Menomale che questa volta non sarebbero stati ammessi veti da parte di nessuno !
Così aveva sintetizzato Elena Ethel Schlein, detta Elly, dopo avere segnato un goal poi annullato.
Si trattava di non escludere a priori nessuno dalla partecipazione al cosiddetto campo largo che, per ora, è più uno slargo, un campetto da calcio di periferia, inaridito e polveroso che nessuno innaffia e manutiene.
Conte appare posseduto da ossessioni, sembra alimentarsi di odii.
Egli mi stupisce sempre, forse perché è un politico fuori dall’ordinario, a causa anche dell’inedito percorso che gli ha riservato la sorte.
Uno sconosciuto professore universitario venne testato e selezionato (da DiMaio) in una lista d’attesa per eventuali incarichi di tipo tecnico o ministeriale, giacché i sondaggi elettorali del Movimento 5Stelle prevedevano un buon successo (che si dimostrerà addirittura clamoroso).
Il professore che in un batter di ciglia diventerà un avvocato, anzi “l’avvocato degli Italiani”, si trova a fare il Presidente del Consiglio senza avere mai non dico diretto ma neanche partecipato a qualche organismo di livello costituzionale.
Dopo il trionfo dei Vaffa….. la politica tradizionale si trova spiazzata di fronte a questo sconosciuto che va in giro sempre scortato -potremmo dire infermierizzato- da almeno uno dei due vicepresidenti.
L’uomo lascia loro la scena e approfitta per imparare il mestiere ma usa però la sua scienza amministrativa e soprattutto penale per frenare le fughe in avanti dei due.
Si impratichisce anche nell’arte della demagogia: per settimane, in attesa della “fiducia”, va in giro in taxi, circondato dalle scorte.
Quando sventola la mano per fermare il mezzo, tre agenti di polizia, carabinieri e guardia di finanza alzano (di nascosto) la paletta.
La prima volta che mostro’ una forte personalità fu alla Camera, in occasione delle dimissioni del governo gialloverde.
Quando, con la mano sulla spalla, guardandolo negli occhi, con tono paternalista, disse a Salvini di considerarlo un simpatico e volenteroso dilettante allo sbaraglio.
Veniamo all’oggi, al diktat: o lui o io , riguardo a Renzi.
Quel Renzi che prima seppe (unico a crederci) impedire le elezioni anticipate e rendere possibile la nascita del secondo governo Conte, quello giallorosso.
E che diede una grossa mano, non molto tempo dopo, a farlo cadere.
Conte sostiene che l’avversione verso il fiorentino dipende solo dalla sua inaffidabilità ma io non ci credo.
I politici sono abituati a fingere commozioni che non sentono, a mostrare indignazioni che non
provano ma sono ormai indifferenti ad ogni insulto, cattiveria, aggressività.
Li considerano imprevisti del mestiere.
“Giuseppi” invece quando si fa il nome di Matteo freme, schiuma, si disunisce.
E’ vero che nel momento in cui combatte una battaglia ormai mortale e decisiva con Grillo non può permettersi di apparire succube del PD ( Renzi sarebbe quindi solo un pretesto).
Tuttavia credo che i due ormai si detestino per qualche scorrettezza imperdonabile che mai sapremo.
Questa lunga premessa per spiegarvi che cosa, tra i tanti difetti dei partiti, ritengo il peggiore: il leaderismo dilagante.
Ormai tutto è delegato al segretario e a nulla serve l’ingenuo espediente del “correntismo”.
In organismi dove è scomparso il volontariato, la militanza, il dibattito interno, il coinvolgimento degli iscritti.
Tutto ciò è innanzitutto dovuto ad una scelta del mondo della comunicazione che in tanta confusione di ruoli, di luoghi (vedi l’importanza assunta dalla Europa), ha deciso che per semplificarsi la vita l’unica soluzione sia dare voce al segretario e basta.
La nostra costituzione assegna ai partiti un ruolo fondamentale, quello di organizzare la vita della democrazia.
Proprio loro, che sono privi di democrazia.
Per questo trovo inspiegabile perché un segretario/ presidente di partito possa impedire l’evolversi di un progetto politico (a prescindere se giusto o sbagliato che sia) senza un mandato datogli dalla sua base. Loro sostenitori della democrazia diretta digitale.
La vecchia, cara DC avrebbe convocato il congresso.
SEGNALIAMO
-
REMIGRAZIONE. MASCHIO IN CRISI

