RAI TECHE. CUBA UN’ARTE ANCHE ITALIANA

di Silvana Palumbieri

PROLOGO

Il 27 ottobre 1492 il genovese Cristoforo Colombo sbarca sulla spiaggia di un’isola. “La più bella e la più ricca che occhi abbiano mai visto” annota sul suo diario, e di seguito: “Quando risalii il fiume mi si rivelò un paese dalla natura stupenda”. Sono passati appena 15 giorni dalla scoperta dell’America. L’impronta di Colombo sulla sabbia di Cuba segna il legame tra i due paesi.
Per essere colonizzata, l’isola aspetta quasi 20 anni. Poi diventa il più importante scalo caraibico per i galeoni spagnoli carichi di metalli e pietre preziose. E le sue ricchezze attirano i pirati.
Nel 1565 l’Avana subisce una devastante incursione corsara. Dopo pochi giorni arriva il milanese Gerolamo Benzoni. Rimane per un anno, poi torna in patria. A Venezia dieci anni dopo, nella sua fondamentale Historia del mondo nuovo, racconta di quella scorreria e di un’altra del 1536.

I FORTI DEI SETTE ANTONELLI

MILLE  CHIESE IN UN’ISOLA

Nel 1522 Nuestra señora dell’Asunciona Santiago de Cuba èla prima cattedrale costruita nell’isola. Ad  essa è collegato il vescovo che dirige la diocesi.  L’interno in tardo stile barocco ha il soffitto a cassettoni.  Qui  è collocato il primo organo dell’isola. E viene formato il primo coro.

Nel corso dei secoli l’isola si arricchisce di un migliaio di chiese, cappelle, conventi , basiliche. Di stili diversi, tutte incantevoli. 

Nel primo settecento gli edifici sacri presentano archi polilobati tipici del barocco, sfoggiano portali coronati da motivi smerlati, i battenti sono in legno tempestati di borchie e motivi floreali. Parecchie chiese hanno alfarjes: soffitti lignei scolpiti.

 A Trinidad eretta nel 1700 è la chiesa de la Santissima Trinidad. L’altare maggiore è scolpito in preziosi legni cubani. In una sala è conservato il Cristo de la vera Cruz.

La chiesa di San Francisco l’opera più insigne di questo periodo viene costruita tra il 1719 e il 1738.  Ad essa appartengono pure la facciata del collegio dei Gesuiti, in seguito divenuto seminario, il santuario del Cristo del Buen Viaje e le chiese di Santa Teresa e di San Agustin.

DIPINTI  NELLA CATTEDRALE

Per la sua  rigorosa formazione pittorica sente l’esigenza di  aprire un’Accademia di Belle Arti a Cuba. Ma non trova ascolto presso le autorità, allora a sue spese apre una scuola di disegno e forma discepoli.

L’interno della Cattedrale di San Cristobal intanto si riempie di opere di altri artisti italiani. Scolpite  a Roma nel 1820  la  Statua dell’altare principale e le Statue del Tabernacolo sono dello scultore Giacomo Bianchini.

In marmo bianco di Carrara La statua in preghiera sulla tomba del Vescovo Serrano è stata scolpita nel 1878 dal genovese  Pietro Costa. In Italia sono sue opere il Vittorio Emanuele II  di Torino e il  Giuseppe Mazzini di Genova.

IL BARRIO TRISCORNIA

Giuseppe Tiscornia è un ligure  di Lavagna che arriva a Cuba nel 1795. E’ un uomo di mare. A Casablanca, nella parte ovest dell’Avana, a partire dal 1802 impianta un molo e un carenero, terreno in leggera pendenza per riparare gli scafi. Il traffico navale nel porto dell’Avana aumenta e in breve tempo  si sviluppa anche l’attività di carenatura. Triscornia  costruisce ancora un pontile e magazzini per il velame. Arrivano altri liguri a  far commercio. Nel 1813 Triscornia cessa di vivere. Ma il barrio Triscornia a poco a poco si incrementa. Prima alloggiamenti per gli immigrati, poi edifici, hotel, ospedali, scuole.

IL TESSUTO  COLONIALE

Cuba subisce per 4 secoli la dominazione spagnola. Le città della colonia si snodano nelle viuzze acciottolate del barrio. L’architettura coloniale è un tessuto urbano che si forma nei secoli ‘ 500, ‘600, ‘700 e ‘800. Rivela caratteristiche più marcate a Trinidad, L’Avana, Santiago de Cuba, Remedios.  

