CROWDFUNDING CIVICO

Giorgio Fiorentini

Una premessa: per declinare il modello operativo del Civismo non è sufficiente aggiungere l’aggettivo civico agli strumenti gestionali tradizionali, ma bisogna spiegare quanto e come le caratteristiche dello strumento gestionale “fittano” e collimano con quelle del Civismo.

Un esempio è il crowdfunding che necessita di partecipazione dei finanziatori, di relazioni sociali che sviluppano coesione, di trasparenza del “purpose” che si deve raggiungere, di motivazione condivisa: tutti elementi che caratterizzano il Civismo e quindi i due termini sono integrabili ed in filiera di reciprocità.

Il Civismo, come comportamento civico, è il rispetto delle regole sociali, della Costituzione, della morale collettiva e la risposta ai bisogni-domanda dei cittadini-clienti. Non è una opzione, ma ha il vincolo di attuare la vera libertà che” è la libertà dal bisogno” (Amartya Sen). 

Include la solidarietà agìta verso l’ambiente ed il territorio, nonché il senso di responsabilità e appartenenza alla comunità. È un insieme di “atteggiamenti attivi” che promuovono la convivenza all’interno di una società che considera la filantropia un investimento solidale. E’ funzionalmente l’insieme di servizi civici ad impatto reale.

Contrariamente alla tesi che spesso ammanta il civismo come un insieme di aspetti solo metareali, esso è l’ insieme “funzionalista” delle attività delle imprese sociali civiche.

Il bisogno di cultura e di arte si traduce in domanda a cui si risponde con l’offerta civica.

Il civismo incontra il bisogno di cultura e di arte che è strumento di equità e di accessibilità e non una discriminazione fra classi per esempio “poveri e ricchi, nobili e plebei”.

Con l’archeologia si è notato che chi viveva nelle caverne faceva graffiti e dipinti rupestri in qualunque caverna; non nella caverna di eventuali nobili (che comunque non esistevano ancora).

Era una dimensione culturale che rifletteva un’esigenza interiore per proiettare in forma di immagine e di riproduzione artistica ciò che stava fuori dalla caverna.

Nel mondo etrusco la produzione culturale artistica era riconoscibile prevalentemente attraverso le tombe che accompagnavano i defunti e ci sono le prime avvisaglie della differenza architettonica fra poveri e ricchi. Di massima, però, c’era molta uniformità di stile.

In seguito, con le piramidi si attiva la sepoltura regale e faraonica.

Il costo della cultura e dell’arte si evidenzia e si incrementa e quindi abbiamo forme artistiche ad alto valore di costo che possono permettersi solo grandi commercianti e banchieri e ricche classi di popolazione. Si pensi alla ritrattistica che è segno di arte per ricchi.

Quindi essa si va chiudendo in espressioni che poi ritroveremo in collezioni private poco democratiche.

L’apertura maggiore è quella che si realizza attraverso le chiese e i templi dove c’è sempre chi paga gli affreschi con storie e narrazione di episodi.

Il commerciante che ha avuto successo ottiene di poter fare una cappella in chiesa con una fruizione diffusa e popolare post esecuzione. Quindi un allargamento della fruibilità; prima dei musei sono le chiese e i templi.

Però ci si rende conto che è necessaria una fruizione artistica ancor più ampia e sono un esempio, nel “700, i musei Capitolini a Roma, gli Uffizi a Firenze, il British Museum a Londra.

È rivoluzionario il concetto dell’arte per tutti e si crea il museo dei francesi, il Louvre, che è frutto della Rivoluzione Francese. Spunti del passato.

In Italia per la Costituzione l’art. 9 promuove la cultura e recita:

“La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni…” collegandosi con l’Articolo 33 il cui incipit è: “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento…”

Questo passaggio è importante perché ritorna al concetto dell’arte e della cultura come bene universale e libero di essere sviluppato non solo dallo Stato, ma anche dai privati che giocano un ruolo rilevante nei finanziamenti.
Quindi la Repubblica tutela il patrimonio, ma la libertà di creare è di ciascun cittadino.

