I DUE PIATTI DELLA BILANCIA

di Dalisca

La commedia: I ragazzi irresistibili di Neil Simon, ispirata alla vita reale di una coppia di artisti, debutta al Teatro Argentina di Roma con la regia di Massimo Popolizio e le scene di Maurizio Balò.

Due anziani attori, ormai sul viale del tramonto, sfruttano l’occasione di una proposta lavorativa per incontrarsi nuovamente dopo undici anni di oblio volontario per incomprensioni sorte durante la loro vita.

I due protagonisti sono interpretati magistralmente da altrettanti attori del nostro panorama teatrale e cioè Umberto Orsini e Franco Branciaroli che, data la maturità e l’esperienza lavorativa, si sono calati perfettamente nei panni della coppia Joe Smith e Charles Dale rendendoci, ancora una volta, una performance di grande spessore.

La scenografia   rispecchia lo stato d’animo dei protagonisti e  rimanda ad immagini riferite a  piccoli alberghi di un tempo con stanze fredde, pareti squallide e corrose, letti sfatti e porte che non si aprono, simboli questi di rinuncia e di sciatteria. Quella stessa  che alberga nell’animo dei due attori delusi e abbandonati al loro destino; un particolare significativo è da ricercare nella continua difficoltà , da parte di uno dei due attori, nell’aprire la porta di entrata che, ogni volta, nonostante i suoi vari tentativi,  non riesce a farlo  dall’interno per permettere a colui che bussa di entrare.

Quella  porta che non si apre significherà qualcosa o sarà soltanto un pretesto per chiudersi al mondo, per non sopportare la invisibilità da parte degli altri o per non prendere consapevolezza della propria condizione di vita che con il passare del tempo diventa assolutamente fisiologica?

La pièce, solo apparentemente, leggera nei tratti e nelle battute spesso a doppio senso, rivela una grande realtà che investe gli attori quando, alla fine della loro carriera,  non sono più richiesti e la loro vita  così dinamica e costellata di trionfi fin ad allora diventa improvvisamente grigia presagendo nubi all’orizzonte non più luminoso.

Mettiamola così !

Tutti, attori o non, purtroppo, dovremo affrontare questa fase della vita in cui, usando la metafora della bilancia, i suoi  piatti non sono più in equilibrio, anzi, quello del “futuro” si posiziona schiacciato dal peso dell’altro  “passato”, in una posizione inferiore.

L’argomento è dei più seri e, per certi aspetti, più pericolosi poiché, molto facilmente, ci si può cadere in una fase depressiva che,  certamente, non consente più a nessuno di vivere la propria vita con saggezza e speranza.

Durante la rappresentazione spesso si sorride, ma il sorriso non gode della leggerezza che si vuole trasmettere; alla base vi è tanta tristezza per il tempo passato anche se i due protagonisti si sforzano di riderne e di ricordarne solo la parte divertente. Ma la medaglia ha sempre due facce e possiamo azzardare nel definirli: l’uno l’alter ego dell’altro; infatti, i protagonisti solo apparentemente così diversi, vivono entrambi lo stesso disagio per una vita fatta di solitudine e di rammarico per il tempo passato.

Il finale non tradisce quanto espresso, infatti i due attori, deposte le passate incomprensioni, da bravi e sinceri amici si riconciliano assistendosi l’un l’altro. Così si lasciano andare ai tanti ricordi, alle loro imprese vissute insieme nei vari teatri del mondo, ma soprattutto  richiamano alla mente e al cuore l’applauso caloroso del pubblico che, in sala e in diretta, si è unito a quello del ricordo gratificando così  gli attori di ieri e quelli di oggi.