Parere in dissenso
Quindici/A Hermes Storie di geopolitica – Mondo
Cecilia Clementel-Jones
Medico psichiatrico e saggista
Dopo un anno, non si fermano le incursioni in Gaza e Cisgiordania e gli assassinii mirati dell’esercito israeliano IDF che ha provocato il 27 settembre a Beirut la morte di Hassan Nasrallah, continuano gli attacchi dei razzi di Hamas, Ansarallah (Houti) e Hezbollah contro Israele. Gli Stati Uniti d’America, l’Occidente e l’ONU di fronte al massacro di civili sono spettatori e collusi, inorriditi e impotenti. I conflitti possono diventare guerra, incendio che divorerà il Medio Oriente.
Cecilia Clementel in forte polemica con le interpretazioni dominanti offre un diario di questi ultimi mesi.
Anche in questo caso la redazione di Democrazia futura non condivide l’analisi sia pure molto accurata di questo nuovo contributo di Cecilia Clementel e in particolare alcuni giudizi taglienti contro presunte entità “sioniste” che avrebbero trasformato i connotati dello Stato israeliano. Per noi il sionismo originario di Theodor Herzl rappresenta al contrario l’unica sintesi riuscita secondo principi di laicità che affondano le loro radici nell’esempio della Terza Repubblica francese fra socialismo e nazionalismo inteso come legittima aspirazione alla costruzione di uno Stato nazionale. Ciononostante, ospitiamo come sempre volentieri questo “parere in dissenso”.
29 settembre 2024
Il Medio Oriente attende la ritorsione iraniana per l’omicidio di Isma’il Haniyeh a Teheran
Trentino, 7 agosto 2024
Il 4 agosto passeggiavo in un bosco ombroso e profumato salendo per un sentiero delle Dolomiti, incontrando sculture di legno e fontanelle fatte con tronchi d’albero. Il vento fresco in questa giornata afosa veniva dal Paradiso e lì è tornato.
Poche ore dopo (metaforicamente) il cielo è buio e minaccia tempesta. Nel pomeriggio di martedì 30 luglio un aereo israeliano (in questo caso Israele riconosce la sua responsabilità) colpisce l’ultimo piano di una palazzina in un quartiere meridionale di Beirut, per uccidere Fuad Shukr, importante capo militare di Hezbollah, il cui cadavere si troverà sotto le macerie (restano uccise altre 4 persone, ci sono 74 feriti[1]). Mi affido ai telegiornali dell’emittente araba del Qatar, al Jazeera live, sul telefonino. Da dieci mesi seguo i loro notiziari sulla situazione in Gaza e in Medio Oriente[2].
La mattina dopo sono in piedi prima delle sei (per il caldo?) Mi faccio “nu ‘co ‘e caffè”. Riapro Al Jazeera: nella notte, a Teheran dove il giorno precedente si era insediato il nuovo presidente iraniano Masud Pezeshkian[3], un missile[4] (da dove e da chi? Ovviamente dal Mossad, ma non è stato rivendicato) uccide Isma’il Haniyeh[5], uno dei fondatori di Hamas e sinora suo capo politico, assai più moderato e alla ricerca del compromesso rispetto al capo militare di Hamas in Gaza, Sinwar[6]. Si inaugura un nuovo stile diplomatico: eliminare coloro con cui si sta negoziando un cessate il fuoco. Noto che i negoziati del cessate il fuoco per Gaza sono tenuti, oltre che da Hamas, dai servizi segreti israeliani e statunitensi: CIA e Mossad.
All’inizio dell’anno fu ucciso con droni nella zona sud di Beirut Saleh al-Arouri, fondatore delle brigate Al Qassam braccio militare di Hamas. Un altro leader militare delle stesse brigate Al Qassam (Deif) è sopravvissuto a ben sette tentativi di assassinio, l’ultimo in Gaza il 13 luglio 2024, proprio il giorno dell’attentato a Trump, che ha riempito le pagine dei media occidentali. A Gaza, in Al-Mawasi, zona designata a protezione umanitaria, quel giorno sono morte 90 persone, i feriti sono 300, evidentemente una striscia di sangue sul volto del candidato alla presidenza degli Stati Uniti fa più notizia di un centinaio di morti. Così sono morti sotto le bombe nel 2014 (nel corso di un attentato a Deif) la sua giovane moglie e i due figli; questo tipo di agguato viene denominato dagli israeliani ‘papà è tornato a casa’. Gli israeliani affermano che Mohammed Deif, questa primula rossa, è rimasto ucciso il 13 luglio 2024, Hamas ha in seguito confermato il decesso. In totale dal 7 ottobre 2023 a Gaza sono stati eliminati circa 4 mila civili, secondo la sanità palestinese[7].
Ha fatto notizia un articolo del periodico medico inglese Lancet che afferma, in base a modelli statistici, che i morti in Gaza nei primi 10 mesi dello scontro non sono 40 mila ma almeno 187 mila (quasi l’8 per cento della popolazione di Gaza[8]). A questi si aggiungano i feriti (circa il triplo) alcuni dei quali resteranno handicappati, poi tutti i palestinesi, in particolare i giovani, traumatizzati e colpiti da gravi lutti. La carestia e la sete in Gaza sono causate dagli israeliani (non più di 100 camion di aiuti al giorno entrano nella striscia dal contro i 500 al giorno necessari), malnutrizione e malattie (si parla di polio ed epatite A) colpiscono una popolazione il cui servizio sanitario è distrutto, mentre 500 sanitari sono stati uccisi, feriti, arrestati e abusati.
Abusi e torture per i 10 mila palestinesi arrestati nei territori occupati sono la norma; quando soldati israeliani sono stati arrestati per l’accusa di aver torturato un prigioniero, alcuni israeliani hanno inscenato proteste cercando di liberarli (30 luglio 2024). Tale azione (filmata) di stupro su un palestinese è stata apertamente difesa nel corso di una trasmissione televisiva israeliana da alcuni dei dimostranti a favore della liberazione dei soldati accusati.
Alle numerose riunioni urgenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU in questi mesi si sono sentite denunce incandescenti dei crimini di guerra contro i palestinesi da parte di Cina e Brasile, mentre la Corte di Giustizia Internazionale (ICJ) ha insistentemente richiesto alla Corte Internazionale Penale-International Criminal Court (ICC) di spiccare mandati di cattura non solo per alcuni leader di Hamas ma anche per il presidente Israeliano Netanyahu e il suo ministro degli esteri Gallant. Gli Stati Uniti d’America minacciano in tal caso sanzioni contro i membri della Corte Internazionale.
Intanto in Iraq…
Passa quasi inosservato l’attacco effettuato in data 30 luglio 2024, un attacco ‘difensivo’ condotto da una base statunitense in Kuwait contro una base della Popular Mobilisation Force in al Musayb (Babel province, Iraq) dove, secondo Vedant Patel, principale assistente portavoce del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti durante un briefing del 31 luglio, combattenti islamici intendevano lanciare droni (non è chiaro se droni spia o droni d’attacco) contro una base alleata (base statunitense) in Iraq.
Vi sono 2500 soldati ‘alleati’ in Iraq e 800 in Siria, entrambi i governi da tempo richiedono che se ne tornino a casa.
Dal 7 ottobre 2023 attacchi del ‘Fronte della resistenza islamica in Iraq’ (sostenuto dall’ Iran) a queste basi e le relative ritorsioni sono aumentati di numero. L’ufficio del premier irakeno ha descritto tali ‘attacchi difensivi’ come
’inaccettabile violazione della sovranità irakena’.
