Tredici/B Techné Storie di media e società
Paolo Anastasio
Giornalista, specializzato in ICT, Digital Economy e Telecomunicazioni
Per gentile concessione di Key4biz Democrazia futura riprende due articoli di Paolo Anastasio, giornalista specializzato in ICT, Digital Economy e Telecomunicazioni, il primo, uscito il 29 aprile di analisi dei dati AGCOM relativi al 2023 dell’Osservatorio sulle Comunicazioni in Italia”, il secondo uscito il 6 maggio di commento alle stime di Comscore per conto della stessa Agcom sul mercato del Video on Demand nella nostra Penisola: “VoD: 15,1 milioni di utenti in Italia trainati da Amazon Prime e Sky” contenente nella fattispecie interessanti grafici sulle piattaforme di streaming video sia a pagamento sia gratuite.
10 maggio 2024
1. Le comunicazioni elettroniche in Italia nel 20231
L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni pubblica l’Osservatorio sulle Comunicazioni relativo all’intero 20232. All’incirca invariato il numero complessivo di linee broadband, fermo a 18m95 milioni, ma cambia il mix tecnologico: nel 2023 la flessione delle linee DSL (-675 mila unità) è stata controbilanciata dalla crescita delle linee in altra tecnologia.
Diminuisce ancora il numero complessivo di linee in rame, a fronte di un incremento delle tecnologie FTTC, FTTH e FWA. Cresce ancora il consumo dati e il numero di Sim Human e M2M.
FTTC, FTTH e FWA oltre l’80 per cento degli accessi. Rame ancora giù scende al 17,8 per cento
A fine dicembre 2023 nella rete fissa gli accessi complessivi mostrano una marginale flessione (-16 mila accessi) su base trimestrale, attestandosi intorno ai 20,11 milioni di linee. Le linee in rame si sono ridotte di circa 186 mila unità su base trimestrale e di 798 mila rispetto al dicembre 2022. Nell’ultimo quadriennio sono diminuite di 5,72 milioni di accessi. Pur se in flessione su base annua (-475 mila linee), gli accessi FTTC rappresentano circa il 49 per cento della base clienti complessiva. Quelli FTTH crescono di 290 mila unità nell’ultimo trimestre dell’anno e di 978 mila su base annua, mentre rispetto al dicembre 2019 l’incremento è di 3,34 milioni di linee. In aumento, anche se in misura più contenuta (circa 150 mila unità su base annua), risultano le linee Fixed Wireless Access che, a fine dicembre 2023, sono pari a 2,11 milioni di accessi.
Flessione del rame compensata da altre tecnologie
Le linee broadband complessive sono stimate in circa 18,95 milioni di unità, risultando in leggera crescita su base trimestrale (+22 mila linee), e sostanzialmente invariate su base annua annuale; nel 2023 la flessione delle linee DSL (-675 mila unità) è stata controbilanciata dalla crescita delle linee in altra tecnologia. Le dinamiche illustrate indicano un consistente aumento delle prestazioni in termini di velocità di connessione commercializzata: le linee con velocità pari o superiori ai 100 Mbit/s è salito dal 40,3 per cento di fine 2019 al 73,4 per cento del dicembre 2023. Da evidenziare la crescita del peso delle linee commercializzate con capacità trasmissiva ≥1GB/s, passato dal 3,2 al 22,2 per cento nel periodo 2019 – 2023.
Cresce il consumo dati: traffico cresciuto del 15,6 per cento in un anno
Contemporaneamente, continua la crescita del consumo di dati: in termini di volume complessivo, il traffico giornaliero nel 2023 ha segnato una crescita 15,6 per cento su base annua, segnando, allo stesso tempo, un +120 per cento rispetto al corrispondente valore del 2019. Ciò si riflette sul traffico giornaliero per linea broadband; i dati unitari di consumo, infatti, sono più che raddoppiati nel periodo 2019 – 2023, passando da 4,23 a 8,52 GB per linea in media al giorno.
Tim primo operatore per accessi broadband
Per quanto riguarda il quadro competitivo degli accessi broadband e ultra-broadband, a fine dicembre 2023, Tim si conferma il maggiore operatore con il 38,0 per cento degli accessi, seguito da Vodafone con il 16,4 per cento e da Wind Tre e Fastweb rispettivamente con il 14,2 per cento ed il 13,7 per cento; seguono Tiscali (3,7 per cento), Eolo (3,5 per cento) e Sky (3,3 per cento), ma è da segnalare come quest’ultima, tra i principali player presenti sul mercato, è quella che ha mostrato su base annua il maggiore dinamismo guadagnando 0,8 punti percentuali.