Nel settecento la casa si arricchisce di un ammezzato. Gli ornamenti si evolvono. Al posto dei pannelli in legno che proteggevano le finestre adesso sono poste elaborate griglie in legno tornito .

Nell’ottocento le griglie in ferro battuto  sostituiscono quelle lignee. Fanno la loro comparsa vetrate colorate dai fantasiosi mortivi geometrici. Le più grandi sono coronate da  mediopuntos , archi di sostegno, finestre a volta in legno. Nell’interno  un tocco  artistico in più viene  dalle cenefas, bande di stucchi decorativi sulle pareti . I soffitti di legno sono ingentiliti da stupendi motivi a stella in stile mudejar.

CUBA GRAN TEATRO

 Il Tacon è ormai uno dei principali teatri del mondo. Nell’ultimo trentennio dell’800 in questo teatro reciteranno Adelaide Ristori del Grillo, Giacinta Pezzana e Sarah Bernard. Poi nel 1924 Eleonora Duse per la suaultima stagione artistica. I cubani amano molto anche la lirica e qui canteranno nel 1933 il mitico Enrico Caruso, poi Beniamino Gigli. L’Avana è orma considerata la capitale filarmonica del nuovo mondo.

Scenografo con Meucci al teatro Tacon, Daniele Dall ‘Aglio è poi architetto del nuovo teatro di   Matanzas, il  Teatro Sauto. Per tre anni  dirige  anche i lavori per costruirlo, fino ad   inaugurarlo nel  1863.  E’ un edificio improntato al  neo-classicismo europeo. All’entrataci sonobronzee colonne e statuaria classica  in  marmo.  Nei vari ordini di balconate ci sono affreschi dedicati alle arti teatrali.

Le strade di Cuba sono uno spettacolo di grande forza spirituale ed energia. Una meravigliosa liturgia della vita, una grande rappresentazione. Al ritmo dei tamburi gli  spiriti raffigurati ed adorati, ballano. E la  credenza dell’abakuà, una religione che si ricollega alle radici africane.

Francesco Beccantini è fotografo, scenografo, pittore, architetto. Lavoro nei teatri a partire dal 1840   Prima disegna il sipario del Teatro Reina Isabel di Santiago di Cuba. Dal 1856 crea le decorazioni del teatro di Manzanillo e il grande affresco del  soffitto in cui risalta il gioco delle muse. E’  scenografo di diversi spettacoli di un teatro che accoglie tanti interpreti del bel canto. 

Il Palacio de los Capitanes Generales, antica sede del governatorato, è un imponente palazzo barocco costruito nel settecento  in pietra marina.  Nel bel patio a due livelli  al centro della scena c’è una  Statua in marmo di Cristoforo Colombo di Giovanni Cucchiari, con la prima apertura  al pubblico il 9 gennaio 1862.

Ancora radici africane nella religione Palo Monte.  Crede nel potere  redentore dei trapassati che possono influenzare il destino degli esseri umani.

Museo a cielo aperto, sontuosi monumenti funebri, grande spettacolo di marmi e bronzi scolpiti, la Necropolis de Colon è  il cimitero più grande e famoso d’America. Edificata nel 1876 in marmo di Carrara  ha  una vastità di 56 ettari.   Pur costruite in stili differenti, le numerose cappelle e le statue funerarie compongono un complesso di valore elevato e smagliante.

Tante le sculture originali di artisti italiani. Scultura in bronzo il Panteon degli emigrati rivoluzionari Cubani  di Angiolo Vannetti di Livorno, Scultura in bronzo per la cappella di Josè Miguel Gomez  di Salvatore Buemi,  Bassorilievo in bronzo del fiorentinoRaffaello Romanelli, il Panteon Cademas Aguilerra di Giovanni Nicolini, il Panteon di Josefa Perez de Urria  di Pietro Costa.

Il Carnevale: all’Avana , a Santiago de Cuba.  Per le strade balli, percussioni, colori. C’è un modo cubano di dar vita  in ogni momento a tanto spettacolo.