Il gruppo più indiziato per attacchi alle basi militari occidentali (Kata’ib Hezbollah) dichiara che l’attacco del 30 luglio 2024 ha colpito esperti di droni che lavoravano ad un drone spia. La Popular Mobilisation Force si compone di milizie formate da sciiti (Muktada al-Sadr) con appoggio iraniano, che nel 2014, insieme agli ‘alleati occidentali’, sconfissero le forze dell’ISIS. Tali milizie dal 2016 fanno parte delle forze armate irachene[9].
Il Medio Oriente è sempre molto complicato, le basi americane vi sono pericolosamente esposte ad attacchi: i droni cambiano le guerre. Israele ha giustificato l’attacco in un sobborgo di Beirut che ha ucciso il comandante di Hezbollah Fuad Shukr[10] col fatto che egli sarebbe stato responsabile del lancio del razzo che uccise 12 ragazzini che giocavano al calcio nella zona delle Golan Heights, le alture del Golan, siriane, occupate illegalmente da Israele dal 1967 e abitate da una minoranza religiosa mussulmana, una setta eretica che fa riferimento al Corano, alla Bibbia e a Platone. I drusi si considerano siriani, rifiutando la cittadinanza che Israele ha offerto, ma possono combattere nell’esercito ovvero nella Israeli Defense Force (IDF).
Gli israeliani, la cui credibilità è in caduta libera, sostengono di aver trovato schegge di un missile iraniano. Vi sono video che indicano traiettorie di missili antiaerei della ‘cupola di ferro’ (iron dome) la protezione antiaerea che copre tutto Israele, in contemporanea all’attacco che ha ucciso i dodici ragazzi. I ragazzi sono drusi, arabi siriani e non israeliani.
Quando in passato per errore Hezbollah ha ucciso arabi in Israele, se ne è scusata. La comunità drusa ritiene che le morti siano dovute a un missile della contraerea israeliana e dicono che tale caduta non è infrequente (oppure la contraerea può aver spinto il missile-che Hezbollah dice diretto a un sito militare israeliano nelle vicinanze-fuori traiettoria). Sia il ministro Bezalel Smotrich[11] che tentava di partecipare al funerale, sia Netanyahu in visita sono stati allontanati senza complimenti dalla comunità drusa così crudelmente colpita.
L’ONU dichiara ripetutamente che l’occupazione delle alture del Golan è illegale (Trump ritiene invece che vada bene). Come in Cisgiordania qui si sono radicate colonie di cittadini israeliani che si considerano sionisti.
La Corte internazionale di giustizia, in data 20 luglio 2024, afferma (dopo numerose dichiarazioni dell’Onu in questo senso, che la presenza dilagante di questi gruppi aggressivi di coloni[12] nei territori che Israele occupa dal 1967 è illegale e deve cessare al più presto. La colonizzazione, l’apartheid, l’annessione di territorio e le molte restrizioni imposte (di recente Smotrich, fervente sionista ortodosso che abita in un insediamento illegale e propugna l’annessione dei territori occupati, è stato incaricato dell’amministrazione della Cisgiordania!) di conseguenza la corte, sollecitata dall’Onu, ritiene che Israele debba cessare al più presto tale occupazione.
L’opinione internazionale si orienta sempre più energicamente verso una concreta istituzione dello Stato palestinese che l’Onu aveva previsto nel 1948, prima della guerra arabo-israeliana e che doveva essere stabilita dopo gli accordi di Oslo, 1993, rimasti inefficaci. I palestinesi e i Paesi arabi potrebbero concludere che i negoziati sono modalità per perdere tempo, mentre l’originario disegno di pulizia etnica si concretizza.
L’aggressione israeliana cresce esponenzialmente
Il coraggioso giornale liberale Haaretz (che il governo vorrebbe imbavagliare) con l’aiuto di documenti ufficiali ha stabilito che il 7 ottobre era in vigore la ‘direttiva Hannibal’, che permette alle forze d difesa israeliane IDF di uccidere amici e nemici se sussiste il rischio che degli israeliani vengano presi in ostaggio: circa metà delle 1200 vittime caddero sotto un fuoco amico.
Il comportamento di Israele con l’evidente sabotaggio dei negoziati di pace e il disinteresse per la sorte degli ostaggi non è stato modificato dalle regolari dimostrazioni dei parenti degli ostaggi e non solo, che continuano più che settimanalmente in Israele contro Netanyahu e la strategia bellicista del suo governo.
L’esercito israeliano, con uomini e mezzi esausti da un conflitto militare con Hamas su cui abbiamo poche e confuse notizie, è riluttante a impegnarsi sul fronte libanese, mentre il governo alza la posta e prima minaccia poi ordina di attaccare direttamente Hezbollah in Libano. Israele dimostra che nessuno dei palestinesi esiliati nel Medio Oriente è protetto dal paese che lo accoglie come rifugiato, l’assassinio di Haniyeh è anche un insulto al governo iraniano che si preoccupa del fallimento dei suoi servizi di sicurezza: in questa cultura l’ospite è sacro, quell’ospite amico famoso lo era in particolare. Israele sembra avere concesso a Doha l’immunità da questo tipo di assassinii.
Aerei israeliani rasero al suolo il consolato iraniano a Damasco il 1° aprile 2024: le conseguenze
Un’occasione imperdibile: arriva l’intelligence che un generale iraniano (Ali Reza Zahdi) che aveva guidato il corpo d’élite Quds e il suo vice, più cinque guardie rivoluzionarie iraniane, senza contare un militante di Hezbollah si trovavano insieme al consolato iraniano a Damasco.
In Siria gli attacchi aerei israeliani a milizie alleate all’Iran o, in questo caso, ai loro consulenti iraniani, sono frequenti. Normalmente Israele non li rivendica, pochi giorni prima ad Aleppo un attacco simile aveva fatto 44 morti, in questo caso i morti furono 16. L’attacco secondo l’Iran riguardava un suolo iraniano, trattandosi di ambasciata, chiara violazione del diritto internazionale[13].
Sulla stampa italiana il fatto che l’Iran aveva attaccato Israele il 13 aprile 2024 con 300 fra droni e missili ma solo 9 missili ipersonici fossero arrivati sul bersaglio (a una base militare nel Negev) parve un fallimento. Per la prima volta l’Iran colpiva il suolo d’Israele: il paese aveva tollerato per anni uccisioni prima dei suoi fisici nucleari e poi dei militari iraniani in Siria senza reazione, temendo non solo una rappresaglia israeliana e sapendo anche che sarebbe stata sostenuta dagli Stati Uniti.
Il potere di deterrenza d’Israele, dopo questa dimostrazione che i missili iraniani colpivano il bersaglio designato e ben difeso (non vi furono vittime) era minore. Le difese antiaeree[14] avevano sì funzionato, ma il costo totale superava (per Israele) un miliardo di dollari (secondo l’agenzia Reuters) mentre l’Iran, per 170 droni e 150 missili (altri droni e missili giunsero da Iran, Libano, Irak e Siria) avrebbe speso circa 200 milioni di dollari (secondo il Guardian)[15], una settimana di attacchi del genere e Israele si sarebbe trovato indifeso avendo esaurito missili per difesa antiaerea.
La ritorsione israeliana, anche per la pressione degli Stati Uniti, fu simbolica[16]. Dopo aver ricordato che parte del suo lavoro per l’intelligence dei marines consisteva nel proteggere Israele dai missili Scud di Saddam, Scott Ritter afferma che per lungo tempo Stati Uniti e Israele collaborarono a creare una giustificazione per un attacco all’Iran volto a far cadere il regime islamico (facendo riferimento al suo libro ‘Target Iran’ del 2006).
