MATTARELLA (MONTESQUIEU) VS. MUSK (PROMETEO): PROVE DI POST-DEMOCRAZIA AUTORITARIA?

L’apparente “ingenuo” scambio di comunicazioni tra Musk e Mattarella nasconde un ben più duro e pesante conflitto tra due concezioni della Democrazia e dello “Stato di Diritto”, ma – potremmo anche dire – della vita comune della Polis. Infatti, da una parte abbiamo ormai in tutta la sua plateale evidenza un novello Prometeo (Musk) – onuovo oligarca occidentale dell’hig tech&space – che liberato dalle catene nelle quali lo hanno immobilizzato le istituzioni democratiche della Polis già dai Greci per minimizzare i danni della techne affermata nella sua “neutralità” si fa fonte di un super-potere digitale che non vuole limiti, non solo “né lacci né lacciuoli” ma, nemmeno checks and balances.

Per esprimere in questo modo tutta la propria forza extra istituzionale (e/o anti-istituzionale?) contrastando la democrazia nel suo funzionamento dialogico e dialogante con l’obiettivo di “superarne” le “lentezze e i costi” delle sue regole e del suo costituzionalismo fondativo lungo una forte affermazione cesarista.

Dall’altra un anziano cattolico e lucido costituzionalista europeista come Mattarella che gli ricorda opportunamente – seguendo Montesquieu – lo “Spirito della Legge e della Democrazia” che risiede nella “separazione dei poteri” come unico sistema di composizione dei conflitti in una società liberale e aperta finora imperfetta ma funzionante e pacificatrice nel suo costruttivismo inclusivo e pedagogico di un ordine condiviso. Quelle Costituzioni, leggi e separazioni dei poteri che nonostante lentezze e costi (se così rispetto a cosa? con quali benchmark?) consentiranno di “superare” l’oscurantismo religioso e l’assolutismo monarchico, aprendo la via al metodo di composizione del conflitto tra gli interessi legittimi contrapposti di una società liberale aperta e solidale e cioè alla democrazia che gemmerà dopo il 1789 con “libertè, egalitè, fratenitè” sotto le mura della Bastiglia.

Attraverso – appunto – la separazione dei poteri verso il “Grande Compromesso” da realizzare attraverso il parlamentarismo legislativo, l’esecutivo di un agire responsabile e un potere giudiziario “ordinativo”, come tre poteri indipendenti e autonomi ma tutti rispondenti alla Legge fondamentale che è la Costituzione. Con il Presidente – nel nostro caso – dunque garante della Legge Fondamentale che è la Costituzione e come tale deputato a presiedere la camera alta (il parlamentino) dell’Ordine Giudiziario” e assicurare la normale funzionalità ed efficacia della Rule of Law.

Dunque Musk con la perentoria ( e inopportuna) sentenza “contro” i giudici italiani “colpevoli” di non essere eletti ne vuole affermare “troppo sbrigativamente” la loro inefficienza tesa a frenare l’azione del Governo sugli immigrati illegali, che hanno semplicemente fatto rispettare le leggi nazionali e quelle europee dalle quali dipendono e che – per questo – li invita ad andarsene. Dicendolo con cinque parole su X con nessun senso etico, dimenticando che questi assetti di libertà e costituzionali sono stati la conquista di intere generazioni dall’Unità d’Italia passando per due successive e sanguinose Guerre Mondiali. Il “Nuovo Cesare” travestito da Prometeo riafferma allora quella primazia sovraordinata di uno dei poteri sugli altri, quello dell’esecutivo sostenuto dalla maggioranza degli eletti e dunque espressione del “dominio della maggioranza”.

Esattamente quella degenerazione che Montesquieu cercò di contrastare dislocando il potere politico di una democrazia in tre corni ben distinti, autonomi e indipendenti per “controllare e contenere” il rischio di assolutismo della maggioranza sulle minoranze. Dimenticando che il Governo è di tutti (eletti e non eletti) o non è. Musk tuttavia, fa un passo ulteriore – per “non lieve transitività” – riaffermando anche il valore efficiente della decisione “esecutiva” (unica legittima?) su tutte le altre che sono “amministrative” (illegittime?) essendo l’unica ad avere una legittimità elettiva, ma che può disporre anche del potere della Techne come potere sovra-ordinato e che ne interpreta l’”infallibilità”, essendo non di parte, ma semplicemente presumendone super-razionalità e neutralità, tutte da dimostrare.

Questa la “grande illusione” tecnocratica che sembra spostare Musk su posizioni post-democratiche per liberarsi dai “lacci e lacciuoli” e dalle lentezze delle regole del demos e della polis: brandendo la tecnologia come clava strumentale al superamento dei limiti (rigidità, lentezza e burocrazia) delle organizzazioni e decisioni umane nell’arena democratica. Musk stà per staccare la spina democratica per sostituirvi una “forza tecnologica” come bisturi per scomporre la fisiologia e anatomia della democrazia e decomponendo l’uomo con pratiche trans-umanistiche verso un decisionismo che si è appropriato di una predittività sostantiva sui comportamenti delle persone e dove “il consenso non si conquista ma semmai si compra”. Un contesto di oligarchia tecno-economica occidentale dove la persuasione si avvolge attorno alla velocità e imminenza, all’urgenza permanente del decisore quale unico conoscitore e portatore della verità, dunque di un Leader super-assertivo che si fa Cesare e poi Messia disponendo dello strumento per efficientare, ottimizzare, razionalizzare, allineare politica, business e opinione pubblica senza dover spiegare però “verso dove e perchè”.