Rete mobile, sim a quota 108,5 milioni trainate dal M2M
Nella rete mobile, a fine dicembre 2023, le sim attive (Human e M2M) sono 108,5 milioni, in crescita per poco meno di 1,3 milioni di unità su base annua. Più in dettaglio, le sim M2M mostrano un incremento pari a 1,2 milioni di unità, mentre quello delle Human (cioè “solo voce”, “voce+dati” e “solo dati” che prevedono iterazione umana) è stato pari a circa 60 mila sim. Le linee Human sono rappresentate per l’86,5 per cento dall’utenza residenziale, mentre, con riferimento alla tipologia di contratto, poco meno del 90 per cento dei casi ricade nella categoria “prepagata”. Relativamente alle sim complessive, Tim è il leader di mercato con il 27,8 per cento, seguita da Vodafone con il 27,1 per cento, Wind Tre con il 23,7 per cento e Iliad che raggiunge il 9,9 per cento. Considerando il solo segmento delle sim “human”, Wind Tre rimane il principale operatore con il 24,6 per cento, seguita da Tim con il 24,1 per cento, Vodafone con il 21,7 per cento e Iliad che, con una crescita di 1,5 punti percentuali su base annua, raggiunge il 13,7 per cento; con quote inferiori seguono PostePay (5,4 per cento), Fastweb (4,6 per cento) e CoopVoce con il 2,7 per cento. Sono valutabili in circa 58,6 milioni le sim “human” che hanno prodotto traffico dati nel corso dell’ultimo trimestre del 2023, valore superiore di circa 2 milioni di unità rispetto al corrispondente periodo del 2022.
Traffico dati cresciuto del 21,7 per cento al giorno
Nel 2023 il traffico dati giornaliero della telefonia mobile è cresciuto su base annua del 21,7 per cento e del 245 per cento rispetto al 2019. Corrispondentemente, il consumo medio unitario giornaliero nel periodo gennaio-dicembre è stimabile in circa 0,78 GB, in crescita del 21,1 per cento rispetto al 2022 e di oltre il 230 per cento nei confronti del corrispondente periodo del 2019, quando risultava stimabile in 0,23 GB.
Televisione
Nel settore televisivo nel suo complesso, gli ascolti medi giornalieri relativi all’intero 2023 mostrano, rispetto al 2022, una flessione del 2,6 per cento nell’ “intero giorno” (da 8,44 a 8,22 milioni di spettatori); un andamento analogo (-2,5 per cento) si registra anche per la fascia oraria “prime time” (da 19,48 a 18,99 milioni di spettatori). Risultati simili si osservano relativamente all’ultimo trimestre 2023 (ottobre-dicembre) con ascolti che nell’”intero giorno” rispetto al corrispondente periodo del 2022 flettono dello 0,7 per cento (da 8,72 a 8,66 milioni) mentre nel “prime time” si riducono dell’1,1 per cento (da 20,31 a 20,09 milioni). Ampliando l’arco temporale dell’analisi al 2019, gli ascolti medi del 2023 si sono ridotti, nell’“intero giorno” e nella fascia “prime time” e rispettivamente di 1,16 milioni (-12,4 per cento) e 2,94 milioni di unità (-13,4 per cento). Risultati analoghi si osservano relativamente all’andamento degli ascolti nell’ultimo trimestre dell’anno, rispetto al 4° trimestre del 2019: -11,4 per cento nell’”intero giorno” e -12,6 per cento nel “prime time”.
Mediaset supera la Rai per numero spettatori
Con riferimento ai principali gruppi televisivi, gli spettatori medi giornalieri nell’intero “intero giorno” vedono Mediaset, per la prima volta nell’arco temporale considerato, superare Rai (3,09 vs 3,04 milioni di spettatori), con la concessionaria pubblica che rispetto al 2022 perde circa 160 mila ascolti giornalieri mentre quelli di Mediaset mostrano una più contenuta flessione pari a 20 mila telespettatori. Ampliando l’analisi, tra il 2019 e il 2023 Rai perde 510 mila telespettatori (-14,4 per cento) mentre per Mediaset si registra una più marginale riduzione di circa 50 mila telespettatori (-1,6 per cento). Con riferimento allo share, nel 2023 Mediaset supera Rai di circa 0,6 punti percentuali (37,6 per cento contro il 37,0 per cento), mentre nel 2019 la quota di Rai risultava superiore di 4,3 punti percentuali (37,8 per cento contro il 33,5 per cento). Come meglio si vedrà di seguito con l’esame dei singoli principali canali televisivi (Rai 1, Rai 2, Rai 3, Rete 4, Canale 5 e Italia 1), sono quelli “minori” a determinare, in misura prevalente, la maggiore riduzione degli ascolti della concessionaria pubblica rispetto a quanto registrato dal gruppo Mediaset. Nel 2023, su base annua gli ascolti degli “altri” canali della Rai (dieci) nel prime time flettono del 4,6 per cento, quelli di Mediaset (13) crescono invece dell’1,7 per cento, e tale forbice si amplia al -21,7 per cento e +22,2 per cento nel confronto con il 2019 (anno in cui Mediaset aveva tuttavia un canale in meno). Considerazioni analoghe possono essere fatte anche guardando ai risultati nel “giorno medio”. Dopo i due principali gruppi televisivi seguono, nel 2023, WB/Discovery che con circa 700 mila spettatori giornalieri mostra una crescita del 5,0 per cento su base annua, Comcast/Sky i cui ascolti rispetto al 2022 rimangono stabili (intorno ai 620 mila spettatori) e Cairo Communication/La7 che invece mostra una flessione dell’11,8 per cento (da 360 a 320 mila telespettatori circa).