Già nel 2006 tuttavia Ritter era giunto alla conclusione che:
“Israele era una nazione ubriaca di arroganza e di potere e che, a meno che gli Stati Uniti non avessero trovato un modo di togliere le chiavi dall’accensione dell’autobus che Israele stava guidando verso l’abisso, non ci saremmo uniti ad Israele nel suo viaggio suicida”.
Netanyahu, applaudito in piedi per più di 50 volte durante il suo discorso bellicoso al Congresso degli Stati Uniti il 24 luglio 2024, dopo aver incontrato sia Biden sia Trump (e Kamala Harris che è una dei cento tra deputati e senatori che si sono rifiutati di presenziare al suo discorso) si sarà sentito legittimato a procedere con le massicce provocazioni in Libano e Siria di cui abbiamo discorso. Avrà informato Biden o persino chiesto il permesso? Gli sarà stato detto da chi veramente conta alla Casa Bianca che doveva assolutamente firmare un accordo per liberare gli ostaggi e per il cessate il fuoco, invece di sabotarlo sulla linea d’arrivo? In questo caso gli omicidi e le successive rappresaglie assicureranno il fallimento del negoziato.
Possibile che il ‘deep state’ americano abbia persino incoraggiato il suo rifiuto della diplomazia privilegiando attacchi sempre più provocatorii? Certo lo ha applaudito, non lo ha criticato mentre predica la moderazione all’Iran.
Molti paesi islamici accusano gli Stati Uniti di cronica e acritica collusione con Israele. Il danno alla reputazione dell’occidente che ne deriva sale esponenzialmente.
A parole l’asse della resistenza (Hezbollah in Libano, Ansarallah sul mar Rosso, Hamas a Gaza, in Siria e in Iraq le milizie filoiraniane e l’Iran) minaccia una ritorsione severa e coordinata, Hezbollah in particolare minaccia Tel Aviv perché è stata colpita Beirut.
Israele si dibatte in serie difficoltà economiche e sarebbe indebolito se parte della popolazione (quelli con doppio passaporto) fosse presa dal panico e se ne andasse. Nel paese ci sono circa 7 milioni e mezzo di ebrei e altrettanti palestinesi (islamici e cristiani), fra questi un milione e mezzo abita in Israele.
I palestinesi in Gaza sono declassati ad ‘animali’ e il genocidio o l’espulsione sono il destino che Israele visibilmente riserva loro, ritenendo che Hamas costituisca, insieme all’asse della resistenza, un grave pericolo per la sua esistenza. Governi occidentali che continuano a vendere armi ad Israele non ritengono di essere complici di un genocidio, alcuni di noi hanno un senso di sofferenza e d’impotenza a sopportare uno spettacolo di barbarie (che esiste, ma non è riportato, anche altrove: Myanmar, Sudan), altri applaudono.
Biden è stato un fedele alleato d’Israele per mezzo secolo, Trump lo sarebbe anche più: fu lui a trasferire l’ambasciata degli Stati Uniti a Gerusalemme e a dare l’assenso per l’assassinio di Qassem Soleimani a Bagdad nel gennaio 2021.
L’Onu e il suo apparato legale vengono neutralizzati dalla mancanza di azioni concrete in supporto alle loro decisioni, l’UNWRA viene demonizzata, gli Stati Uniti e l’Europa, nonostante vibranti e sostenute proteste a favore dei palestinesi da parte dei cittadini nei paesi occidentali, sono giudicati dal resto del mondo collusi con Israele. Erdogan, che fa passare il 40 per cento del petrolio israeliano[17], è anch’esso, mi pare, colluso.
La scena in Medio Oriente sta cambiando: la diplomazia cinese dopo aver operato una riconciliazione fra Iran Arabia Saudita era riuscita (Beijing agreement, 22 luglio 2024)[18] a riconciliare le 14 fazioni palestinesi, aprendo la strada a possibili elezioni e ad una nazione palestinese, ma Israele ha ribaltato la scacchiera e potrà riversare su altri (che, come gli Stati Uniti[19], assolutamente non desiderano una conflagrazione regionale pericolosa) la colpa di una inevitabile, imminente escalation. L’asse della resistenza a Israele si muoverà insieme e quasi certamente colpirà sia il territorio israeliano sia le basi statunitensi nella regione. Turchia ed Egitto, gli arabi tutti verranno coinvolti e molti paesi islamici interrogati: da che parte state. Israele gioca una pericolosa partita a poker con Stati Uniti, Iran ed Hezbollah mentre l’Europa sceglie ancora una volta di mettersi sulla scia degli Stati Uniti, benché in passato abbia sostenuto la causa palestinese.
Riflessione su un futuro pericolosamente incerto
Dall’attacco a Israele del 7 ottobre 2023 siamo su una china che potrebbe portare a una disfatta strategica di Israele, che ha subito da Gaza in quel giorno un attacco militare e di intelligence di sorprendente successo. Poco sappiamo del conflitto militare con Hamas in Gaza, ma non pare che le Forze di Difesa Israeliane IDF abbiano ottenuto l’obiettivo sperato. Conflitti a fuoco (o meglio a droni e artiglieria) degli Houti contro navi nel mar Rosso, di Kata’ib Hezbollah contro basi statunitensi sul loro territorio, conflitto fra IDF ed Hezbollah sul confine libanese e anche la tensione con l’esercito egiziano, sono state gestite con prudente moderazione e minime perdite umane, temendo non solo di scatenare l’ira di Israele[20] ma anche di giustificare un intervento aperto (che nel mar Rosso si è concretato ma non ha per ora raggiunto l’obiettivo di proteggervi la libertà di navigazione) di Stati Uniti d’America, Gran Bretagna e Francia. Netanyahu, con gran parte della classe politica israeliana, ha visibilmente due obiettivi:
- il primo obiettivo è di pulizia etnica, sia in Gaza che in altri territori occupati, eliminare i palestinesi e sostituirli con i coloni per annettere a Israele tutta la Palestina storica. Questo obiettivo si legge in testi di gruppi sionisti prima del 1948, è stato abilmente perseguito dopo il 1967[21]. Con il pretesto di sconfiggere Hamas e con un assedio a Gaza che stringe il cappio della carestia e dell’emergenza sanitaria su due milioni di persone, ma anche con violenze e uccisioni dei palestinesi da parte dei coloni, tollerate se non incoraggiate dall’IDF in Cisgiordania (700 morti dal 7 ottobre 2023 e più di mille attacchi violenti contro i palestinesi) in pochi mesi questo obiettivo sarà raggiunto. Il destino degli ostaggi israeliani e di un armistizio è subordinato a creare una situazione che rende Gaza letale a chi vi abita, il che spiega l’accanimento a uccidere giornalisti (oltre 130 uccisi, in alcuni casi insieme a familiari[22]) che vi testimoniano il genocidio. Sebbene condannata dalle Corti di giustizia la pulizia etnica viene nel concreto sostenuta a spada tratta dal Dipartimento di Stato americano, dalla Commissione Europea, dai governi europei. La Germania in particolare, con provvedimenti liberticidi, sembra volersi liberare del rimorso per l’olocausto sostenendo Israele persino nella Corte per i crimini internazionali (ICC)[23]. Le detenzioni di migliaia di palestinesi sono illegali e pesanti umiliazioni e torture vi sono la norma, come le associazioni internazionali e lo stesso Relatore Speciale delle Nazioni Unite contro la tortura hanno segnalato.
