di Giorgio Fiorentini
La ricerca dei contributi di vari autori sul tema del Civismo è come un viaggio: il paesaggio è abbastanza uniforme cioè quasi tutti gli studiosi caratterizzano il civismo con la partecipazione, la democrazia allargata e stabile, la cittadinanza attiva.
Per vedere le piccole e calligrafiche differenze bisognerebbe fermarsi in ogni cittadina, paese e borgo. Però mi domando: vale la pena fermarsi in ogni pertugio del Civismo, se esso non è stato sdoganato come modello attivo di gestione cioè insieme di servizi e attività a vantaggio delle attese dei cittadini che io definisco clienti. In sintesi si è trattato del Civismo come modello politico, sociologico, antropologico, filosofico, ma raramente si è cercata una traduzione operativa e funzionale dei validi input teorici Non si è fatto un passaggio per la messa a terra” dei principi. Un excursus (seppur parziale) di autori e contributi che hanno elaborato e dibattuto sul civismo è comunque prodromico del Modello Civismo come insieme di servizi civici.
Partiamo da Aristotele (384 a.C-322 a.C) che sul civismo assume il concetto di polis come ambiente naturale per l’uomo (“animale politico e sociale”). E’ il civismo del cittadino che partecipa alle attività di governo; oggi si dice alla governance di sistema.
I cittadini (non tutti) hanno il proprio ruolo nella polis nonchè nella vita comune con l’obiettivo di una vita felice.
In seguito, il civismo in Platone (428 a.C-348 a.C) è la concezione di uno Stato giusto (nella “Repubblica”). I cittadini devono gestire il proprio ruolo per il bene della città. Anche in Platone la partecipazione attiva e la virtù morale del singolo sono finalizzate al bene comune ed il cittadino deve avere un senso del dovere per sviluppare uno Stato giusto.
Niccolò Machiavelli (1469-1527) con i suoi scritti, per esempio “Discorsi sopra la prima decade di Tito Livio”, enfatizza l’importanza della partecipazione civica e della virtù repubblicana per la stabilità dello Stato.
Con Maximilien de Robespierre (1758-1794), sebbene non sia uno studioso nel senso moderno, ma un politico francese si sono promosse idee di virtù civiche durante la Rivoluzione francese.
E’ l’origine del civismo trasformativo della Rivoluzione Francese ed il cittadino diventa protagonista della società con la dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino che compendia questo suo ruolo.
“Gli uomini nascono e rimangono liberi e uguali nei diritti. Le distinzioni sociali possono essere basate solo sul bene comune” … sono una interpretazione dinamica dell’essere cittadino sempre libero che tende al bene comune e non al bene esclusivamente personale.
“[…] I diritti sono la libertà, la proprietà, la sicurezza e la resistenza all’oppressione […] “
“La libertà consiste nel poter fare tutto ciò che non nuoce agli altri”…
Una interpretazione del senso civico come solidarietà attiva e pars construens del cittadino.
Si evince un cittadino dei diritti, con una forza di cambiamento che in alcuni casi diventa anche abuso del diritto.
Per il civismo, quindi, valgono i principi della Dichiarazione dei diritti dell’uomo che sono il bagaglio per la sua cittadinanza.
Altro autore è Gaetano Mosca (1858-1941), sociologo e politologo, che ha studiato il ruolo delle élite nella politica e il concetto di classe dirigente, sottolineando l’importanza della partecipazione dei cittadini per bilanciare il potere.
Anche Benedetto Croce (1866-1952) studia il civismo che si caratterizza sui valori come la libertà, la giustizia e la solidarietà.
Sottolinea il tema dell’educazione e della partecipazione attiva alla vita pubblica. Per Croce il civismo era l’anti totalitarismo e auspicava una cittadinanza attiva.
Gabriel Almond (1911-2002) e Sidney Verba (1932-2019) sono autori del classico studio “The Civic Culture” (1963), che esplora le basi culturali della stabilità democratica in diversi paesi.
Norberto Bobbio (1909-2004), filosofo e giurista, ha approfondito il tema della democrazia e della cittadinanza attiva, analizzando il rapporto tra diritti, doveri e partecipazione politica.
Con Giuseppe Dossetti (1913-1996) si sviluppa il tema del civismo come impegno politico e sociale cristiano laicizzando le forme strutturali sociali e politiche di tradizione cattolica
Il civismo dossettiano si basava su una trasformazione ecclesiale e sociale con una partecipazione attiva e consapevole alla cosa pubblica. Ed ulteriore ruolo fu coperto da Don Luigi Sturzo.
Giovanni Sartori (1924-2017), politologo di fama internazionale, ha scritto molto sulla democrazia e sulla qualità del dibattito pubblico, sottolineando l’importanza di un elettorato informato e partecipe. La partecipazione come dominante.
Il giurista Gregorio Arena è fautore del civismo come “cittadinanza attiva” in un contesto di “amministrazione condivisa” che sviluppa il principio di sussidiarietà orizzontale, sancito dall’art. 118, ultimo comma della Costituzione italiana: le istituzioni devono favorire le iniziative autonome dei cittadini volte al perseguimento dell’interesse generale. Il cittadino-cliente non è passivo, ma è un imprenditore di bene comune (partecipazione civica, come la cura degli spazi pubblici, la valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale, e l’organizzazione di eventi comunitari e così via).