Già il mecenatismo è stato un modo di sviluppare arti e mestieri, di far crescere i talenti e dare una prospettiva dinamica alla cultura. 

Letterati, pittori, scultori, musicisti e artisti in generale sono stati destinatari delle risorse del mecenatismo. Al tempo dell’imperatore Augusto, Mecenate eponimo fu, consigliere e organizzatore di un circolo di artisti e poeti che sosteneva economicamente.    

Nel Rinascimento Cosimo il Vecchio e Lorenzo il Magnifico radunarono a corte i migliori artisti e li finanziavano. 

Recentemente a Milano, nel XIX e nel XX secolo, la borghesia illuminata, commercianti e industriali promuovevano arte e artisti. Si erano sostituiti alla tradizione dell’aristocrazia e della Chiesa. 

Favorire questa attività era simbolo positivo e di riscatto culturale e sociale, di responsabilità sociale imprenditoriale “ante litteram”.

La forza generativa e trasformativa delle risorse erano spesso le imprese famigliari. Questo interesse per l’arte e la cultura ha permesso ad alcune città di sviluppare importanti opere artistiche, architettoniche, scultoree, pittoriche e letterarie. 

Alcuni esempi circostanziati a Milano ci ricordano l’acquisto di opere di Picasso da parte di Carlo De Angeli-Frua della fabbrica “De Angeli-Frua, Società per l’industria dei tessuti stampati S.p.A.”; Ettore Conti, fondatore della società elettrica Conti e C., è ricordato per l’acquisto della casa abitata nel quindicesimo secolo dagli Atellani e la sua rivalorizzazione. Ristrutturò la cappella degli Atellani nella chiesa di Santa Maria delle Grazie. Nel 1935 si assunse l’onere dell’intero restauro della chiesa, cui provvide anche a seguito dei bombardamenti post bellici; la famiglia Bernocchi, dopo la scomparsa di Antonio Bernocchi, donò al Comune di Milano il palazzo della Triennale; la famiglia Falck con Giorgio Enrico Falck, si impegnò negli Amici della Scala, nel museo di Brera, nel museo Poldi Pezzoli ed altri come Pirelli ecc.

Oggi a parte qualche caso (Peggy Guggenheim), i mecenati sono sempre più rari.   

Il mecenatismo è sempre più spesso sostituito dal crowdfunding che chiede al mercato finanziario, composto dalla “folla”(crowd),di credere nell’innovazione e di fare investimenti  donando(oggi questa filantropia è un po’ in declino) o di attivare uno scambio a fronte di un futuro prodotto da avere in prevendita per primo (crowdfunding reward based) o di una ricompensa tangibile, ma non legata al profitto “ad libitum” e senza limiti. Sviluppa opportunità economiche e sociali; non è strumento opportunistico e speculativo. È un modo diverso di fare cultura proponendo progetti ai componenti la “folla” che investe (persone singole, piccole istituzioni ecc).

E ci sono altre tipologie di “crowdfunding”, ma a noi interessa lo spirito della diffusione artistica e culturale adeguata ai cittadini-clienti che sono i fautori di una cultura civica e quindi artefici delle politiche artistiche e culturali. Questo è il civismo culturale che integra la creatività dell’artista con il diritto di conoscere della comunità che partecipa in prima persona.

Il mecenatismo era “dall’alto verso il basso” (“top-down”), il crowdfunding è dal “basso verso l’alto” (“bottom-up”). 

Il crowdfunding offre una forza generativa e trasformativa alla innovazione ed alle espressioni artistiche e  crea anche le condizioni perché le singole persone possano sviluppare arte e talento: per esempio il pianista veneziano Francesco Pollon si avvale del crowdfunding per pagare l’ammissione al master in pianoforte jazz alla Manhattan School of Music di New York, l’arpista Stefania Scapin per acquistare un’arpa di pregio, la danzatrice Elena Bolelli di Bologna per sostenere la sua formazione in Israele al Gaga Teacher Training Program ed altri ancora. 

Il crowdfunding è un modo di finanziare arte e cultura da parte della comunità che sviluppa capitale sociale e civismo di valore.