- Il secondo obiettivo è portare l’occidente ad un conflitto militare (le sanzioni economiche sono attive da anni, senza il risultato sperato, come nel caso della Russia) contro Iran e l’asse della resistenza (quindi Iraq, Siria, Yemen e milizie varie). La lunga lista del Mossad di assassinii mirati (‘kill list’) inizia nel 2010 con scienziati nucleari iraniani e ha subito un’accelerazione costante dall’assassinio di Qassem Soleimani (opera degli Stati Uniti, firmato da Donald Trump) dal gennaio 2021 in poi. Gli omicidi[24] di Fuad Shukr (Hezbollah), Saleh al Arouri (Hamas)(entrambi a Beirut), di Isma’il Haniyeh, il capo politico di Hamas a Teheran, di generali e militari iraniani al consolato iraniano di Damasco, avvenuti tutti nel corso del 2024[25] non sono solo provocazioni per il compimento dell’omicidio ma anche (in particolare negli ultimi due casi) per il luogo in cui è avvenuto l’assassinio. Hezbollah ha minacciato che se veniva colpita Beirut essa avrebbe attaccato Tel Aviv. Il governo israeliano non può ignorare quanto alti siano i rischi di ritorsione da parte di Iran ed Hezbollah, entrambi dotati di moderni arsenali missilistici e di droni, spera infatti che loro reazione giustifichi l’intervento degli Stati Uniti d’America. Puntualmente in questi mesi Lloyd Austin, segretario alla difesa, dichiara che gli Stati Uniti d’America aiuteranno Israele se attaccato e sposta una seconda portaerei (in arrivo dal Pacifico) e un gruppo anfibio, altre navi da guerra e altri jet. Le affermazioni che Israele ha tenuto il Pentagono e la Casa Bianca all’oscuro degli attacchi progettati (o li ha informati all’ultimo minuto) non sono credibili, mi domando se Israele conduca per conto terzi una proxy war contro l’asse della resistenza islamica.
L’esercito israeliano rischia una sconfitta strategica se affronta da solo una nuova guerra in Libano e certo non può affrontare l’Iran senza il supporto statunitense. All’apparenza il Dipartimento della difesa statunitense si adopera per mitigare la rappresaglia iraniana e il rischio di escalation regionale.
Biden non può affannarsi a ottenere un cessate il fuoco (votato all’unanimità, dopo lunga resistenza da parte di Stati Uniti e Regno Unito, dal Consiglio di Sicurezza ONU) e poi dire di essere stato trascinato controvoglia in un conflitto regionale: basterebbe che cessasse di rifornire Israele di armi per decine di miliardi di dollari.
Biden non è come molti dicono indebolito dalla rinuncia a candidarsi alle elezioni[26] ma è più libero di agire, se e in quanto ne sia capace, anche incautamente, come liberi di agire sono coloro che per anni lo hanno consigliato (e controllato): le conseguenze si rifletteranno sulla campagna di Kamala Harris (spendibile e disponibile a perdere) e potranno essere poi imputate al ‘sionista cristiano’ Biden[27].
Ritengo quindi che nella prossima fase pre-elezioni americane in cui sarebbe prevalsa la prudenza, si rischia invece che l’autobus lanciato verso l’abisso di cui parlò Ritter vada a folle velocità. Si può contare su Trump per continuare il sostegno senza se e senza ma ad Israele.
Dio è morto e anche io non mi sento tanto bene (Woody Allen)
“Sono colpito dal racconto della presa di potere da parte delle due Bestie descritte dall’Apocalisse nel capitolo 13 per l’affinità con ciò che succede oggi nel mondo… I cristiani, mi chiedo, in questa pretesa guerra contro il male con chi stanno? Sono ubbidienti anch’essi alla bestia e pensando alla salvezza (illusoria) della propria pelle sono disposti a calpestare ogni regola morale, anche davanti a Dio?… Non dovrebbero invece resistere alla Bestia invece di obbedire alla sua logica omicida?” (Anonimo, 2004). [28]
Questa semplice domanda di un credente riportata in un libro del teologo valdese Paolo Ricca (recentemente scomparso) si può accostare alle riflessioni laiche di un libanese naturalizzato francese Amin Malouf che nel suo saggio Il labirinto degli smarriti. L’Occidente e i suoi avversari[29] solleva angoscianti interrogativi sulla guerra ucraina e il futuro dell’Occidente:
’La guerra di Gaza rivela il fallimento morale dei principi apparentemente universali che l’occidente ha condiviso’.
Tramontano con il declino dell’egemonia occidentale la rivoluzione dei Lumi e l’Umanesimo? Un tramonto wagneriano fra ottimismo prometeico e maniacalità faustiana: si ritorna a discutere di Nietzsche, di anti-umanesimo e di Auschwitz con erudizione, ma non scorgo una spiegazione o una risposta. Il presente, il bombardamento mediatico e visivo degli orrori paralleli del campo di battaglia ucraino e dello sterminio in Gaza pone a ciascuno, indipendentemente dalla sua religione, dalla sua etica o cultura, a ciascuno che si sia nutrito della vincente cultura occidentale, la domanda:
TU che cosa dici, che cosa fai di fronte a questo? Meglio, NOI, come rispondiamo per salvaguardare il nostro ideale di umanesimo e anche tutte le istituzioni, politiche e legali, disegnate per declamarlo e difenderlo?
Il sole sorge ancora
Circondata da splendide montagne e foreste aromatiche rimango affascinata e inorridita da questo storico, torrido agosto 2024. Questa mattina mi sono svegliata presto: nell’alba il sole ha fatto diversi tentativi per emergere da cumuli bianchi orizzontali dagli orli seghettati, mi sono ricordata che l’induismo ha una cerimonia chiamata ‘saluto al sole’.
Oggi vi è sarà una riunione urgente dell’Organizzazione della conferenza islamica (OIS), un blocco di tutti i paesi islamici afroasiatici nata nel 1969, a seguito della guerra dei sei giorni nel 1967, che si rifà al concetto di umma (comunità islamica), dove l’Iran chiederà e otterrà solidarietà e condanna dell’assassinio di Haniyeh compiuto sul suo territorio, un evento di cui incolpa non solo Israele ma anche gli Stati Uniti, mentre il Segretario di Stato Tony Blinken afferma di esserne stato colto di sorpresa.
Netanyahu nel suo viaggio trionfale a Washington di fine luglio 2024 non ne avrebbe parlato, si dice che abbia chiesto aiuto per un probabile conflitto sul confine libanese. Questo conflitto porterebbe l’esercito israeliano al fiume Litani, a 40 chilometri oltre la linea dell’armistizio con il Libano, Hezbollah invece intende combatterlo in Galilea, nella zona nord d’Israele. L’esito è militarmente incerto e nessuno dei due paesi può sostenere economicamente una guerra di logoramento.
Non è credibile che il presidente israeliano non abbia informato i servizi segreti statunitensi dell’attacco in preparazione, in ogni caso la rete di intelligence satellitare dei Five Eyes (i maggiori paesi anglosassoni) li avrebbe allertati immediatamente dopo il fatto, come ha affermato Lucia Annunziata. È possibile che la CIA abbia collaborato ad assassinare il negoziatore per Hamas dell’accordo per il quale in apparenza si spendeva al Cairo? Colui che lo sostituisce, Sinwar, è un ‘duro’, oggi capo militare di Hamas in Gaza, che ha organizzato l’incursione del 7 ottobre 2023 e si trova in cima alla lista (‘kill list’) dei bersagli del Mossad.
