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L’Unione europea verso il voto: c’è molto attivismo, spesso nelle direzioni sbagliate

Giampiero Gramaglia osserva come alla vigilia del voto per il rinnovo del Parlamento europeo via sia in seno all’Unione europea “molto attivismo, spesso nelle direzioni sbagliate”. “L’Unione europea verso il voto mostra segnali preoccupanti (attivismo elettorale, scelte discutibili, sondaggi e test: l’ultimo in Portogallo) nell’ottica dell’integrazione – scrive Gramaglia secondo il quale –  l’Unione europea è in fermento, presa in un vortice di iniziative politiche ed economiche verso il voto (tra il 6 e il 9 giugno) per il rinnovo del Parlamento europeo e il rinnovo (tra l’estate e l’autunno) di tutte le cariche istituzionali per il quinquennio 2024-2029.

L’ultima trovata – ricorda l’ex direttore dell’Ansa – è l’impegno a dare 7,4 miliardi di euro di aiuti all’Egitto, un Paese sotto la ferula d’un generale golpista, Abdel Fattah al-Sisi, mandante morale dell’assassinio di Giulio Regeni e protettore degli esecutori materiali. Che cosa non si fa per tenere lontani dalle patrie “sacre sponde” i migranti, quelli che Donald Trump, sodale politico dei peggiori leader europei, considera “animali”. E che cosa non si fa per acquisire voti che vengano buoni quando il Parlamento europeo dovrà dare la sua investitura al nuovo presidente della Commissione europea per il quinquennio 2014-2029, ruolo cui Ursula von der Leyen s’è già candidata con l’avallo pesante del Partito popolare europeo […] L’Unione europea – secondo Gramaglia così facendo – torna alle scelte, elettoralmente magari redditizie, ma devastanti dal punto di vista sociale e dei diritti umani, degli accordi del 2018 con la Turchia perché si tenga i profughi siriani in accampamenti lungo il confine o di quelli – tutti italiani – con la Libia, perché blocchi la partenza dei barconi (senza troppo curarsi di torture ed estorsioni cui i migranti fin lì giunti sono esposti). E l’Unione avalla l’illusione che patti come quelli con la Tunisia e adesso con l’Egitto siano un freno all’emigrazione (e non, piuttosto, un aiuto a regimi repressivi e autoritari)”. Segue una disamina del voto: “I sondaggi danno in ascesa i sovranisti di Marine Le Pen in Francia (ma non quelli della Lega loro alleati in Italia) e i conservatori di Giorgia Meloni in Italia (ma non i loro alleati in Polonia e Spagna). L’esito del voto in Portogallo promuove la destra, senza troppo penalizzare i socialisti, ma vede, soprattutto, un balzo in avanti dell’estrema destra. E, in Germania, i neo-nazisti di AdF vengono ‘stoppati’ dall’avanzata di un nuovo partito di sinistra guidato da Sahra Wagenknecht. Queste, almeno, alcune proiezioni di Europe Elects per Euractiv. In Italia, la partita delle europee non si gioca per coalizioni, ma è un ‘tutti contro tutti’, specialmente un ‘Lega contro Fratelli d’Italia’, perché si prevede che i rapporti di forza del 2019 fra i due partiti siano rovesciati – nota l’ex direttore dell’Ansa aggiungendo – . Così, il leader della Lega Matteo Salvini antagonizza le mosse di Giorgia Meloni: esclude, ad esempio, un voto per Ursula von der Leyen, mentre Giorgia Meloni coltiva l’amicizia con l’ex ministro della Difesa tedesco. Matteo Salvini insiste “per una maggioranza senza i socialisti” in Europa (e, fin qui, Giorgia Meloni ci può stare), ma spara anche ad alzo zero contro il Ppe e Ursula von der Leyen, soprattutto per quelle che definisce “politiche folli pseudo-green” – la nuova frontiera negazionista delle scelte ambientaliste alimentata dalle proteste contadine -. Come se un pianeta arido e torrido giovasse all’agricoltura. La frenesia elettorale – conclude Gramaglia – non favorisce scelte a medio e lungo termine, ma porta a pecette sui migranti, l’energia, il clima; e riduce la prospettiva dell’Unione della Difesa, che le guerre alle porte rendono attualissima, a un’Unione dell’industria degli armamenti”.

  1. Scritto il 20 marzo per TuttiEuropaVentiTrenta. Cf. https://www.giampierogramaglia.eu/2024/03/22/ue-verso-voto-attivismo/ ↩︎
  2. Si veda in questo fascicolo Giampiero Gramaglia, “Europa della difesa. Da Trump a Naval’nyj, due spinte a realizzarla”. Cf. https://www.giampierogramaglia.eu/2024/02/20/europa-della-difesa-spinte/ ↩︎
  3. Giuseppe Acconcia, “L’Unione europea alla corte di al-Sisi. Che non è più come ai tempi di Regeni, è anche peggio”, HuffPost, 18 marzo 2024 ↩︎
  4. Giampiero Gramaglia, “Italia-Ue: senza pace con l’Europa, un autunno torrido”, Toscana oggi, 14 settembre 2023. Cf. https://www.giampierogramaglia.eu/2023/09/14/ue-italia-autunno-torrido/ ↩︎

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