LA GUERRA CON L’ACQUA

.USQUE TANDEM…….di EUSAN…

Detto così “la guerra con l’acqua” sembra un gioco per bambini, ovunque nel mondo. Invece in Ucraina è una grande tragedia.

Gli Italiani più giovani che non ricordano il dramma della esondazione della diga del Vajont con distruzione e morte di tutto ciò che era a valle della diga a Longarone, avranno difficoltà a credere di cosa sia capace l’acqua che esca da una diga resa insufficiente.

La diga del Vajont chiudeva una stretta gola tra due monti ed era, ed è ancora, larga meno di 200 metri ed alta più di 250. Fu inaugurata nel 1960 e si riempi’ rapidamente con l’acqua del torrente omonimo sino a contenere 170 milioni di metri cubi di acqua. Tre anni dopo nel profondo di una notte autunnale, una delle due montagne franò nell’invaso spingendo oltre la diga, che resistette all’urto, una spaventosa onda che precipitò nella sottostante valle travolgendo tutto, abitati, abitanti, coltivazioni ed alberi. Ci furono oltre 2000 morti.

In un’altra notte, questa volta di primavera, nel corso della sporca guerra del Donbass, è crollata la grande diga Kakhovka alta solo 30 metri, ma molto larga che crea un enorme riserva d’acqua in un bacino molto vasto con una centrale idroelettrica. Il fiume Dniepr è uno dei più grandi d’Europa , lungo più di 2000 Km , attraversa la Russia, la Bielorussia, l’Ucraina compresa la sua capitale Kiev e, dopo una grande curva verso oriente ossia verso il Donbass, sfocia nel Mar Nero tra la penisola di Crimea ed il grande porto di Odessa.

A valle della diga è la regione di Kerson ,una delle città martiri della sporca guerra ,mentre a monte il bacino fornisce l’acqua per il raffreddamento dei reattori della centrale atomica di Zaporizhzhia, nonché il rifornimento idrico della Crimea. La rottura della diga ha abbassato il livello del bacino, ma soprattutto ha provocato una grande inondazione che ha costretto alla evacuazione di migliaia di abitanti per l’allagamento di molti villaggi e della stessa Kerson ed ha aumentato la distanza tra i due eserciti attestati sulle due sponde del fiume , costrette ad arretrare quando invece lo scontro diretto sembrava imminente. Purtoppo anche in queste drammatiche condizioni la guerra continua con l’attività della artiglieria, dei lancia missili e dei droni ed a nulla son valsi al momento gli appelli del ONU per una tregua.

La diga era da mesi sotto il controllo dei Russi, come la gran parte dei territori al di là della riva sinistra del fiume ed ora gli Ucraini attestati sulla riva destra erano pronti per l’annunciata grande offensiva di primavera .

Ma cosa è successo , perché è crollata parte della diga ? E’stata cattiva, anzi mancata manutenzione dell’impianto o è stato un missile sparato da terra o è stato un Drone , o è stata una carica di dinamite comandata a distanza? La responsabilità è dunque di una delle due parti in guerra o addirittura di una terza parte spuntata all’improvviso nella logica del sabotaggio o del terrorismo?

L’allagamento della grande pianura frena il contrattacco ucraino appena cominciato che non può ragionevolmente affrontare né l’acqua né il fango, ma rende più difficoltosa la difesa russa dei territori occupati e crea seri problemi in Crimea dipendente dall’acqua proveniente da quel grande bacino ora parzialmente svuotato. Per tutti poi c’e’ il rischio Zaporizhzkia dove almeno uno dei reattori è ancora in funzione ed ha bisogno del raffreddamento idrico, pena l’esplosione.

Nessuno ha rivendicato l’esplosione della diga che nuoce a tutti e non ha apparentemente comportato nessun sostanziale beneficio per nessuno. Dunque un errore o un attentato ? Nella guerra delle bugie si accavallano notizie che nessuno smentisce, tanto ormai il danno è fatto.

Quello storico grande fiume giocherà di nuovo un grande ruolo in questa sporca guerra come già era successo nella seconda guerra mondiale quando sulle due rive si fronteggiarono i due eserciti belligeranti: a sinistra quello russo, a destra quello tedesco rinforzato dalle Divisioni Italiane dell’ARMIR (Armata Italiana in Russia) . Allora sul fiume gelato non c’erano dighe da distruggere e inondazioni da provocare: bastò la neve a determinare l’esito. I Russi sapevano combattere nella neve per la quale erano ben attrezzati, così Tedeschi ed Italiani furono costretti ad una precipitosa ritirata abbandonando le posizioni sul fiume. L’Armir perse quasi centomila uomini e la Germania cominciò a perdere la guerra.

Successe non diversamente da quanto era capitato a Napoleone quando invase la Russia , fermato sulla Beresina affluente del Dniepr e messo in fuga dal Generale Inverno!

Questa volta la primavera ha squagliato la neve, ma ci ha pensato l’acqua con lo scoppio della diga a creare condizioni impossibili sul terreno.” A’ la guerre comme à la guerre “, morti su morti, danni su danni, oltre ogni limite, per quale motivo ? Per conquistare un pezzetto di terra in più alla Madre Russia ,ossia alla nazione già piu’ grande del mondo ? Per la soddisfazione nazionalistica dei russi del Donbass trapiantati in queste terre da più di un secolo con la russificazione di Stalin ? Per le miniere di terre rare ed altri metalli che sicuramente ci saranno anche altrove, per esempio in Siberia ?

Se si guardano i danni fatti in Emilia-Romagna dall’alluvione per le piogge straordinarie di maggio 2023, è possibile immaginare cosa è successo con il crollo di una grande diga su un grande fiume con l’inondazione massiva di abitati e campagne in un territorio già martoriato da più di un anno di guerra con feroci bombardamenti e battaglie casa per casa. Ma è sicuro che siamo nell’Europa del ventunesimo secolo?