Nell’attesa dell’annunciato attacco iraniano (che coinvolgerà tutto l’asse della resistenza: milizie sciite in Iraq e Siria, Hezbollah e gli Houti dello Yemen) è in atto una guerra psicologica.
L’attacco a Israele da parte dell’Iran del 13 aprile 2024 era stato preannunciato e riguardava bersagli militari, non fece vittime ma evidenziò la capacità iraniana di colpire dove e quando volevano (nove missili colpirono la base militare da cui era partito l’attacco sul consolato iraniano di Damasco del 1° aprile 2024). Israele dichiara che se fossero colpiti obiettivi civili reagirebbe duramente. Iran e compagnia dovrebbero colpire, questa volta senza preavviso, facendo abbastanza danni da dissuadere Israele da simili attacchi sul proprio territorio in futuro e da portarlo ad un cessate il fuoco che termini l’assedio umanitario a Gaza.
Lo scopo di Israele è di coinvolgere sul campo i militari statunitensi, quello dell’Iran e, a parole, degli Stati Uniti è di evitare l’esplosione di una guerra regionale in Medio Oriente. Altri paesi potrebbero entrare in scena: Turchia e Algeria. L’Egitto non potrebbe sottrarsi, il Libano e la Giordania ne sarebbero devastati, i potentati arabi costretti a prendere posizione, le basi americane nella zona sarebbero difficilmente difendibili. Le strutture del nucleare in Iran e Israele diventerebbero bersagli di primaria importanza. Si discute apertamente di un possibile attacco preventivo da parte di Israele contro l’Iran e di un possibile uso di armi nucleari israeliane.
I risultati delle prossime elezioni presidenziali americane non muteranno la determinazione degli Stati Uniti a difendere il suo principale alleato in Medio Oriente e potrebbero rafforzarla (Kamala Harris è sposata con un fervente sostenitore della causa sionista).
La reale capacità militare di Hezbollah e Iran (razzi, droni, antiaerea e intelligence) viene discussa ma non è mai stata lanciata in forza sul campo del conflitto, quella di Israele e degli Stati Uniti è nota, entrambi sono eserciti agguerriti ma da tempo non messi alla prova contro un avversario di pari grado. Si aggiunge l’incognita Russia: di recente ha firmato con l’Iran[30] un’alleanza militare, con protocolli segreti e lo sta rifornendo di razzi, droni, strumenti di difesa antiaerea e per la guerra elettronica. L’aviazione iraniana è quel che resta delle forniture americane allo scià e occorrerà del tempo prima che la Russia possa resuscitarla: il defunto presidente iraniano è precipitato in un vetusto elicottero americano Bell 212 il 20 maggio 2024, mentre coloro del suo seguito che volavano nei due elicotteri di fabbricazione russa sono sopravvissuti[31].
Attendendo insieme gli eventi troviamo il tempo per contemplare con gratitudine il sorgere del sole su questa ‘aiola che ci fa tanto feroci’.
Diario di un’escalation di fine estate
Trentino 24 agosto 2024
La pausa di Ferragosto è passata e non si è vista la rappresaglia di Iran ed Hezbollah contro Israele, nessuno ne parla ma ritengo che sia in preparazione. Continua l’incursione oltreconfine che vede truppe ucraine permanere, combattendo, in mille chilometri quadri di territorio russo e novanta insediamenti umani in Kursk[32]. Politico il 22 agosto 2024 riporta che Putin ha definito l’attacco “provocazione terroristica”, dicendo che la responsabilità-per essere stati i russi colti di sorpresa-era degli apparati di intelligence russi.
Domani, 25 agosto 2024, iniziano nuovamente al Cairo i tentativi di mediatori di Stati Uniti, Qatar ed Egitto di concludere accordi per il cessate il fuoco a Gaza e per lo scambio di ostaggi e prigionieri palestinesi. Registriamo il primo caso di poliomielite fra i palestinesi, di cui continua l’eliminazione che essi chiamano una seconda Nakba (catastrofe). La delegazione israeliana al Cairo sarà guidata dal capo del Mossad, Hamas non ci sarà ma afferma di accettare la proposta Biden di tre mesi fa[33], che prevede che l’IDF lasci Gaza. Il presidente Netanyahu, in contrasto con il suo negoziatore, vuole mantenere il controllo sui corridoi di Philadelphi (confine fra Gaza ed Egitto, controllato dall’Egitto dal 2005) e Netzarim.
Vi sono ben poche speranze di accordo, si tratta solo per dare a qualcuno la colpa del fallimento delle trattative. Netanyahu non può, ammesso che lo voglia, firmare un cessate il fuoco che membri del suo governo definiscono tradimento. Il ministro Ben Gvir ha al suo comando un corpo di polizia, i 100 rabbini estremisti abitanti nelle colonie israeliane che stanno inghiottendo la Cisgiordania illegalmente occupata dal 1967, al loro fianco una violenta milizia di coloni ebraici (10 mila?) cui il governo ha distribuito le armi. Se gli alti ufficiali dell’esercito (in maggioranza di origine Askenaziti), con il benestare della Casa Bianca, organizzassero un Colpo di stato, vi sarebbe in Israele un conflitto civile armato.
Da anni esiste nel paese un’insanabile frattura fra democratici di ascendenza nordeuropea e ortodossi radicali insieme a israeliani di ascendenza non europea[34]. L’esercito trova nei suoi ranghi una consistente minoranza di assassini genocidari e stupratori, che vengono difesi da un settore della popolazione e del governo.
Mentre Israele ha bisogno del sostegno morale del mondo per sopravvivere, gran parte del mondo risponde non possiamo e non vogliamo sostenervi. Gli Stati Uniti sostengono militarmente la difesa di Israele ma si dicono indisponibili a sostenerlo in una guerra regionale. Kamala Harris, rispondendo a dimostranti pro-Palestina ha affermato:
“Cessate le critiche ad Israele se non volete una rielezione di Trump! Volete forse che questi estremisti che minacciano la nostra società e la nostra democrazia abbiano vittoria? Non sono dei terroristi estremisti ma non accettano la nostra narrativa riguardo a Israele”.
Traduzione: se non state con noi, con la democrazia siete degli estremisti (con probabili conseguenze). Mi pare che si vada verso il pensiero unico e la negazione della libertà di opinione[35].
Le elezioni americane complicano il quadro: Kamala Harris rischia di perdere i voti dei palestinesi americani e/o quelli degli ebrei radicati negli Stati Uniti.
I Paesi europei che si affacciano sul Mediterraneo sono molto vicini al teatro delle operazioni militari. Cipro potrebbe essere colpita (vi sono due basi militari britanniche) durante una rappresaglia iraniana. Il 60 per cento della popolazione giordana è composta da rifugiati palestinesi: su 4,5 milioni di libanesi mezzo milione sono profughi palestinesi. In Giordania e in Egitto la popolazione tollera la tiepida reazione dei suoi governanti alla tragedia di Gaza, entrambe hanno una situazione economicamente critica e politicamente un equilibrio instabile. Gli attacchi degli Houti nel mar Rosso hanno causato una diminuzione del traffico navale (e dei pagamenti percepiti dall’Egitto) che passa per Suez. Arabia Saudita e Turchia si ergono a difensori dei fratelli islamici ma prima o poi dalle parole dovranno passare ad azioni concrete, anche qui l’opinione pubblica è incandescente.