A Cienfuegos 12 febbraio 1890 viene edificato un gran teatro da 1200 posti. Si chiama Tomàs Terry col nome del miliardario americano che l’ha finanziato. Un  ricco zuccheriere e mercante di schiavi. Nell’ingresso del teatro è collocata una bella statua che lo raffigura. Ne è autore  l’artista  napoletano Giuseppe Solari. E’ di stile eclettico, in marmo. Sulla facciata sono incastonati tre mosaici della ditta veneziana Salviati.

SCULTURE  PER  GLI  EROI DELL’INDIPENDENZA

Per liberarsi dal dominio spagnolo Cuba  combatte due guerre d’indipendenza. La prima dei dieci anni  dura dal  1868 al 1878,  la seconda “Guerra chiquita” solo anno. I cinegiornali dell’epoca mostrano le immagini della   terza guerra per l’indipendenza cubana.  La sostengono gli Stati Uniti  e l’esercito cubano partecipa non riconosciuto. La guerra ispano-cubano-americana termina il 10 dicembre  1898 con  la vittoria americana . La Spagna sconfitta rinuncia alla propria sovranità sull’isola e passa le consegne agli Stati Uniti. Dal 1  gennaio  1899 il generale  statunitense John Brooke diviene governatore, esattamente come i 166 governatori spagnoli che lo avevano preceduto. Non più occupata dagli spagnoli, adesso Cuba può  celebrare gli eroi che hanno combattuto per la sua Indipendenza.

 In quegli stessi anni le piazze italiane  si popolano di  statue . Celebrano gli eroi del Risorgimento e i primi ministri dell’Italia unita. Sono basate su un classicismo universalistico, aulico, solenne. Ma l’intento simbolico è raggiunto.

E’ di Ugo Luisi il primo Monumento a Josè Marti,  “el apostol” dell’indipendenza cubana. Il velo viene tolto il  19 maggio  1913  a Santiago di Cuba. E’ stato scolpito in marmo bianco di Carrara.  Nella stessa regione del marmo, nella toscana Pietrasanta di Lucca, Ugo Luisi nasce nel 1887.  Il marmo è l’ assillo di  Cuba. La pietra locale molto porosa è  poco adatta ad essere scolpita, e nel tempo non si conserva. Marmo bianco di Carrara   e diciotto mesi servono a Luisi per scolpire la Statua di Miguel Jeronimo Gutierrez, il  poeta e giornalista che guidò il sollevamento di Las Villas contro gli spagnoli, figura politica di spicco della Repubblica di Cuba in Armi.  E’ uno dei primi monumenti eretti nella città di Santa Clara e viene inaugurato il   20 maggio  1919 nel Parco della Pastora. Poi Luisi si dedica ai valorosi figli delle terre orientali di Cuba: Francisco Sanchez Hechavarria, Rafael Portuondo Tamayo, Josè Maceo Grajles  e tanti ancora. Sono venti alla fine i monumenti che  lascia a Cuba: è la maggior traccia di un artista italiano.

Il 19 novembre 1837 a Cuba parte il primo treno  a vapore. Proprio negli anni in cui Cuba è il primo produttore di zucchero al mondo, i treni  portano tonnellate di canne da zucchero alla centrales. Gli americani acquistano, e arrivano milioni di dollari. Nascono grandi ricchezze. Proprietario di zuccherifici,   ricchissimo, il galiziano  Don Acisclo de Valle y Blanco, investe  l’imponente  cifra di un milione e mezzo di dollari per la sua dimora  a Cienfuegos, il Palacio de Valle. Il  progetto è dell’architetto italiano Alfredo Colli  chelo costruisce tra il 1913 e il 1917. E’ adornato di marmi pregiati e finemente lavorati. Con le sue cupole rosse è una curiosità architettonica che riunisce in se almeno sette stili, in cui s’individuano facilmente neoclassico, moresco e il gotico. Ora ospita il Museo del Palacio de Valle.

IL MARMO DEI REMUZZI

Gli americani occupano l’isola per tre anni.  Il  20 maggio 1902. viene ammainata la bandiera a stelle e strisce e issata quella cubana. L’inizio del nuovo secolo assiste allo  sviluppo esplosivo dell’industria dei puros, più noti come gli Avana.  E’ il  pregio delle foglie del tabacco cubano e del prezioso lavoro degli arrotolatori, i famosi torcedor. Ma inizia un periodo di forte dominio economico degli Stati Uniti.   Le industrie dello zucchero e del tabacco passano in loro mano .