Quotidiani: crisi senza fine
Il declino dell’editoria quotidiana, già da tempo segnalata, si conferma dai dati relativi all’intero 2023. Nel 2023, in media, giornalmente, sono state vendute 1,41 milioni di copie, in flessione su base annua dell’8,8 per cento e del 32,8 per cento rispetto al 2019. Suddividendo la distribuzione tra testate nazionali e locali, con riferimento all’intero periodo analizzato (2019-2023), le vendite si sono ridotte in misura equivalente (33,3 per cento le prime e 32,1 per cento le seconde), mentre su base annua i quotidiani locali hanno registrato una riduzione leggermente maggiore rispetto a quelli nazionali (-9,2 per cento vs -8,4 per cento). Le copie vendute giornalmente in formato cartaceo (1,20 milioni) su base annua si sono ridotte del 10,0 per cento (risultavano pari a 1,33 milioni nel 2022) e del 37,2 per cento rispetto al 2019 (erano 1,91 milioni). I quotidiani venduti in formato digitale continuano a non incontrare il favore del mercato: non hanno registrato variazioni di particolare rilievo su base annua (con una media di circa 210 mila copie giornaliere) e risultano in crescita non particolarmente rilevante (+13,3 per cento) rispetto al corrispondente valore (180 mila unità giornaliere) del 2019. La vendita di copie digitali è maggiormente concentrata rispetto a quella cartacea: nel 2023 le prime cinque testate del segmento digitale (Corriere della Sera, La Repubblica, Il Sole 24Ore, Il Fatto quotidiano e La Stampa), infatti, rappresentano il 60,4 per cento delle copie complessivamente vendute. Il corrispondente valore per la versione cartacea (in questo caso i primi cinque quotidiani sono Corriere della Sera, La Repubblica, La Gazzette dello Sport, La Stampa e Avvenire) è invece pari al 33,6 per cento. In relazione ai diversi “generi” editoriali, i principali cinque quotidiani a diffusione nazionale considerati “generalisti” (in ordine di diffusione: Corriere della Sera, La Repubblica, La Stampa, Avvenire e Il Messaggero), nel 2023 hanno registrato una flessione nella vendita di copie cartacee pari al 11,1 per cento rispetto ai corrispondenti volumi del 2022 (tale flessione si amplia al 38,8 per cento con riferimento al 2019) ma, allo stesso tempo, hanno registrato una contenuta crescita nella vendita giornaliera di copie in formato digitale (+4,5 per cento su base annua, +22,0 per cento nell’intero periodo). Va osservato al riguardo che tutte le altre categorie individuate (“altri quotidiani nazionali generalisti”, “testate a diffusione regionale o pluriregionale”, “quotidiani di informazione economica” e quelli “sportivi”) hanno registrato su base annua una riduzione nella vendita di copie digitali.
L’analisi per gruppi editoriali in termini di copie complessivamente vendute vede, nel 2023, GEDI confermarsi quale maggiore gruppo editoriale con il 18,9 per cento. Il dato comprende, al 31 dicembre, 6 testate tra cui La Repubblica e La Stampa, seguono Cairo/RCS (18,4 per cento che include Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport), Caltagirone Editore (Il Messaggero, il Mattino e altre tre testate) e Monrif Group (che sotto il marchio “QN-Quotidiano Nazionale” comprende, stante i dati censiti da ADS, Il Resto del Carlino, Il Giorno, La Nazione) rispettivamente con il 9,0 per cento e il 7,9 per cento. Nell’ultimo trimestre dello scorso anno, a seguito delle cessioni intervenute, le copie vendute dal Gruppo Gedi risultano inferiori a quelle di Cairo/RCS, che acquisisce la leadership del mercato (18,4 per cento vs 16,4 per cento). In riferimento all’andamento delle vendite complessive (in formato cartaceo e digitale), lo scorso anno quelle del Corriere della Sera (64,7 milioni di copie) sono risultate superiori alla somma delle vendite delle altre due principali testate generaliste (La Repubblica e La Stampa), pari a 63,1 milioni. Pertanto, il “Corriere della Sera” risulta la principale testate con il 12,6 per cento, seguita da “La Repubblica” (7,2 per cento), “La Gazzetta dello Sport” (5,8 per cento) e “La Stampa” (5,1 per cento).