Poniamo che Israele risponda all’Iran e a tutto l’asse della resistenza con missili sui campi petroliferi o di gas naturale in Irak e Iran, con attacchi ai porti e alle strutture del nucleare civile in Iran[36]. La conseguenza sarebbe un blocco delle forniture energetiche che colpirebbe Cina, Giappone e Corea del Sud principalmente ma si abbatterebbe su tutta l’economia mondiale creando una grave crisi.
L’asse della resistenza reagirebbe con un altro pesante attacco e Israele potrebbe arrivare fino all’uso di una atomica tattica. L’Iran non possiede atomiche ma può procurarsele dal Pakistan. Gli Stati Uniti, la Turchia e tutti i paesi mediorientali, anche Russia e Cina, verrebbero necessariamente coinvolti.
La forza di interposizione dell’ONU UNIFIL
Sul confine libanese continua l’escalation: in agosto 100 razzi di Hezbollah hanno tentato di colpire il nord d’Israele. Nel sud del Libano dal 1978 (!!) si trova una forza d’interposizione dell’ONU, UNIFIL, che copre dalla linea dell’armistizio, in pratica il confine, fino al fiume Litani (dove Israele intenderebbe spostare il confine). I militari italiani sono circa 1.200, insieme a militari di diversi Paesi fanno parte di una forza di più di 10 mila caschi blu, oggi in stato di massima allerta. Da inizio agosto molte aerolinee cancellano i voli per Beirut e molte ambasciate suggeriscono di lasciare il Libano, il ministero della guerra si preoccuperà di evacuare i caschi blu italiani se necessario.
Trentino, 25 agosto 2024
Oggi, 25 agosto 2024 ci giunge la notizia che Hezbollah ha lanciato più di trecento razzi Katyusha su Israele e un missile vicino a Tel Aviv, tutti, dice, su obiettivi militari e basi di spionaggio, che secondo Israele non sono stati colpiti[37]. Vi sono tre morti in Libano e uno in Israele, in anticipazione dell’attacco si sono alzati in volo cento aerei israeliani che hanno bombardato il sud del Libano per intralciarlo. Nasrallah ha affermato che gli israeliani hanno superato tutte le ‘linee rosse’ e Netanyahu ha risposto che
“non è finita qui”.[38]
La guerra regionale è sul piede di partenza, la speranza nelle trattative per il cessate il fuoco è sfumata, il massacro dei palestinesi continua. L’Iran e tutto l’asse della resistenza mentre sostengono la causa palestinese e la lotta di Hamas vogliono al momento evitare una guerra a tutto campo perché una situazione caotica faciliterebbe l’espulsione dei palestinesi dai territori occupati, come avvenne nel corso della Nakba del 1948. Temo che limitare l’escalation militare mentre Netanyahu vuole la guerra non sarà possibile. Alastair Crooke (diplomatico britannico in pensione) fa un’analisi dettagliata della situazione mediorientale[39].
L’Iran viene esortato dalle capitali europee alla moderazione[40], ma nessuno ‘esorta’ Israele.
La Russia (che fino a due anni fa aveva buone relazioni con Israele) sostiene militarmente con intelligence e tecnici russi l’Iran, ha fornito mercenari Wagner alla Siria e vi ha basi militari, fornisce armi moderne ad Hezbollah e Ansarallah. Nella sua visita a Teheran il 5 agosto 2024 l’ex ministro della guerra russo, Serghej Šojgu può aver consigliato prudenza e attenta pianificazione della inevitabile rappresaglia iraniana[41].
Alastair Crooke ritiene che con opportuna modulazione delle ondate di un attacco missilistico iraniano e con l’uso di missili ipersonici lo scudo difensivo israeliano può essere neutralizzato, se bersagliato da diverse direzioni e colto di sorpresa Israele subirebbe una pesante ritorsione[42].
Desiderando uno scontro con l’Iran Netanyahu potrebbe rispondere a questa con una reazione distruttiva, sperando di trascinare con sé gli Stati Uniti, e i diversi attori che dichiarano di non volere una guerra regionale ma possono essere costretti a tale conflitto dagli eventi.
Ritengo i rischi su questo teatro militare assai più preoccupanti di quelli sul teatro russo-ucraino, una conflagrazione regionale di grandi dimensioni influirebbe negativamente sulle eventuali trattative per la pace in Europa e sull’economia mondiale. In questa fase finale della campagna per le elezioni presidenziali statunitensi, Netanyahu controlla gli Stati Uniti più di quanto essi lo possano controllare, non vi sono quindi attori capaci di frenare l’attuale governo israeliano. Una pericolosa spirale mira alla distruzione di una delle due parti, senza spazio per compromessi.
Grandi manifestazioni (un totale di mezzo milione di persone) contro la politica di Netanyahu, che non privilegia la liberazione degli ostaggi, fanno seguito al ritrovamento (il 1° settembre 2024) di sei ostaggi, che erano stati uccisi da Hamas in un tunnel quando un commando israeliano (che ignorava la presenza degli ostaggi) si è avvicinato, ma non hanno modificato le posizioni del governo.
Lo sciopero generale proclamato e poi sospeso da un tribunale testimonia della crescente tensione nella società civile israeliana, che, almeno nella sua componente più estremista, pare consenziente con la pulizia etnica dei palestinesi condotta sia in Gaza che nella Cisgiordania, palestinesi di cui è stata a lungo coltivata la disumanizzazione, iniziando dai testi scolastici israeliani. Metà della popolazione di Gaza è alla fame, le poche strutture sanitarie rimaste sono allo stremo, Israele non potrà sostenere economicamente una lunga guerra e l’intensità del confronto militare con Hezbollah è aumentata. Vedo oggi 9 settembre 2024 (sul canale YouTube dell’ex giudice della Corte Suprema del New Jersey Andrew P. Napolitano) un video nel quale il diplomatico inglese, esperto mediorientale Alastair Crooke, che ritengo assai attendibile, riferisce notizie molto importanti che sono sfuggite ai media occidentali…
Israele sta per invadere il Libano?
Mentre i cecchini israeliani continuano a fare il tiro a segno su giornalisti, soccorritori, attivisti pro- Palestina (l’americana Ayşenur Ezgi Eygi, morta a Nablus durante una manifestazione), la Cisgiordania fa l’esperienza di evacuazioni, distruzioni di infrastrutture e violenti attacchi imprevisti da parte della Forza di Difesa Israeliana (IDF) e dei coloni, Netanyahu blocca con le sue richieste i negoziati Hamas-Israele e contraddice in privato le affermazioni fatte in pubblico[43].
La continuazione della guerra è essenziale per la sua sopravvivenza politica, una tregua è nell’interesse dei contendenti e degli ostaggi.
L’Egitto ritiene il controllo israeliano del confine una violazione del trattato di pace del 1979. Di recente un giordano ha ucciso tre israeliani sul ponte di Allenby, al confine giordano. I militari e la popolazione giordana sono in tensione e potrebbero violare il confine.
