di Dom Serafini
Il complesso militare-industriale rappresenta un problema in tempi di pace perché sottrae risorse finanziarie e umane necessarie a servizi necessari come scuole, ospedali e sistemi di sicurezza. Il presidente americano Dwight Eisenhower sollevò il problema per la prima volta nel 1961 e, in effetti, non si riferiva solo allo spreco e alla corruzione associati a quella che oggi è negli Usa una spesa di 1.000 miliardi di dollari l’anno.
Tuttavia, quando si ha a che fare con un mondo sempre più terrorizzato da stati autoritari come Russia, Iran, Corea del Nord e Venezuela, tra gli altri, le democrazie devono scegliere tra risparmiare denaro riducendo la spesa per gli armamenti e il rischio di intensificare i vari conflitti con i dittatori (con la possibilità di perderli), o investire nella deterrenza e la dimostrazione di forza.
La storia ha dimostrato che il miglior modo per evitare conflitti con stati autoritari è mostrare forza. La ridotta militarizzazione e isolazionismo degli Usa prima della Seconda guerra mondiale hanno spinto la Germania nazista e il Giappone imperiale a dichiararle guerra vedendo opportunità. La Russia ha invaso l’Ucraina nel 2022 perché le democrazie irresolute lo hanno permesso (ignorando, ad esempio, l’invasione russa della Crimea nel 2014), e la guerra è stata prolungata da una strategia di “escalation” (con sanzioni economiche graduali e consegna a singhiozzo di armamenti), che non sta funzionando.
L’escalation progressiva è utile agli strateghi militari per valutare il potenziale di prontezza dell’esercito nemico. Tuttavia, non è, a livello politico, uno strumento risolutivo per affrontare comportamenti aggressivi, perché mostra indecisione, mancanza di preparazione e timore. Nel 1990 l’Iraq ha invaso il Kuwait per una presunta debolezza degli Stati Uniti. Mentre l’aggressivo programma di riarmo del presidente Ronald Reagan (“Pace attraverso la forza”) nel 1991 ha contribuito al crollo del regime sovietico, che non è riuscito a tenere il passo con il ritmo della corsa agli armamenti degli Stati Uniti.
Ciò che impedisce alla Cina di invadere Taiwan è la necessitá di stare a vedere fino a quando le democrazie occidentali aiuteranno l’Ucraina a difendersi dall’aggressione russa.
I dittatori sanno che i conflitti causano sempre cambiamenti di regime e non vogliono essere dalla parte dei perdenti. Mostrando debolezza militare, le democrazie non fanno che incoraggiare i dittatori ad intraprendere operazioni rischiose, spesso anche per motivi di propaganda interna (per esempio per mascherare i problemi della loro economia) intesa a rafforzare il loro potere.
Bisogna ripetere che, rafforzando la forza militare le democrazie aiuteranno i dittatori a non impegnarsi in imprese rischiose e a rafforzare comunque la loro presa interna sfruttando le minacce dei paesi democratici (peró alleviando le preoccupazioni dei paesi democratici, consentendo loro di concentrarsi su urgenti questioni sociali).