Piattaforme on line: utenti online in aumento
Analizzando i dati di utilizzo delle principali piattaforme online, nel mese di dicembre 2023 circa 44,3 milioni di utenti unici hanno navigato in rete, in media ciascuno per un totale di 65 ore e 43 minuti. Ai primi posti della graduatoria si confermano l’insieme di siti web e applicazioni che hanno a riferimento i big player internazionali (Alphabet/Google, META/Facebook/Instagram, Amazon, Microsoft), seguiti da quelli di alcuni tra i principali gruppi editoriali nazionali (Cairo Communication/Rcs Mediagroup, GEDI Gruppo editoriale, Fininvest/Mondadori). Con riferimento all’andamento delle audience dei siti e applicazioni di informazione generalista, lo scorso dicembre si sono registrati 37,7 milioni di utenti unici, con una flessione (-325 mila visitatori) rispetto a dicembre 2022. Lo scorso dicembre, con circa 30 milioni utenti unici, quello del “Corriere della Sera” è risultato il sito (e relative applicazioni) maggiormente frequentato, seguito da “La Repubblica” (27 milioni e 499 mila utenti) e “Il Messaggero” (20 milioni e 551 mila internauti).
eCommerce
L’analisi delle piattaforme online di e-commerce evidenzia, con quasi 39 milioni di utenti unici registrati a dicembre 2023, una crescita, rispetto allo stesso mese del 2022, pari a 712 mila visitatori. Ai primi posti si collocano i siti e le applicazioni di e-commerce di proprietà di Amazon, con 37 milioni di utenti unici (in lieve crescita dell’1,4 per cento rispetto a dicembre 2022), seguiti da quelli di eBay che ottiene 18 milioni di visitatori (in contrazione del -5,8 per cento) e di Temu, piattaforma attiva da poco più di un anno nel panorama mondiale che si è affermata rapidamente anche in Italia raggiungendo i 12,4 milioni di internauti.
Social network
Passando ai portali e communities che offrono in maniera prevalente contenuti generati dai propri membri, fra cui i siti e applicazioni di social network, con quasi 39,2 milioni di utenti unici raggiunti nel dicembre 2023, si evidenzia una crescita su base annua sia dei visitatori (+624 mila) che del tempo da loro dedicato alla navigazione (21 ore e 26 minuti nel mese, circa 12 minuti in più rispetto a dicembre 2022). Limitando l’analisi ai servizi di social networking, ai primi posti riscontriamo le piattaforme riconducibili al gruppo META: Facebook con 36,9 milioni di utenti e Instagram con 33,1 milioni di visitatori che ottengono, rispetto a dicembre 2022, una crescita rispettivamente dell’1 per cento e del +4,5 per cento. Altrettanto significativa l’evoluzione di Tik Tok (Gruppo Bytedance) e di X (precedentemente denominato Twitter) che hanno registrato, nel confronto con dicembre 2022, un incremento dei propri visitatori, rispettivamente, del 21,4 per cento e 2,2 per cento. Con riferimento all’andamento degli utenti unici delle piattaforme che offrono servizi di video on demand (VOD) esclusivamente a pagamento, a dicembre 2023, con 15,1 milioni di navigatori, si riscontra una crescita (+169 mila internauti) rispetto allo stesso mese del 2022. In media, nel 2023, Netflix registra circa 8,7 milioni di utenti unici in contrazione (-1,6 per cento) rispetto al 2022 ed è seguita da Amazon Prime Video con 6,7 milioni di visitatori (+3,1 per cento). Disney+, con in media oltre 3,5 milioni di internauti, e Sky/Now, con utenti unici medi pari a 1,2 milioni, registrano una crescita rispettivamente del +2 per cento e +16,4 per cento, mentre Dazn (2,1 milioni di utenti unici medi) registra una flessione del -9,8 per cento rispetto al 2022.