Ai primi di settembre Israele ha di nuovo condotto un attacco aereo in Siria, loro dicono su obiettivo iraniano. Gli scambi di artiglieria fra Hezbollah e l’esercito israeliano si intensificano. Gli Houthi hanno colpito con un missile il porto israeliano di Eilat, in solidarietà con i palestinesi. In una conversazione con l’ex giudice Napolitano, postata su YouTube il 9 settembre Alastair Crooke sostiene che siamo alla vigilia di una invasione del Libano da parte dell’esercito israeliano[44], e Israele la sta discutendo con un generale comandante delle forze statunitensi presenti in zona per coordinare, benché gli Stati Uniti abbiano ribadito che aiuteranno Israele a difendersi, ma se attaccasse Iran o il Libano lo farebbe da solo. Hezbollah ha una riserva di 150 mila missili, è in grado di utilizzare moderne tecnologie, l’esito di un confronto diretto, nel quale Hezbollah sarebbe aiutata da Iran, e probabilmente dalla Russia, è incerto, anche senza l’alzata di scudi in tutta la regione che l’invasione del Libano provocherebbe.
Prove di guerra sul confine e nella capitale libanese, fine settembre 2024[45]
La svolta avviene martedì 17 settembre 2024 quando centinaia di semplici strumenti di comunicazione elettronica come cercapersone e trasmettitori portatili in Libano (e anche in Siria) esplodono causando più di quaranta morti (almeno 12 erano civili). Pare che fossero stati acquistati cinque mesi prima da Hezbollah e fossero stati modificati dal Mossad con piccole cariche esplosive che vennero attivate. L’indomani mercoledi 18 settembre vi sono esplosioni analoghe. Gli strumenti non erano in mano solo a miliziani ma anche a medici, polizia e figli degli stessi: molti dei numerosi feriti sono colpiti agli occhi e alle mani[46]. Si è detto che l’attacco è atto di terrorismo.
Durante un attacco aereo a Beirut viene ucciso il 20 settembre Ibrahim Aquil (come Fuad Shukr, che aveva sostituito, un comandante storico di Hezbollah) insieme a civili: 12 morti e numerosi feriti. Vicino a Damasco viene ucciso un militante irakeno di Kataib Hezbollah.
Si passa dai precedenti regolari scambi di artiglieria sul confine libanese a lanci da entrambe le parti di centinaia di proiettili a media gittata (Hezbollah) e a bombardamenti con centinaia di aerei (Israele). I missili giungono fino a sud di Haifa e 1-2 milioni di israeliani sono costretti a usare rifugi antiaerei, ma non vengono usati missili più avanzati, nascosti in silos sotterranei in Libano. Sia l’Iran sia i capi di Hezbollah minacciano ritorsioni. in una giornata il bilancio dei morti in Libano è stato di cinquecento persone. Contemporaneamente, truppe israeliane vengono spostate sul confine nord ma non si attenuano bombardamenti e scontri sia in Gaza sia in Cisgiordania e non si parla più di tregua. Il 27 settembre bombardamenti massicci colpiscono a morte il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah.
Immagini del raid israeliano di venerdì 27 settembre contro il quartier generale di Hezbollah a Beirut
Sia il Consiglio di Sicurezza dell’ONU che l’Assemblea Generale discutono dell’escalation: si notano interventi vigorosi del re di Giordania[47], che ha sottolineato l’assoluta necessità di aiuti umanitari per Gaza, e del presidente iraniano. Al Jazeera, già espulsa da Gerusalemme, vede chiudere il suo ufficio in Ramallah per 45 giorni ma non si odono difensori della libertà di stampa nei media occidentali.
Come il fronte ucraino non può crollare prima delle elezioni presidenziali americane di novembre, così, ritengo, una guerra non possa scoppiare in Medio Oriente prima della fine (il 24 ottobre 2024) di una importante riunione dei BRICS a Kazan, presieduta da Putin.
Hezbollah e gli Houti continuano a dire che cesseranno le ostilità se vi sarà un cessate il fuoco a Gaza e i militari statunitensi sconsigliano all’sercito israeliano di effettuare un attacco di terra al Libano meridionale, dicendo a Netaniahu che tale azione aggressiva non avrà il loro sostegno. L’opposizione interna al governo israeliano è in fibrillazione ma si infrange sul muro della politica estremista. È probabile che la maggioranza degli israeliani difenda la soluzione di espellere in qualsiasi modo i palestinesi. Della soluzione “due popoli, due Stati”, caldeggiata dalla quasi totalità dell’ONU, nessuno in Israele vuol sentir parlare né si intravede una qualsivoglia altra soluzione politica[48]. Economicamente Israele è in difficoltà e non può sostenere un conflitto sul lungo periodo.
Hezbollah non sta usando i suoi missili più efficaci e l’Iran continua ad attendere[49], Netaniahu cerca di provocare reazioni estreme dei suoi avversari che costringano gli USA a mettersi al suo fianco. Riuscirà la diplomazia dei BRICS, la loro formidabile triade di ministri degli esteri: il russo Sergej Lavrov, l’indiano Subrahmanyam Jaishankar e il cinese Wang Yi, a sbloccare le trattative diplomatica per l’Ucraina e per la Palestina? Una rischiosa guerra mediorientale che coinvolga l’Iran, militarmente sostenuto dalla Federazione russa, pare, nel medio periodo, inevitabile.
Concludo con alcuni versi della poetessa palestinese Fadwa Tucan, morta a Nablus nel dicembre del 2003:
Mi basta morire nella mia terra/ esservi sepolta
Dissolvermi e annientarmi/resuscitare erba in questa terra
Resuscitare fiore/sfogliato da un bambino cresciuto nel mio paese…
[1] In questi dodici mesi Hezbollah e IDF hanno scambiato frequenti lanci di missili, droni e proiettili tra il nord Israele, le alture di Gaza e la fascia sud del Libano. Civili uccisi in Israele 7, in Libano 100, senza contare bombardamenti del territorio libanese con fosforo bianco, proibito in presenza di civili e che degrada terreni agricoli.
[2] Almeno sino a che riesco a tollerare le notizie e le immagini.
[3] Ritenuto un moderato che cerca un dialogo con l’occidente.
[4] Si parla di un missile teleguidato o lanciato in prossimità che ha colpito poco dopo che Haniyeh aveva chiamato Doha con il telefonino. Quali fonti di intelligence hanno localizzato il telefonino e trasmesso le coordinate del bersaglio? L’attacco non viene rivendicato perché chi lo abbia fatto ha compiuto un atto di guerra.
[5] 62 anni, palestinese, 7 figli, anzi 4: tre figli, la sorella e diversi nipoti sono morti sotto le bombe israeliane (di fabbricazione americana) a Gaza. Lassù faranno una riunione di famiglia.
[6] Che successivamente venne eletto a sostituirlo.
[7] Le perdite IDF sono più di 300 morti, non trovo cifre attendibili per le milizie che li combattono in Gaza.
[8] Di questi 14 mila sono bambini, si contano 21 mila bambini fra morti e dispersi.
[9] Vedi wikipedia.org alla voce popular mobilisation force.
[10] In un attacco simile era morto all’inizio del gennaio 2024 un fondatore delle brigate Al Quassam (braccio militare di Hamas) Saleh-al-Arouri.
[11] Josep Borrell in data 7 agosto 2024 (Ansa) osserva:
‘affamare deliberatamente civili è un crimine di guerra. L’affermazione di Smotrich secondo cui ‘potrebbe essere giustificato e morale’ lasciare che Israele ‘faccia morire di fame due milioni di civili fino alla restituzione degli ostaggi’ è oltremodo ignominiosa. Dimostra ancora una volta il suo disprezzo per il diritto internazionale e per i principi fondamentali di umanità…ci aspettiamo che il governo israeliano prenda inequivocabilmente le distanze’.
[12] Un rapporto segreto dello Shin Beth (sicurezza interna d’Israele), inviato sottobanco alla stampa, afferma che la milizia dei coloni sta andando fuori controllo e costituisce un pericolo per la pace sociale.
