Antonin macellaio e locandiere come lui; invece, per fortuna, accortosi del talento del figlio lo fa studiare e diplomare.
Come tanti altri musicisti poveri, Dvorak comincia a guadagnarsi la vita suonicchiando qua e là e dando lezioni.

Si innamora di una sua allieva, che però non lo ricambia. Questo rifiuto lo ispira a comporre un bel ciclo di canzoni per voce e piano. Qualche anno dopo, non sappiamo se per ripicca, ne sposa la sorella minore; e vissero felici e contenti.

Per l’interessamento di Brahms, di cui diventerà grande amico, ottiene nel 1875 una borsa di studio statale, che gli permette di dedicarsi a tempo pieno alla composizione.
Sempre Brahms lo mette in contatto con un importante editore che contribuisce alla diffusione e al successo della sua musica.
Poi finalmente la svolta: su invito di una ricca ereditiera americana, Dvorak si trasferisce a New York per dirigere il Conservatorio Nazionale. Accetta la nomina a condizione che gli studenti poveri nativi americani e afroamericani siano ammessi gratis ai corsi.

In USA, dopo che in patria si era interessato ai canti popolari cechi e boemi, è incuriosito e approfondisce lo studio degli spiritual e dei gospel.

Dopo qualche anno oltreoceano, il richiamo della vecchia Europa lo riporta a Praga, dove diventa direttore del Conservatorio e muore contento nel 1904.

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Commenti

Una risposta a “ANTONIN DVORAK 1841 – 1904”

  1. Avatar ettore zeppegno
    ettore zeppegno

    Divertentissimo, come al solito. Al prossimo genio della musica, magari poco conosciuto….