Siti di streaming a pagamento
Analizzando il tempo di navigazione sui principali siti di streaming video che offrono servizi esclusivamente a pagamento nel mese di dicembre 2023, si evidenzia una crescita dell’11,8 per cento rispetto a dicembre 2022. L’analisi delle ore complessivamente trascorse dai navigatori sulle diverse piattaforme nel 2023, consente di osservare, seppure con diversa intensità, una complessiva contrazione per i principali operatori con la sola eccezione del servizio Now di Comcast/Sky (in crescita del 35,7 per cento).Nel dettaglio, Netflix da circa 376 milioni di ore nel 2022 passa a 360 milioni di ore nel 2023, registrando una riduzione del 4,1 per cento; analogamente, anche Amazon Prime Video vede contrarre il tempo dedicato alla consultazione dei propri siti e applicazioni (-20,6 per cento, da 69 milioni di ore nel 2022 passa a 55 milioni di ore nel 2023), così come Disney+ e Dazn, entrambe in flessione se si considerano le ore complessive trascorse dagli utenti sui relativi siti e applicazioni (che passano, rispettivamente, da 30 a 28 milioni di ore e da 9 a 7 milioni di ore di navigazione complessive dal 2022 al 2023). Le piattaforme di video on demand (VOD) che offrono servizi gratuiti, con 35,4 milioni di navigatori unici collegati a dicembre 2023 registrano, su base annua, una contrazione dell’audience di 1,5 milioni di soggetti. Al riguardo, nel 2023, si sottolinea come, tra le piattaforme VOD gratuite, quelle maggiormente visitate in termini di utenti unici medi mensili sono risultate News Mediaset Sites (con 22,1 milioni), Sky TG24 (con 9,8 milioni) e RaiPlay (7,4 milioni). Il tempo di navigazione dedicato a questa tipologia di siti, s dicembre, ha superato 26 milioni di ore, registrando una flessione di oltre 1,6 milioni di ore rispetto a dicembre 2022.
Poste
Nel settore postale, la dinamica dei ricavi registrata nel 2023 dalle principali imprese presenti sul mercato vede, raggiungendo 8,25 miliardi di euro in valore, un aumento complessivo del 3,8 per cento rispetto al 2022. I servizi di consegna pacchi (comprensivi di quelli nazionali e transfrontalieri, inclusi o meno nel servizio universale) hanno registrato un incremento del 5,1 per cento, mentre i servizi di corrispondenza (rientranti o meno nel servizio universale) mostrano una leggera flessione (-1,1 per cento). Tra i primi, i servizi di consegna pacchi transfrontalieri (con mittente nazionale e destinatario estero, o viceversa) crescono del 7,3 per cento arrivando a superare i 2 miliardi di introiti, mentre il valore di quelli domestici (con mittente e destinatario nel territorio nazionale) è risultato non lontano dai 4,5 miliardi di euro, e mostra un incremento del 4,1 per cento. Tra i servizi di corrispondenza, quelli non inclusi nel Servizio Universale hanno registrato un valore superiore agli 800 milioni di euro, con una crescita del 3,0 per cento su base annua, mentre quelli inclusi, pari a circa 920 milioni, si sono ridotti del 4,4 per cento. Con riferimento alla composizione del settore per tipologia di servizio, i ricavi da servizi di consegna di pacchi rappresentano nel complesso il 79,1 per cento delle risorse complessive mentre continua la riduzione dei servizi di corrispondenza compresi nel Servizio Universale (scesi all’11,2 per cento).
Volumi servizi di corrispondenza
Dal lato dei volumi, nel 2023 i pacchi consegnati sono stati oltre 1,040 milioni (+8,3 per cento rispetto ai corrispondenti valori del 2022) di cui l’86,8 per cento con mittente e destinatario nazionali, mentre quelli transfrontalieri hanno registrato un aumento del 11,3 per cento.Con riferimento ai volumi dei servizi di corrispondenza, in media, questi mostrano una flessione del 7,4 per cento, con quelli inclusi nel servizio universale che scendono del 10,0 per cento, mentre quelli esterni a tale perimetro mostrano una più contenuta flessione del 6,2 per cento.Sulla base delle dinamiche sopra illustrate, i ricavi unitari medi dei servizi di corrispondenza mostrano, su base annua, una crescita del 6,8 per cento, determinata soprattutto dai servizi non inclusi nel Servizio Universale (+9,8 per cento). Allo stesso tempo, quelli relativi ai servizi di consegna dei pacchi nazionali e internazionali hanno fatto segnare flessioni, rispettivamente del 3,4 per cento e del 3,6 per cento.
Il quadro concorrenziale del settore, nel suo complesso (servizi di corrispondenza e di consegna pacchi, rientranti o meno nel servizio universale) conferma il Gruppo Poste Italiane quale principale operatore con una quota complessiva del 32,4 per cento (in flessione di 1,1 punti percentuali su base annua); seguono Amazon (15,5 per cento), BRT (14,1 per cento), DHL (10,6 per cento) e GLS (10,4 per cento), in crescita rispetto al 2022, rispettivamente di 0,3, di 0,7, di 0,3 e di 0,4 punti percentuali.
