LE CIMICI CONQUISTERANNO IL MONDO?

Mentre la Francia combatte la sua battaglia contro le cimici da letto, in Italia è lotta serrata alle cimici verdi e a quelle asiatiche che stanno mettendo in ginocchio gli agricoltori danneggiando i raccolti di frutta, verdura e frutta in guscio.

Già negli anni 30, in quasi tutta l’Europa, la cimice da letto aveva infestato più o meno la totalità delle abitazioni del tempo, le cause furono principalmente l’ancor bassa conoscenza in materia di entomologia, la mancanza di mezzi di contrasto e la scarsa pulizia degli ambienti. La presenza dell’insetto iniziò a diminuire fino alla totale scomparsa a partire dal secondo dopoguerra grazie alla concomitanza di fattori scientifici e sociali.

La messa in commercio del primo DDT (oggi bandito ma allora considerato un tocca sana) unito al miglioramento delle condizioni igieniche nelle abitazioni hanno portato alla lenta scomparsa del parassita.

A cosa si deve il ritorno della cimice da letto? L’attuale emergenza in terra francese non può essere di sicuro imputabile ad una scarsa disponibilità di mezzi di contrasto e conoscenza scientifica com’era un tempo, sembrerebbe dunque che i comportamenti dell’uomo atti ad evitare questi disagi non siano più idonei e che la società stia lentamente regredendo verso condizioni igieniche d’altri tempi con particolare riferimento alla pulizia della casa e dei luoghi di riparo del parassita, i materassi per l’appunto.

Nel paese transalpino la lotta si gioca tra le mura domestiche, in Italia invece la partita aperta è nei campi dove la cimice verde e quella asiatica proliferano e creano resistenze ai mezzi di sintesi che gli agricoltori hanno utilizzato finora per combatterla. La Tuscia è uno dei territori più colpiti e qui i danni sono ingenti soprattutto nelle coltivazioni di nocciolo. Non è noto a quanto possano ammontare i danni provocati agli agricoltori dall’invasione ma la gravità del fenomeno li sta mobilitando e come spesso avviene nel settore, la necessità fa virtù e allora a Civita Castellana, in provincia in Viterbo, un gruppo di imprenditori agricoli e associazioni attive nel campo si stanno facendo promotori di possibili soluzioni alla problematica.

È attraverso la ricerca, i monitoraggi e l’attuazione di buone pratiche agronomiche che questi uomini e donne vogliono vincere la battaglia contro la cimice dettandosi la “conditio sine qua non” sul rispetto dell’ambiente, degli ecosistemi e la cura del territorio. Tutelare le aziende private ed il patrimonio collettivo attraverso l’unione delle forze e delle conoscenze è la più alta forma di sviluppo che si possa auspicare ad una comunità moderna che vive in un ambiente continuamente sotto attacco e che oggi richiede attenzioni quanto non mai.

Questi imprenditori stanno aspettando da anni sostegno e decisioni da parte delle istituzioni che hanno promesso lo stanziamento di fondi per ricerca e sviluppo di soluzioni e che devono dare importanti risposte agli scienziati che insieme agli agricoltori stanno lavorando ad una risoluzione del problema cimici.


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