Cuba degli Stati Uniti subisce anche il fascino. Al Campidoglio di Washington   si uniforma il Capitolio Nacionalche Cuba .La  costruzione comincia nel 1912. E’ collocato  nel centro della capitale per ospitare le due camere del Parlamento cubano.  Il rivestimento   in marmo di tutto il palazzo nel  1926  viene affidata alla fabbrica Impresa Fratelli Remuzzi. Tutti gli operai della ditta ci lavorano affannosamente.  Sono schizzi in progetti che sembrano non finire mai. Allora da Bergamo partono due dei quattro fratelli della famiglia  Remuzzi. Vittorio con l’incarico di coordinare i lavori e le forniture dall’Italia. Gianni  per  decorare gli spazi. In due anni i due fratelli portano a termine il lavoro. Sono marmi di 58 colori, 8000 metri quadrati di pavimenti. Il Capitolio National de Cuba diventa uno dei monumenti significativi della città. Orna alcuni  ambienti il pregiato bassorilievo in bronzo Camilo Cienfuegos di Gianni Remuzzi. Quando ritorna in Patria la fama conquistata a Cuba lo fa diventare uno  scultore richiesto per scolpire tante opere . Ne  espone una anche   alla XXIII Biennale di Venezia.

Nel cortile del Palazzo è collocato il maestoso Angelo ribelle dalle perfette proporzioni. L’ha realizzato nel 1910 lo scultore siciliano Salvatore Buemi.  La grande tensione muscolare e gestuale, idealizza spirito di rivolta. Per Matanzas l’anno prima aveva fuso il bronzo Monumento a Josè Marti (1909) alto tre metri. Davanti si  erge la figura femminile della Repubblica che si libera dalle catene. E’ per Cameguey il monumento al generale Ignacio Agramonte (1912)il  anche questo accompagnato da una figura femminile simbolo  della libertà. Altra sua opera di Cuba è Il  suonatore di banjo, ragazzo negro che pizzica uno strumento a corda. In Italia le sue statue si trovano in tante città. A Messina il  Monumento ai caduti della Batteria Masotto nella Battaglia di Adua, a Narni il Giordano Bruno, a Gardone Val Trompia il Giuseppe Zanardelli.

EL BARRIO POGOLOTTI

All’inizio del secolo sono tanti gli italiani che partono per l’America  alla ricerca del lavoro. Anche Dino Pogolotti da Giaveno, paesino del torinese, va a cercar fortuna negli Stati Uniti. Parla tedesco e francese. A New York  risponde all’annuncio della ricca famiglia Joyce che cerca un insegnante di francese per la giovane Grace. Che da allieva  diventa moglie di Dino . Lui con la spinta della  famiglia Joyce viene assunto come segretario del  console americano a Cuba. Qui ad ovest dell’Avana, nella zona di Marianao,  Pogolotti investe i soldi della moglie  in larghi appezzamenti di terreno. E li converte in aree edilizie.  Incomincia a costruir case.  Il 27 giugno 1910 per   risolvere i seri problemi abitativi creati  dalla forte immigrazione nell’isola Cuba vara la  Legge  di case per gli operai. Viene indetto un bando pubblico:  Pogolotti risponde con  un progetto basato  sulle  case sociali europee. Concorrono altri  due progetti, ma vincitore è il suo. Così comincia il nuovo sviluppo di  Marianao. Sono case prefabbricate: gli elementi in cemento armato vengono prodotti  in serie dall’industria. Primo quartiere operaio dell’America latina “El barrio Pogolotti” , viene inaugurato il 24 febbraio 1912. E’ composto da 950 case che vengono assegnate con sorteggio, il quartiere è dotato di  acquedotto, scuola, cinema, barberia  negozio di alimentari  e un caffè chiamato Torino e collegato all’Avana dalla ferrovia.

Figlio di Dino, Marcelo Pogolotti  nasce a Cuba il 2 luglio 1902.  Studia in Italia, poi con le sue tele porta l’ arte futurista a Cuba.  E’ convinto che il futurismo sia l’espressione artistica dalla rivoluzione industriale . Il suo  percorso  artistico lo porta  quindi alla pittura sociale, di cui è l’iniziatore nell’isola.