Guardando all’assetto competitivo delle singole componenti del mercato, il gruppo Poste Italiane domina il settore dei servizi di corrispondenza con una quota del 96,0 per cento. Il segmento dei pacchi si caratterizza per una più accentuata dinamica concorrenziale: Amazon è leader di mercato con il 19,6 per cento, seguito da BRT (con il 17,9 per cento), dal Gruppo Poste Italiane (15,6 per cento), DHL (13,5 per cento), da GLS (13,1 per cento) e UPS (11,4 per cento). Con riferimento alle direttrici geografiche, nel segmento relativo a mittente e destinatario nazionali (rappresentativo del 68,6 per cento del mercato dei pacchi), nel 2023 Amazon detiene il 28,6 per cento, seguito da BRT (22,7 per cento) e dal gruppo Poste Italiane (21,4 per cento). Allo stesso tempo, nel segmento transfrontaliero, DHL risulta il principale player (32,7 per cento), seguito da UPS (31,4 per cento) e da FedEx-TNT (19,1 per cento).
Le stime di Comscore per conto dell’AGCOM
2. VoD: 15,1 milioni di utenti in Italia trainati da Amazon Prime e Sky
Il numero di utenti unici di abbonamenti di video on demand (Svod) a fine dicembre 2023 è cresciuto di 169mila unità in un anno e Netflix resta il primo player in Italia. Il numero di utenti unici di abbonamenti di video on demand (Svod) a fine dicembre 2023 è cresciuto di 169mila unità in un anno, secondo stime di Comscore per conto dell’Agcom. Anche i servizi gratuiti di video on demand sono cresciuti, raccogliendo 1,5 milioni di utenti in più nel 2023, a quota 35,4 milioni.
Netflix resta il primo player nella classifica dei servizi on demand con una media di 8,7 milioni di utenti, in discesa rispetto agli 8,9 milioni dell’anno precedente, seguita da Amazon prime Video a 6,7 milioni (in aumento rispetto a 6,5 milioni dell’anno precedente), Disney a 3,5 milioni (piatto anno su anno) e Dazn 2,1 milioni (in calo rispetto a 2,3 milioni di fine 2022) e Sky Now Italia a 1,2 milioni (in aumento rispetto al milione di fine 2022). I servizi gratuiti di video on demand sono capeggiati da Mediaset con 28,7 milioni di utenti unici, in aumento rispetto a 28,4 milioni dell’anno precedente, seguita da Sky a 16,9 milioni (in aumento rispetto a 15,3 milioni) e Rai a 10,9 milioni (in aumento rispetto a 10,6 milioni) In termini di tempo, gli utenti di servizi Svod a pagamento trascorrono 2,44 ore al giorno in media davanti a servizio a dicembre 2023, a fronte di 44 minuti per utente di servizi gratuiti. Nell’Osservatorio viene ricordato sempre che i dati relativi DAZN sono stati rilevati da Auditel a partire da agosto 2022, ai sensi della delibera Agcom 18/22/CONS.
La situazione generale nel 2023 dello streaming video in Italia
Per quanto riguarda la situazione generale aggiornata al 31 Dicembre 2023, relativamente al numero degli utenti unici mensili che hanno utilizzato le piattaforme di streaming video esclusivamente a pagamento, alla fine del 2023 si sono collegati poco meno di 15,1 milioni di utenti unici, facendo registrare una lieve crescita di circa 169mila utenti rispetto agli utenti unici di dicembre 2022, pari a 14,9 milioni.
Analizzando invece gli utenti unici mensili riferiti alle piattaforme di streaming video che offrono servizi gratuiti, questi erano circa 35,4 milioni di utenti, registrando una perdita di oltre 1,5 milioni di utenti rispetto alla fine del 2022 (all’epoca pari a 36,9 milioni di utenti unici). Guardando poi il tempo speso dagli italiani sulle piattaforme di streaming video, secondo il dato aggiornato a Dicembre 2023 sono state trascorse 40 milioni di ore sui principali siti a pagamento (in crescita dell’11,8 rispetto a Dicembre 2022) mentre oltre 26 milioni di ore sui principali siti gratuiti, in questo caso con una flessione di oltre 1,6 milioni di ore rispetto a Dicembre 2022 (all’epoca circa 28 milioni di ore). In basi ai dati riportati nell’Osservatorio AGCOM, a Dicembre 2023 ciascun utente italiano ha trascorso in media 2 ore e 40 minuti sulle piattaforme di streaming a pagamento, mentre invece sulle piattaforme gratuite la media è stata di quasi 44 minuti.