di Gaia Bertotti Remigration è il nuovo hashtag dell’estrema destra europea, simbolo di un desiderio ossessivo: il rimpatrio di immigrati regolari e irregolari. Dai social alle piazze: il 15 novembre a Brescia verrà presentato ufficialmente il Comitato Remigrazione e Riconquista, con l’obiettivo dichiarato di “difendere e riconquistare la nostra identità nazionale”.Ma dietro la retorica della…
-
GLI SCHIERAMENTI DELLA POLITICA E LE LORO GRANDI OMBRE

di Stefano Rolando Nelle invettive politiche e nei sensi di colpa che si annidano tra passato e presente, sinistra, destra e centro vengono ancora percepiti come spazi abitati da comunisti, fascisti e democristiani. Se non fa un passo avanti una nuova cultura della politica il 30/40% di elettori già perduti dalla Seconda Repubblica porterà ad avere solo…
-
THE WESTERN POLITICAL THOUGHT

The Political Order’s Crisis: The Early 20th Century (Part 2) Marxism in the early 20th century By Riccardo Piroddi Abstract: All’inizio del Novecento, il marxismo subì una svolta importante, abbandonando progressivamente l’idea della rivoluzione come necessità storica e collettiva, per aprirsi alla possibilità di un’azione rivoluzionaria guidata da un singolo soggetto politico: il partito. Rosa…
-
GIANI, UNA LEZIONE PER IL CENTRO SINISTRA

di Carmine Fotia La vittoria a valanga di Eugenio Giani consente al centro sinistra di esultare dopo le brucianti sconfitte nelle Marche e in Calabria. È dunque il momento di una breve analisi del voto nel suo complesso, prima che votino Campania, Puglia e Veneto. Chiunque conosca la Calabria sapeva che sarebbe finita così. Tuttavia, Pasquale…
-
MATTARELLA, TIMONIERE IN UN’ITALIA IN TEMPESTA

Il 14 gennaio 2015, al termine del semestre di presidenza italiana del consiglio dell’Unione europea, Giorgio Napolitano si dimise. Erano passati meno di due anni dalla rielezione. La notizia era attesa. Il presidente sentiva il peso dell’età. Il presidente era riuscito a tirare fuori il Paese da una situazione difficile evitando scelte avventuristiche, ma il…
-
IL COSIDDETTO INTERESSE NAZIONALE

Maneggiare con cura, può rinculare di Luigi Troiani The American Political Dictionary nel 1979 chiama il “National Interest” «concetto di sicurezza e benessere dello stato, applicato alla politica estera. Un approccio alla politica estera ispirato all’interesse nazionale richiede di maneggiare in modo ‘realistico’ i problemi internazionali, basandosi sull’uso della forza e della potenza divorziati da…
-
INSEGUIRE NON SERVE

di Beppe Attene Ovviamente dobbiamo tutti sperare nella effettiva conclusione della battaglia di Gaza e nell’effettivo disarmo dei terroristi, veri e sanguinari oppressori del popolo palestinese. Ma dobbiamo anche sperare di avere imparato, dalla drammatica lezione, a riconoscere gli errori e le assenze dell’Occidente e dell’Europa in particolare. Da questo punto di vista la cosiddetta…
-
UN’IDEA PER IL NUOVO ORDINE MONDIALE

La ripresa di una forte iniziativa politica e diplomatica per un nuovo ordine mondiale è la risposta contro la guerra per conquistare la pace.L’Associazione degli ex parlamentari della Repubblica chiede pertanto una testimonianza ai rappresentanti di Istituti di Studi Internazionali del nostro Paese, sulla crisi delle relazioni fra gli Stati e le guerre in atto…
-
FREEZE WORLD!

di Beppe Attene È successo, ed è terribile. Una mutazione climatica istantanea ha congelato in un istante tutto, ma proprio tutto, il globo terracqueo con tutti i suoi abitanti umani freezati, come si dice sul set di Il Grande Fratello, in quello che stavano facendo in quel momento. Terribile, certo, ma almeno ci permette di…