[13] L’Iran richiese una condanna dell’attacco da parte del consiglio di sicurezza dell’ONU che i paesi del G7 negarono.
[14] Parteciparono alla difesa anche le forze statunitensi, britanniche e le difese navali di Stati Uniti e Francia, persino Giordania e Arabia Saudita.
[15] Segnalo che fonti diverse danno cifre seriamente divergenti, per esempio l’autorevole pubblicazione americana The Hill in data 23 agosto 2024 nell’articolo di Pat Fallon (membro repubblicano del Congresso) “America’s missile and air defense status quo is not sustainable” riporta che il costo dell’attacco iraniano è stato di 35 milioni di dollari, e stima il costo della difesa israeliana a 550 milioni.
[16] Scott Ritter, “I missili di aprile” ComeDonChisciotte, 17 aprile 2024
[17] Il petrolio in questione proviene dall’Azerbaigian.
[18] Menachem Klein, “The Beijing Palestinian Reconciliation Agreement: an Opportunity not to be missed”. Cfr. https://www.iai.it/en/pubblicazioni/beijing-palestinian-reconciliation-agreement-opportunity-not-be-missed.
[19] Gli Stati Uniti dicono di non desiderare la conflagrazione in Medio Oriente, ma tutte le loro azioni sembrano portare in quella direzione. Voci autorevoli (John Mearsheimer) affermano che il congresso degli Stati Uniti è ricattato economicamente dalla lobby israeliana, che certo non è l’unica lobby ad agire in tal senso.
[20] Che può usare armi atomiche non solo dal suo territorio ma da cinque sottomarini.
[21] Ilan Pappé, The Biggest Prison on Earth. A History of the Occupied Territories. London, Oneworl publications, 2017, 304 p. Traduzione italiana di Michele Zurlo: La prigione più grande del mondo. Storia dei Territori Occupati, Roma, Fazi Editore, 2022, 400 p.
[22] Globalmente, nel 2023, si contarono 23 giornalisti uccisi.
[23] Nota storica, ovvia ma necessaria: gli ebrei in Europa non sono stati perseguitati dai palestinesi, né gli ebrei sono stati perseguitati nei paesi mussulmani.
[24] Uso le parole adeguate, spesso nei media si legge di ‘morti’ senza che sia chiaro per mano di chi o come siano morti.
[25] L’anticipazione del ‘martirio’ da parte di tutti costoro è testimoniata dal fatto che sono designati compagni che li sostituiscano immediatamente in caso di morte.
[26] Che gli è stata imposta da un colpo di palazzo. L’inaspettato annuncio è avvenuto mentre Biden era ufficialmente in isolamento per Covid, nella sua casa al mare nel Delaware. Esso ha colto di sorpresa l’intero staff della Casa Bianca, che non ne era a conoscenza. Similmente la candidatura di Kamala Harris è un colpo di mano di pochi democratici: Obama, Nancy Pelosi.
[27] Come egli stesso si definì.
[28] (a cura di) Giuseppe Platone e Jean Jacques Peyronel, Paolo Ricca risponde, Toerino, Edizione Claudiana, 2007, 160 p.
[29] Amin Maalouf, Le labyrinthe des égarés. L’Occident et ses adversaires. Paris., Grasset, 2023, 448 p.Traduzione italiana: Il labirinto degli smarriti. L’Occidente e i suoi avversari, Milano, La nave di Teseo editore, 2024, 448 p.
[30] Molto importante l’adesione dell’Iran ai BRICS, facilitata dal sorprendente successo diplomatico cinese che ha reso possibile l’accordo per la normalizzazione delle relazioni diplomatiche fra Arabia Saudita e Iran firmato a Pechino il 10 marzo 2023.
[31] Ci raccontano che si è trattato di un incidente.
[32] Le fonti ufficiali russe dichiarano metà di queste cifre.
[33] Ennesima decisione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu (11 giugno 2024) che rimane lettera morta per Israele, sono settant’anni che all’Onu si propone e si vota per una nazione palestinese, rigettata dai diplomatici israeliani.
[34] Si veda il mio pezzo: Cecilia Clementel, “Storia della macchina di inimmaginabile distruzione in Gaza”, Democtrazia futura, IV (13), gennaio-marzo 2024, pp. 525-532. Si veda l’anticipazione ne il Mondo nuovo, 23 maggio 2024. Cfr. https://www.ilmondonuovo.club/storia-della-macchina-di-inimmaginabile-distruzione-in-gaza-democrazia-futura-clio/.
[35] Versione moderna del ‘cuius regio, eius religio’: i sudditi seguano la religione (protestante o cattolica) del loro Principe, circa 1500, 1600 in Europa.
[36] L’estrazione di gas nel mediterraneo orientale dovrebbe necessariamente cessare, i gasdotti e gli oleodotti in zona sarebbero a rischio.
[37] Noto che è stato immediatamente istituito un embargo su notizie o foto degli esiti dell’attacco in Israele.
[38] Riporto dati dall’articolo odierno di Reuters, ma ritengo sia una versione manipolata. Vedi Simplicius (substack) ‘Israel path of peril’, 26 agosto 2024. Cfr. https://simplicius76.substack.com/p/israels-path-of-peril.
[39] Si veda il video intervento di Alastair Crooke, “Might US pull the plug on Israel?”, Judge Andrew P. Napolitano, 22 agosto 2024. Cf https://www.facebook.com/watch/?v=289978544200137.
[40] Penso che, in quanto componenti della Nato, gli europei si troveranno coinvolti militarmente in Medio Oriente come lo sono in territorio russo con l’offensiva ucraina a Kursk, mi viene in mente la stupenda frase del Manzoni che disegna la tragedia di una scelta errata: ‘la sventurata rispose’.
[41] È possibile che la rappresaglia iraniana sia rimandata a dopo l’incontro dei Brics a Kazan, previsto il 22-24 ottobre 2024 come spiego più avanti in conclusione.
[42] Crooke Alastair, “Is a Middle East war inevitable?”, You tube, Judge Napolitano judging freedom, 12 agosto 2024. Cfr. https://www.youtube.com/watch?v=0_kCS6Cy0dw.
[43] Sono mesi che Biden & Blinken continuano a raccontare che Israele accetta le condizioni per il cessate il fuoco e che Hamas ostacola le trattative, insistendo sulla necessità che l’esercito israeliano lasci Gaza.
[44] Alastair Crooke, “Afraid of Free Speech”,9 settembre 2024. Cfr. https://www.youtube.com/watch?v=mnm9Vzrpkrg.
[45] Fonti utilizzate: i resoconti della BBC, i reportage di Al Jazeera e le analisi di un ex diplomatico, esperto del Medio Oriente Alastair Crooke, reperibili su canali you tube.
[46] Sembra che il Mossad si sia inserito nella filiera commerciale con prestanome, un’operazione complessa che ha richiesto diversi anni. Già negli anni Novanta un militante era stato ucciso dall’esplosione di un telefonino. I telefonini sono banditi come insicuri (tracciabili) nelle milizie islamiche.
[47] Si ritiene che sia il re di Giordania sia il presidente egiziano corrano il rischio di un Colpo di stato islamista.
[48] Nonostante quasi tutto l’ONU riconosca la Palestina una Palestina indipendente è concretamente impossibile: innescherebbe una guerra civile in Israele.
[49] Le milizie accusano ormai l’Iran di ingiustificata passività, probabilmente la Russia sta gettando acqua sul fuoco.
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