Piattaforme di streaming video a pagamento: la media di utenti unici nel 2023
Andando più nel dettaglio, per quanto riguarda i siti di streaming video a pagamento, nell’ultimo Osservatorio l’Autorità analizza l’utenza media mensile durante tutto il 2023 di alcune delle principali piattaforme. In particolare, secondo quanto indicato nel report, vengono prese in considerazione soltanto le principali piattaforme a pagamento, cioè quelle con minuti medi spesi per utente superiori a 2 milioni nel 2023. Si tratta cioè di Netflix, Amazon Prime Video, Disney+, DAZN e NOW. In questo modo, non vengono riportati i dati dettagliati di altre piattaforme, come ad esempio Timvision di Tim.Netflix si conferma anche nel 2023 la piattaforma a pagamento con la miglior media di utenti unici mensili in Italia, pari a 8,7 milioni di media. Rispetto al 2022, la piattaforma streaming ha fatto registrare una contrazione dell’1,6, dato che la media era di 8,9 milioni, mentre rimane stabile rispetto al 2021 e in crescita rispetto al 2020 (7,5 milioni). Amazon Prime Video rimane al secondo posto anche alla fine del 2023, anno in cui ha fatto registrare 6,7 milioni di utenti unici al mese in media, in crescita del 3,1 rispetto al 2022 (6,5 milioni). Inoltre il dato è più alto anche rispetto al 2021 (6 milioni) e al 2020 (6,1 milioni). Al terzo posto c’è Disney+, la piattaforma di Disney lanciata in Italia a marzo 2020, con oltre 3,5 milioni di utenti unici al mese in media nel 2023, facendo registrare una crescita del 2 rispetto al 2022 (quando il dato era simile, circa 3,5 milioni). Inoltre, il dato è in crescita anche rispetto al 2021 (2,6 milioni) e al 2020 (quando alla fine dell’anno in cui era avvenuto il lancio si erano registrati circa 3 milioni di utenti di media). DAZN, specializzata in contenuti sportivi on streaming, si conferma in quarta posizione, con una media di 2,1 milioni di utenti unici mensili nel 2023, facendo registrare una flessione del 9,8 rispetto al 2022 (2,3 milioni). Il dato risulta in calo anche rispetto al 2021 (2,4 milioni), mentre è più alto rispetto a quello del 2020 (1,5 milioni). Now, la piattaforma streaming di Sky Italia, nel 2023 ha avuto una media di 1,2 milioni di utenti unici al mese, in crescita del 16,4 rispetto allo stesso periodo del 2022 e del 2021 (1 milione di utenti), mentre risulta più basso rispetto al 2020 (1,3 milioni).
Il tempo speso sulle piattaforme a pagamento durante il 2023
Sempre per quanto riguarda le piattaforme di streaming video a pagamento, nell’Osservatorio AGCOM sono riportate anche le dinamiche del tempo speso dagli utenti italiani sulle diverse piattaforme. In un grafico sono presenti le ore complessive di navigazione spese durante tutto il 2023 sulle principali piattaforme di streaming video a pagamento. Si tratta in particolare delle prime 5 piattaforme per utenti unici nel 2023 già citate in precedenza, cioè Netflix, Amazon Prime Video, Disney+, DAZN e NOW. L’analisi delle ore complessivamente trascorse dai navigatori sulle diverse piattaforme in tutto il 2023, consente di osservare, come già evidenziato nei primi mesi del 2023, una complessiva contrazione per le principali piattaforme di streaming video a pagamento, seppure con diversa intensità, con la sola eccezione di NOW, che invece registra un incremento del 35,7 del tempo trascorso dagli utenti rispetto al 2022.
Ore di navigazione, Netflix in testa
Nel dettaglio, Netflix ha chiuso il 2023 ancora in testa, con circa 360 milioni di ore di navigazione complessive, facendo registrare una riduzione del 4,1 rispetto al 2022, quando il totale di ore trascorse su Netflix era stato pari a circa 376 milioni. Il dato di Netflix risulta essere in perdita anche rispetto al 2021 (432 milioni di ore) e al 2020 (407 milioni di ore). Con ampio distacco, al secondo posto si conferma Amazon Prime Video, che nel 2023 ha fatto registrare 55 milioni di ore di navigazione, anche in questo caso con un andamento in contrazione su base annuale, pari al 20,6 rispetto al 2022 (69 milioni), oltre che rispetto agli anni precedenti (62 milioni nel 2021 e 65 milioni nel 2020). Disney+ rimane al terzo posto con un totale di 28 milioni di ore di navigazione in tutto il 2023, determinando una flessione rispetto al 2022 (quando il dato era pari a 30 milioni di ore), mentre risulta in crescita rispetto al 2021 (19 milioni) e al 2020 (15 milioni). DAZN mantiene la quarta posizione con 7 milioni di ore di navigazione complessive nel 2023, anche in questo caso in calo rispetto al 2022 (9 milioni di ore) e al 2021 (8 milioni di ore), mentre risulta più alto rispetto al 2020 (5 milioni). Infine, NOW di Sky Italia nel 2023 ha avuto un totale di totale di 4 milione di ore di navigazione, come detto l’unica delle piattaforme riportate ad ottenere una crescita rispetto al 2022 (quando il dato era di 3 milioni di ore), e anche rispetto agli anni precedenti (3 milioni nel 2021 e 2 milioni nel 2020).
