Senza energia non si vive e la consapevolezza è che al fine di proteggere e garantire molti diritti umani è necessario avere accesso all’energia. Affermazione drammatica e d’effetto?
La povertà energetica colpisce circa 1.6 miliardi di persone (un terzo della popolazione mondiale)
Cica 790 milioni di persone non hanno accesso all’elettricità e ad impianti cottura puliti ed inoltre 2.6 miliardi di persone dipendono da combustibili inquinanti che sono un pericolo per la loro salute.
In Europa circa l’8% della popolazione (35 milioni di persone) non è in grado di riscaldare adeguatamente la propria abitazione.
Si stima che 3.2 milioni di morti premature (registrati nell’anno 2020 e che rappresentano il 5% delle morti premature) sono attribuibili proprio al fenomeno della poverta’ energetica, alla carenza di energia ed alla energia “sporca” (household air pollution).
L’energia è indispensabile per la vita e la sopravvivenza umana; essa permette di dare risposte a bisogni fondamentali dell’uomo: riduzione della povertà e miglioramento delle condizioni di vita. Queste le proposizioni generali da diritto universale.
Però non è un diritto riconosciuto in modo palese, è un diritto “derivato” ed è tecnicamente relativo a soft law cioe’ a dichiarazioni d’intenti e raccomandazioni. E’ una Cenerentola dei diritti umani.
Purtroppo non ci sono nette decisioni istituzionali che riconoscono il diritto all’energia come diritto umano.
Il tema energia è sempre stato trattato trasversalmente durante i summit internazionali.
Infatti l’energia, come diritto derivato, pur riconoscendo che è impossibile realizzare diversi altri diritti umani (diritto di un adeguato standard di vita.; alloggio sano, casa vivibile, accesso all’acqua e al cibo, diritto alla salute e ad un ambiente vivibile) è sempre un second best dei diritti umani.
Non è riconosciuto come diritto umano universale.
L’energia è indispensabile per la vita privata per esempio nelle abitazioni per riuscire a far cuocere i cibi ed a fare tutte quelle attività domestiche che rendono sana la vita.
È un’”energia domestica “ richiesta dal nucleo familiare (household).
E’ la “domestic energy.” Usufruibile dai nuclei familiari direttamente nella propria abitazione.
Nel. 2012 circa 2 miliardi di persone dipendevano da combustibili solidi (solid fuels): fonti fossili, sterco, legna ecc. che sviluppano Co2.
Il settore energetico vale il 74% degli inquinanti ad effetto serra.
Quindi rappresenta il motore killer principale dell’inquinamento ambientale e bisogna aumentare il disaccoppiamento(decoubling) cioe energia che genera CO2.
Con il SE4ALL (Sustainable Energy for All-2012) e con SDGs (sustainable Development Goals-2015;Agenda 2030) e specificatamente all’icona 7 si è incominciato a trattare la connessione fra diritto all’energia come diritto umano e diritto per l’economia domestica.
Ma e’ tutto ancora soft law
Circa 2.4 milioni di persone, nella fascia dei paesi sub-sahariani e nel sud-est asiatico, non hanno accesso a fonti energetiche moderne.
Ma c’è anche un problema economico e di mercato: gli investitori orientati alla massimizzazione del profitto non ritengono interessanti i mercati dei Paesi sottosviluppati perché a basso consumo di energia da parte di fasce di popolazioni povere e quindi tali da non ripagare gli investimenti.
L’ONU e la World Bank Group investono su questo tema anche se, purtroppo, ci sono degli sfridi di corruzione e di sviamento degli investimenti iniziali.
Un altro grave risvolto della povertà energetica è la violenza sulle donne. Gli uomini della famiglia, al ritorno dopo una giornata di lavoro, chiedono alle donne gli adempimenti domestici e qualora non vengono soddisfatti (per esempio mancanza di legna nei boschi, condizioni climatiche avverse), la donna diventa soggetto di punizioni violente.
Oltre a questa degenerazione c’è una relazione con la vita famigliare dei poveri e delle donne nei paesi più poveri dell’Asia e dell’Africa dove le donne devono occuparsi della gestione della casa, riscaldare e procurarsi il cibo preparare i pasti, accudire i figli. L’energia è necessaria per riscaldare, per illuminare (effetti sui livelli di studio), per refrigerare, per procurarsi l’acqua per cucinare.
Se non hanno connessione con le reti energetica le donne sono costrette a utilizzare legna da ardere, carbone e legna o biomasse che frequentemente provocano malattie respiratorie.
Infatti non essere attrezzati con cucine sicure comporta incendi.
La povertà energetica pulita ed il ricorso all’energia “sporca” per cucinare si ripercuote sulla salute dei componenti dei nuclei famigliari che sono intossicati dai fumi malsani(specialmente i bambini).
Questa vista residuale e non diffusa nel sentire della gente sviluppa un approccio che considera il diritto all’energia (ovviamente pulita) è la Cenerentola dei diritti umani.
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