Efficienza e ottimizzazione che tuttavia contrasta con la mediocre qualità delle nomine di rottura (e incompetenti?) della prossima amministrazione Trump in ruoli chiave come per la Sicurezza Nazionale, la Difesa, l’Attorney General , oppure per la Sanità con un candidato scettico sui vaccini e antisistema che sarà difficile possano passare al vaglio del senato e che vorrebbero scioccare Deep State e burocrazia federale peraltro con licenziamenti per migliaia di persone. Semplicemente contrastando la presunta “irrazionalità creativa, cognitiva ed emozionale dell’umano”.

Da qui allora un “salto carpiato” oltre la stessa oligarchia russa (Putin) o cinese (Xi JinPing) che fa del potere politico il generatore-controllore della rete oligarchica di vassalli da essi stessi “ordinata e regolata” con una parvenza cinese di Partito Comunista che si fa Stato. “L’illusione tecnocratica” di Musk – che non ha bisogno di essere eletto né di svolgere alcun compito istituzionale (Ministro con un formidabile “conflitto di interesse” nello zaino?) – si alimenta allora all’interno di uno “Stato affamato e snello” di una tecnologia che si fa sostituto della “burocrazia” (con pratiche, procedure, algoritmi e robot umanoidi) e, all’esterno, della tecnologia come sostituto di “alleanze” (satelliti, sicurezza del super-grande fratello globale, Big Data, reti di servizi spaziali, conquista dell’extra-terrestre, ecc.) e che l’AI potrebbe saldare dinamicamente seppure tra squilibri planetari senza regole condivise.

Le due grandi leve del Prometeo risorgente e rinascente di una società conformista, allineata e prona dove la politica è pura tecnica di esecuzione di ordinamenti e motivo per il quale i 300 ordini esecutivi trumpisti sono in attesa di essere sparati sul corpaccione burocratico USA, con quali effetti lo vedremo. Ma basterà questo impianto super-tecnocratico a governare una società complessa, plurale e aperta o sarà una ulteriore leva divisiva? Una prospettiva del tutto compatibile con “l’isolazionismo asimmetrico” e l’“autarchia alternata” del trumpismo 2.0. per un mondo a due dimensioni e diffusamente “bilaterale” (“O con me o contro di me!”) e aperto però transattivamente a negoziare con tutti perchè tutti – per Trump e Musk o Trusk come qualcuno li ha definiti – hanno un prezzo, all’interno come all’esterno del paese.

Per il momento si fa surfing sul “movimentismo” di folle insicure e impaurite alla ricerca di “capi protettori” svuotando partiti e sindacati e destrutturando i corpi intermedi in pura funzione di consenso di breve usando “bastone e carota” in modo asimmetrico e a seconda delle convenienze attraverso dazi da una parte e (annunci di) persecuzione/deportazione dell’immigrazione dall’altra allineate da politiche fiscali accondiscendenti e corporative e dove la stessa scienza (le università) che hanno contribuito alla potenza americana quanto le ( o forse più delle) multinazionali e dei cannoni verranno ridotte a tramettere saperi tecnici e competenze regolatorie di macchine e di sistemi di macchine contro la libertà del pensiero e della responsabilità. I ceti medi avranno in questo modo soddisfazione? I primi test saranno gli squilibri commerciali europei (40 miliardi per l’Italia e 140 mil.di per la Germania) da allineare con il bastone di dazi adeguati e la carota di una “protezione” Nato con il contagocce e che costringerà rapidamente l’Europa a darsi una strategia unitaria di difesa così come una strategia unitaria energetica e (possibilmente) sempre più “distante” dal fossile. Quindi il messaggio obliquo all’Italia – al quale ha risposto Mattarella – fa di Musk il vero leader globale di una destra populista (ma quanto isolazionista?) sommando controllo tecnologico e dell’opinione pubblica con un megafono come X (ormai mutato culturalmente e salito su un’onda “suprematista” dove si enfatizzano le opinioni gruppali rispetto a fatti e notizie) e di cui Trump stesso è un utile veicolo di transito in questa fase estremistica arborescente (viste le nomine emergenti di fedelissimi spesso senza competenze purchè fedeli: Meloni docet!?) che consentirà entro mid- term qualche “correzione verso il centro”. La coppia per ora viaggerà (più o meno) tranquilla e unita tra braccio istituzionale (Trump) e braccio movimentista (Musk) tra pratiche di sistema e antisistema, tra azioni istituzionali e antiistituzionali, tra elite e anti-elite per scompaginare il campo di gara globale rendendolo meno prevedibile possibile per ridefinire i confini dell’Occidente e la sua missione. Quali peraltro gli impatti sul capitalismo competitivo e responsabile che rischia una involuzione oligarchica? Questo comunque un primo profilo del “nuovo oligarca occidentale” per riprodursi al caldo del nido protettivo di Mar-a-Lago per iniziare lo scardinamento della tripartizione del potere istituzionale e costituzionale di Montesquieu a favore di un potere di decisione sovra-ordinato essendo il potere legislativo sotto controllo (con Camera e Senato) e il potere giudiziario già di nomina politica (procuratori e giudici) e il resto verrà (?) se i pianeti si allineeranno come i nostri Super-Cesari/Trusk hanno previsto. Che tutto ciò avvenga nel silenzio dell’America democratica (e non ) è praticamente impossibile perché 250 anni di storia democratica e liberale (dalle sanguinose Guerre di Indipendenza) contro schiavismo, colonialismo e razzismo non possono essersi corrosi con un battito d’ali di una farfalla. Certo le democrazie vanno difese e protette e dunque ha fatto bene Mattarella a puntualizzare senza tentennamenti e ambiguità e lanciando segnali al mondo, all’Europa e all’Italia (nonostante i silenzi di Meloni) e il resto lo vedremo presto!


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