Piattaforme streaming video gratuite: la media di utenti unici nel 2023
Nell’Osservatorio AGCOM ci sono poi le principali piattaforme di streaming video gratuite, di cui anche in questo caso l’Autorità ha analizzato l’utenza media mensile durante tutto il 2023. Nel grafico presente nell’Osservatorio del quarto trimestre 2023 sono rappresentate in questo caso le principali piattaforme per utenti unici e la loro componente (fra quelle considerate che comprendono news, sport e intrattenimento) più rilevante in termini di utenti unici. L’Autorità ha quindi preso in considerazione solo Mediaset, Sky e Rai, in particolare le componenti News Mediaset, Sky TG24 e RaiPlay. Mediaset ha chiuso il 2023 confermandosi la principale piattaforma gratuita per numero di utenti unici medi mensili, pari a 28,7 milioni (in crescita rispetto agli anni precedenti). Di questi, la componente News Mediaset rappresentava 22,1 milioni di utenti unici di media al mese.
A questo proposito, AGCOM precisa che gli utenti unici per Mediaset non consentono di scorporare il traffico dei servizi di streaming a pagamento incluso in Mediaset Infinity. Quest’ultima componente da inizio 2023 ammonta in media a circa 13,539 milioni di utenti unici al mese. Al secondo posto c’è Sky Italia, con 16,9 milioni di utenti unici al mese di media nel 2023 sulle sue piattaforme gratuite, in crescita rispetto al 2022 ma in calo rispetto al 2021 e al 2020. Di questi, la componente Sky TG24 rappresentava 9,8 milioni di utenti unici di media al mese. Infine ci sono le piattaforme streaming gratuite della Rai, che nel corso del 2023 hanno fatto registrare complessivamente 10,9 milioni di utenti unici medi mensili, dato in crescita rispetto al 2022 ma in contrazione rispetto agli anni precedenti. Di questi, 7,4 milioni di utenti unici di media ogni mese appartengono alla piattaforma RaiPlay.
Il tempo speso nel 2023 dagli utenti sulle piattaforme gratuite
Sempre nell’ambito delle piattaforme di streaming video gratuite, nell’Osservatorio di AGCOM vengono riportate anche in questo caso le dinamiche del tempo speso complessivamente nel 2023 dagli utenti italiani sulle varie piattaforme. Nel grafico ci sono in particolare le ore complessive di navigazione spese durante tutto il 2023 sulle principali piattaforme di streaming video gratuite per utenti unici, ossia Mediaset, Sky e Rai con le relative componenti News Mediaset, Sky TG24 e RaiPlay. Nel 2023 Mediaset risulta essere la piattaforma gratuita maggiormente frequentata, ottenendo in totale 143 milioni di ore di navigazione, dato in calo rispetto agli anni precedenti. Di queste, la piattaforma gratuita Mediaset Infinity ha fatto registrare 50 milioni di ore di navigazione nel 2023. Anche per il tempo speso, l’Autorità specifica che per il dato complessivo di Mediaset non è possibile scorporare il traffico dei servizi di streaming a pagamento incluso in Mediaset Infinity. Tenendo conto di Infinity (componente che nel 2023 ammonta a poco meno di 74 milioni di ore), le ore complessive di Mediaset nel 2023 raggiungono i 143 milioni.
La Rai, con i suoi vari siti, nel 2023 ha fatto registrare un totale di 110 milioni di ore di navigazione, in calo rispetto agli anni precedenti. Di queste, la piattaforma gratuita RaiPlay ha fatto registrare 106 milioni di ore di navigazione nel 2023. Infine, nel 2023 Sky, con i suoi siti gratuiti, ha fatto registrare complessivamente 14 milioni di ore di navigazione, dato in calo rispetto agli anni precedenti. Di queste, circa 6 milioni di ore sono relative a Sky TG24.
- Key4biz, 29 aprile 2024. Cf. https://www.key4biz.it/agcom-fttc-ftth-e-fwa-oltre-l80-degli-accessi-rame-ancora-giu-scende-al-178/488289/ ↩︎
- AGCOM, “Osservatorio sulle comunicazioni n.1/2024”. Scaricabile al seguente link: https://www.agcom.it/documents/10179/34142818/Studio-Ricerca+23-04-2024/162a9534-f2bf-49ee-81da-09cef28cef42?version=1.1 ↩︎
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