DOPO LA RIVOLUZIONE

Mezzo secolo di dominio economico americano e di dittature. L’ultima di Fulgenzio Batista è corruzione, repressione, rapporti con la mafia. Fermenta l’avversione al regime, soprattutto tra gli strati più poveri della popolazione.  Dopo tre anni di guerriglia e di rivolta popolare, il dittatore  si arrende e si rifugia nella Repubblica Dominicana.  Il 1 gennaio 1959 i barbudos entrano all’Avana. Alla loro testa  Che Guevara,  Camilo Cienfuegos.   E Fidel Castro che ha guidato la rivoluzione e ha vinto. Subito dopo l’affermazione della Rivoluzione Castro vuole all’Avana Scuole Nazionali d’Arte  destinate alla formazione artistica dei giovani del Terzo Mondo. Tra il 1961 e il 1965,  nello straordinario sito del Country Golf Club di Cubanacan, le Scuole d’Arte vengono realizzate. Architetti sono  il cubano Ricardo Porro  e i giovani italiani Garatti e Gottardi, sbarcati al richiamo della rivoluzione.  Dal grande entusiasmo e sentimenti di libertà di allora sono passati 45 anni. Vittorio  Garatti torna nel luogo della sua  Scuola di Musica e di Balletto. Ricorda come la progettò Percorre il  meraviglioso edificio visionario. E’ un ampio movimento circolare in cui non esistono forme conchiuse, ne uno schema preordinato. Anche gli avallamenti  del terreno partecipano al movimento dell’ edificio mirabilmente integrato con la natura. Le cupole danno coerenza al linguaggio architettonico della costruzione, la copertura è praticabile L’elemento saliente è un portico a forma di serpente lungo 330 metri. I diversi edifici si affacciano in  una piazza. Oggi tutto è abbandonato.  E in  quel tempo Garatti aveva progettato e costruito  a Guines  l’ Istituto di tecnologia del suolo e dei fertilizzanti.

Anche Roberto Gottardi  percorre  con disagio la sua creazione. La Scuola di Arte Drammatica è pervasa da calli interne. Luogo teatrale che si fonda su un concetto urbano. Strade strette che si aprono improvvisamente. Al centro la forma ottagonale del teatro,  integrato con la parte scolastica. I lavori sono stati interrotti nel 1965, le strutture abbandonate, ma Gottardi spera ancor di poter risolvere la propria utopia.

Con Garatti il mantovano Sergio Baroni partecipa al  concorso del 1962 per il Monumento alla vittoria di Playa Giron, da vita alla costruzione del Puesto de mando dell’agricoltura di Yarey. Rimane per sempre a Cuba, reggendo la cattedra di architettura e cultura del territorio.

Nel 2003 Michele Paradiso e i suoi collaboratori si portano a Cuba. Arrivano dall’Università di Firenze, gran magistero di consolidamento e restauro. Devono ripristinare un edificio di grande significato, la Capilla de Nuestra señora  de los Dolores di Bayamo. Quattro anni dura il lavoro per riportarla all’originaria armonia. La metodologia degli architetti guidati da Paradiso appare completa. Studiano il progetto dell’edificio disegnato nel 1640, indagano sulla struttura, diagnosticano i danni. Quindi in collaborazione con i loro colleghi cubani preparano  il piano di intervento. Con  meticolosità scientifica ricca di amore, ripristinano tutto. Tetti rovinati, pareti  cadenti, travi ammalorate, ceramiche scrostate,  pitture stinte, intonaci escoriati. Tutto è restaurato. Riportato all’antico splendore anche il prezioso policromo altare barocco-americano  con angeli, statue, e fregi con motivi tropicali. E dietro viene scoperta la sinopia di un  affresco sulla Madonna Addolorata.  Poi il gruppo fiorentino passa ad un  secondo progetto si  parte dal confronto con la gente che vive lì attorno per l’opera di consolidamento e recupero della  Cattedrale di Santiago de Cuba, poi dell’area limitrofa. Poi ci sono nuovi  progetti di restauro per  Manzanas.

EPILOGO

L’arte del restauro è l’impronta che gli italiani lasciano oggi sul suolo cubano. Dietro la fatiscenza scoprono il prezioso tessuto d’arte che si è formato in cinque secoli.