Luigino Bruni sottolinea il ruolo dell’impresa civile (spesso in congiunzione con Stefano Zamagni) e si richiama alla “tragedia dei beni comuni” di Garret Hardin che ha sviluppato esemplificazioni utili per le tesi del premio Nobel Elinor Ostrom.
Mario Calderini pone la cifra del civismo nella sostenibilità e nell’’impatto sociale. E’ fautore delle tesi trasformative e di gestione operativa degli attori del sistema con una tenzione al civismo.
Giuseppe Cotturri, con il libro ”Io ci sono. Gli attori del civismo e della solidarietà: mutazioni” esplora le nuove forme di civismo e solidarietà, analizzando i cambiamenti degli attori sociali e collettivi nel contesto contemporaneo.
Anche Carlo Galli, filosofo politico, ha scritto sulla crisi della rappresentanza democratica e sulla necessità di un rinnovato senso di civismo per rafforzare le istituzioni.
Il sociologo ed opinionista Mauro Magatti, sviluppa una riflessione sul civismo che si inserisce nel più ampio tema della società civile come “potere istituente”. Secondo Magatti, la società civile non è solo un insieme di relazioni sociali, ma una “membrana” dinamica e instabile che media tra l’individuo e le istituzioni, consentendo uno scambio continuo di significati, norme e azioni che rinnovano la vita sociale e istituzionale.
Per Magatti, il civismo si manifesta come quella capacità della società civile di auto-organizzarsi, generando forme di partecipazione e impegno. Inoltre il civismo si radica in una società civile che agisce come luogo di mediazione tra economia, politica e cultura.
Robert Putnam: noto per il suo lavoro sulla tradizione civica regionale in Italia, evidenziando differenze significative tra Nord e Sud, gioca un importante ruolo introducendo il capitale sociale e la civicness, o coscienza civica, come elementi di concorrenzialità agita dei territori.
Secondo Putnam, la civicness è fondamentale per una società democratica avanzata, poiché promuove un elevato senso di corresponsabilità interpersonale, rispetto delle norme e identificazione con l’assetto istituzionale.
Egli sostiene che il capitale sociale include elementi come la fiducia, le norme sociali e le reti di associazionismo civico, tutti cruciali per il bene comune. In Italia, Putnam ha analizzato come la mancanza di civicness nel Sud abbia influenzato negativamente lo sviluppo economico e politico della regione. Con un approccio multidisciplinare e si sofferma sull’importanza dell’associazionismo per la qualità delle istituzioni e il benessere collettivo
Importante è l’apporto di Stefano Rolando studioso del “civismo” inteso non solo come educazione civica, buone maniere, ma con un richiamo alla proposizione didattica di “civismo”.
Con la sua pubblicazione, “Civismo politico. Percorsi, conquiste, limiti. Un diario”, tratta il concetto di civismo politico. Il libro sottolinea l’importanza dell’impegno morale nei processi politici, in particolare in contesti urbani come Milano, sostenendo un approccio partecipativo alla governance e al coinvolgimento della comunità.
Nadia Urbinati sviluppa la tesi del civismo democratico inteso come partecipazione attiva, responsabilità civica e difesa dei diritti individuali nell’ambito della democrazia rappresentativa.
Flaviano Zandonai e Paolo Venturi sottolineano il civismo come il rapporto collaborativo tra impresa, società e territorio che sviluppa innovazione sociale e si pone in logica trasformativa.
Stefano Zamagni offre un contributo al civismo anche per il tramite dell’impresa civile.
E’ un concetto che si inserisce nell’ambito dell’economia civile, un modello di sviluppo che pone al centro il bene comune e la persona, contrapposto alla mera massimizzazione del profitto tipica dell’economia capitalistica.
Ha un ruolo sociale per cui l’impresa non è solo un’entità economica, ma un “organismo civile” che ha responsabilità verso la comunità in cui opera. Questo implica un impegno verso pratiche virtuose che beneficiano sia l’azienda che la società. Sviluppa relazioni interpersonali che è ormai una dominante delle imprese di successo.
E’ orientata verso il bene comune per contribuisce creando condizioni di vita favorevoli per tutti i cittadini, piuttosto che concentrarsi solo sul benessere individuale ed economico.
Questa carrellata di opinioni supporta l’inevitabile adozione del Modello Civismo come rapporto fra il sistema ed il cittadino cliente.
E per finire piccola chicca da AI. In Italia Offida è un comune nelle Marche con una lunga storia di vita civica e amministrativa. Fin dal Medioevo, Offida ha avuto una struttura di governo locale con podestà, consoli e priori eletti, che gestivano la giustizia e l’amministrazione comunale, come attestato già dal XIII secolo. Gli statuti comunali di Offida, riformati nel 1524, definivano con precisione i diritti e doveri dei cittadini e le attività artigianali e commerciali, riflettendo un forte senso di civismo e organizzazione sociale.