LA SALUTE DEI MINORI: COME EVITARE LO “STABAT MATER IN FA MINORE”

di Giorgio Fiorentini

Lo “Stabat Mater in fa minore” era uno dei “planctus” o lamentazione nei primi secoli dopo il Mille: per analogia concettuale la salute dei minori è, da subito e purtroppo, classificabile come oggetto di lamentazione per la mancanza operativa di offerta di servizi adeguati alla domanda dei minori e delle famiglie che è un valore istituzionale e Costituzionale.

Infatti l’articolo 31 della Costituzione italiana riguarda “la tutela della famiglia, della maternità, dell’infanzia e della gioventù. La Repubblica si impegna a favorire la formazione della famiglia e l’adempimento dei suoi compiti, con particolare attenzione alle famiglie numerose, e a proteggere maternità, infanzia e gioventù, fornendo gli istituti necessari.”

I dati ISTAT, al 1° gennaio 2024, affermano che in Italia ci sono oltre 5 milioni di residenti tra 11 e 19 anni, che rappresentano circa l’8,7% della popolazione residente. Complessivamente, i bambini e gli adolescenti fino a 18 anni sono circa 9,8 milioni, pari al 16,2% della popolazione. 

Si comprende che l’attenzione per i servizi per minori deve essere uno dei fondamentali del civismo.

La tutela sanitaria dei minori è l’insieme organizzato dei servizi sanitari e socioassistenziali che devono garantire i diritti universali sanciti da organizzazioni internazionali (Convenzione di New York del 1989 sui diritti del fanciullo) nonché da leggi dello Stato italiano integrando il diritto alla salute ed all’istruzione con il diritto di appartenere ad una famiglia e ad essere tutelato in assoluto.

Quindi il minore (da 0 a 18 anni) è soggetto di riferimento insieme alla famiglia ed alla comunità.

Questa triade si deve inserire nella garanzia organizzativa ed istituzionale che deve sostenere il protagonismo e la responsabilità dei famigliari nel ricercare soluzioni di prevenzione, cura, riabilitazione a favore dei minori.

Le istituzioni sanitarie e gli operatori sono strumenti che sviluppano un sistema di welfare sanitario, sociosanitario con un focus sulla prevenzione primaria e secondaria anche nei confronti dei minori.

Inoltre, il diritto alla salute del minore è di massima delicatezza per bilanciare l’autodeterminazione del minore (in relazione al lasso temporale post adolescenza) ed i poteri genitoriali nella scelta di trattamenti sanitari o della specifica declinazione che i meccanismi di sostegno sanitario possono avere per i minori in connessione con la tutela della riservatezza e della privacy.

L’offerta di servizi sanitari in un primo lasso del “tempo dalla nascita alla adolescenza” dovrà essere in sintonia con la domanda dei minori in pratica interpretata e mediata dai genitori; in seguito, cambia la relazione con il minore che si affranca dalla famiglia “uti singulus”.

Un assetto organizzativo di offerta completamente diverso rispetto alla prima fase e con un codice interpretativo e di informazione, comunicazione e comprensione evoluto e in continua progressione.

Con il PNRR/M6 cioè “Missione Salute” si sta sviluppando la rete di prossimità come insieme di strutture che, anche tramite la telemedicina, devono sviluppare assistenza sanitaria territoriale. Per i minori il territorio vuol dire accessibilità, facilitazioni nella mobilità e adeguati codici di informazione e comunicazione.

I minori hanno bisogno di una offerta sanitaria che, in linea con il Dm 77/22, sia una integrazione di strutture che recuperi efficienza senza aumentare la spesa e, inoltre, sfruttare ed allargare l’offerta già in essere a strutture di comunità e di territorio (non le Case della Comunità) come il non profit ed il volontariato.

Cioè un inserimento funzionale nella filiera sanitaria ed assistenziale ed un allargamento all’integrazione pubblico e privato.

Una lettura del DM77/22 su base di organigramma ed in collegamento con la risposta alla domanda dei minori (da 0 a 18 anni) sviluppa alcune considerazioni.

