L’olio d’oliva: da uno scandalo all’altro
di Alberto Grimelli
C’era una volta lo scandalo dei fratelli Salazar, proprietari della Sos Cuetara (che deteneva i marchi Bertolli e Carapelli), che, con un crack da 250 milioni di euro, costrinsero le banche iberiche a intervenire nel salvataggio dell’azienda, ora Deoleo.
Fu uno scandalo finanziario che tenne banco per mesi, con Jesus e Jaime Salazar che furono alla fine costretti alle dimissioni da ogni incarico e a liquidare la loro partecipazione azionaria. Sono passati 16 anni ed ecco che un nuovo grande scandalo finanziario che investe il mondo dell’olio di oliva, stavolta per 180 milioni di euro. E’ l’importo dei crediti deteriorati lasciati da Adel Ben Romdhane, proprietario della Bioliva Med Company, la principale aziende di export di olio di oliva tunisino sfuso.
In realtà i conteggi dei reali importi dei debiti di Adel Ben Romdhane sono ancora in corso in Tunisia da parte del tribunale di Ben Arous che dovrà anche decidere se accordare alla Bioliva la procedura di concordato preventivo per ripianare i debiti oppure se dichiarare il fallimento della società. Lo scandalo ha forti ripercussioni in ogni parte del mondo perché creditrici di Adel Ben Romdhane non sono solo aziende tunisine ma anche italiane, spagnole e americane.
Al momento si sa per certo che la Bank de Habitat, controllata dallo Stato tunisino, vanta crediti deteriorati nei confronti della Bioliva, dichiarati nel bilancio 2024, per 450 milioni di dinari (130 milioni di euro al cambio attuale). Ma può una singola persona, per quanto importante e influente potesse essere in Tunisia, essere il protagonista di un crack così imponente? Scavando nel passato di Adel Ben Romdhane si scopre un legame molto forte e pluriennale con la Borges Agricultural & Industrial Edible Oils, multinazionale spagnola dell’olio di oliva da un miliardo di euro di fatturato.
Un rapporto così intenso, quello tra Borges e Bioliva, da essere costituito anche da intrecci societari, scambi azionari sospetti per dimensioni e importi, contratti commerciali esclusivi e finanziamenti opachi che hanno interessato la Borges Organic Olive Oil Company e la Borges Tunisie Export, società di cui Adel Ben Romdhane è ancora presidente e direttore generale. Il sospetto, al vaglio dei magistrati italiani, è che dietro le operazioni azionarie e finanziarie degli ultimi 6 anni si nasconda in realtà una truffa internazionale e l’autoriciclaggio di denaro.
Le stesse accuse che interessarono all’epoca i fratelli Salazar, condannati poi per i reati contestati. Le somiglianze, però, finiscono qui, perché il crack Bioliva lascia l’intero sistema olivicolo tunisino nel caos, come invece non avvenne in Spagna con Sos Cuetara. I debiti di Adel Ben Romdhane hanno portato sull’orlo del fallimento 300 frantoi tunisini e migliaia di olivicoltori ma il governo tunisino, pur essendo perfettamente consapevole della portata dello scandalo finanziario, tace. Difficile giustificare come i dirigenti di una banca di Stato, la Bank de Habitat, abbiano concesso finanziamenti per 130 milioni di euro (pari al 60% dell’indebitamento complessivo dell’istituto di credito) senza una copertura politica alle spalle.
Comprensibile che il governo tunisino preferisca insabbiare l’accaduto ma le inchieste giudiziarie, oltre all’interesse dei media, sono un faro difficilmente eludibile. Anche perché le ripercussioni economiche del dissesto del sistema olivicolo tunisino potrebbero arrivare in Europa a causa dei prezzi di saldo, 2,5-3 euro/kg, che olivicoltori e frantoiani tunisini si apprestano a garantire ad alcune aziende europee, tra cui la citata Borges Agricultural & Industrial Edible Oils, per cercare di ripianare le perdite.
Considerando che la Tunisia è accreditata di una produzione di 350 mila tonnellate quest’anno (300 mila l’Italia) è evidente che un flusso di olio di oliva a basso costo dalla Tunisia potrebbe influenzare anche le quotazioni all’ingrosso degli oli europei, oltre agli equilibri di mercato e la concorrenza leale tra imprese europee.
PUBBLICHIAMO LE PRESE DI POSIZIONE DELLE DIVERSE ORGANIZZAZIONI AGRICOLE ITALIANE