In primis l’istituzione delle Case della Comunità (in Italia dovrebbero essere circa 1038; a Milano ce ne sono 12 su 24 programmate e dovrebbero essere attivate 187 in regione Lombardia) rappresenta una risposta di primo livello (senza soluzione   di continuità, H24 e 7gg su /7gg) e rappresenta la struttura fisica e di facile visibilità e accessibilità a cui si può rivolgere il minore o la famiglia del minore per i bisogni di assistenza sanitaria e socio sanitaria. È la prossimità e la vicinanza operativa del servizio sanitario.

In termini generali il portfolio dei servizi è composto da:

  • Attivazione servizi di assistenza domiciliare
  • Richiesta protesi e ausili
  • Assistenza infermieristica
  • Prelievi e vaccini
  • Sportello di prenotazione e scelta e revoca
  • Orientamento e informazione sui servizi sanitari, sociosanitari e sociali
  • Educazione sanitaria a pazienti e caregiver

Le Case della Comunità non hanno una specificità per i minori se non come riferimento generale al minore come paziente in parte tramite la rete delle “scelte” dei pediatri ed in seguito per il tramite dei medici di medicina generale che si assumono il minore (post adolescenza) come scelta.

Il ruolo di attenzione e offerta di servizi per i minori in fragilità e disagio sono le Comunità educative/case-famiglia. Le Case della Comunità, in particolare, sono strutture sociosanitarie che offrono servizi di assistenza primaria, prevenzione e promozione della salute, integrandosi con i servizi sociali e le comunità di riferimento.

Le Comunità Educative e le Case-famiglia, invece, si concentrano sull’offerta di un ambiente familiare temporaneo, educativo e protettivo per minori che non possono vivere con le proprie famiglie. Ma si nota come la tutela è prevalentemente socioeducativa e sociosanitaria.

Le Case della Comunità sono un punto di riferimento per la salute e il benessere della comunità, mentre le Comunità Educative e le Case-famiglia si occupano dell’accoglienza e del supporto dei minori in difficoltà, offrendo loro un ambiente sicuro e protettivo per crescere e svilupparsi. 

In secondo luogo, un’altra unità d’offerta è quella dei Servizi per la Salute dei Minori, delle donne, delle coppie e delle famiglie che si integrano operativamente nel Consultorio Familiare ove si garantiscono servizi-prestazioni anche di tipo domiciliare, nella sfera medico specialistica, diagnostica, terapeutica. ostetrica ecc ove la relazione con il territorio e la comunità è valore aggiunto di efficacia.

L’attività del consultorio può svolgersi all’interno delle Case della Comunità in regime di riservatezza.

Nel Consultorio Familiare le ragazze minorenni possono andare dal ginecologo da sole (senza impegnativa del medico di base), specialmente per questioni legate alla contraccezione o alla salute sessuale, ma anche per altri motivi di salute, a seconda dei casi.

Si offre un accesso facilitato per le minorenni, del servizio sanitario. il diritto alla privacy e la possibilità di parlare con il medico senza l’obbligo di essere accompagnate da un genitore, tranne che in alcuni casi specifici. 

Il Diritto alla riservatezza per il medico, soprattutto in Consultorio, nonché mantenere il segreto professionale e non divulgare informazioni ai genitori, salvo in casi specifici legati alla salute della paziente o a situazioni particolari che richiedano il coinvolgimento del giudice tutelare, è un caposaldo della prassi.

Una terza struttura di riferimento per il minore può essere l’Ospedale di Comunità che ha 20 letti cuscinetto come tappa intermedia fra i servizi domiciliari ed i servizi ospedalieri come degenza.

In caso di interventi o trattamenti che richiedono il consenso informato, è necessario il coinvolgimento dei genitori o del tutore legale, anche se il minore può esprimere le proprie preferenze e desideri. 

Le politiche di offerta di servizi per i minori devono adeguarsi all’evoluzione tecnologica ed è evidente che le strutture sanitarie sopra indicate dovranno attivare formazione e informazione utile per sviluppare una relazione “social “abbattendo il digital divide che ancora esiste nelle strutture sanitarie.

Ovviamente si spera che la lamentazione possa essere il viatico per aumentare l’efficacia dei servizi sanitari per i minori.