FREEZE WORLD!

di Beppe Attene

È successo, ed è terribile.

Una mutazione climatica istantanea ha congelato in un istante tutto, ma proprio tutto, il globo terracqueo con tutti i suoi abitanti umani freezati, come si dice sul set di Il Grande Fratello, in quello che stavano facendo in quel momento.

Terribile, certo, ma almeno ci permette di guardarli con attenzione per un momento. Tanto, prima o poi, ricominceranno a muoversi.

Si vede, dunque, una gran parte della Umanità organizzata in due grandi dittature comuniste.

Si guardano fra loro, si annusano alla ricerca di una alleanza ma poi in ognuna prevale la certezza del tradimento dell’altra. Si conoscono troppo bene.

Il faccione di Mao Tse Tung domina sorridendo piazza Tienanmen.

Non si parla più della Rivoluzione Culturale o del discorso di Yenan. Cento fiori non sono sbocciati e cento scuole non sono nate.

In compenso è nata e sboccia ogni giorno una tessera elettronica di cittadinanza.

È a punti, come quella della Conad.

A Mosca è scomparso il Mausoleo di Lenin, ma in compenso è tornato alla grande Josif Giugasvili meglio noto come Stalin.

Viene ricordato e insegnato nelle scuole, anche per la sua netta dedizione alla estinzione del popolo ucraino.

Putin un poco gli invidia la alleanza con Hitler che renderebbe di nuovo più facile la conquista della Polonia e della Finlandia.

Ma tant’è, per adesso gli tocca limitarsi alle vecchie proprietà della Grande Madre Russia, andate disperse per colpa di degenerati e traditori.

Dall’altra parte del mondo la più grande Nazione democratica sembra anch’ essa volgere lo sguardo e il rimpianto verso la sua giovinezza come era un secolo fa.

Rimpiange il dover essere intervenuta nelle cose del Pianeta da cui avrebbe desiderato restare isolata nel suo benessere e nella sua sicurezza.

Le rimane la continuità linguistica con la Gran Bretagna ma vorrebbe fuggire dalla appartenenza atlantica e dalle situazioni faticose in cui ancora essa la colloca.

In fondo sarebbe tanto più comodo consentire a Vladimir di spadroneggiare un poco in Europa in cambio della non alleanza con la Cina.

Ma, anche qui, ci si potrà fidare?

Vi è poi una religione monoteistica che non fa proselitismo ma non per questo rinuncia a tentar di conquistare il mondo.

Una parte cospicua degli appartenenti alla religione islamica non ha scordato il sogno di Solimano il Magnifico e l’assedio di Vienna del 1529.

Per quanto conclusasi infelicemente un secolo e mezzo dopo quella epopea ha evidentemente stanziato stabilmente l’identità della seconda, per importanza numerica, religione moderna.

Essa detiene, oltre a un amplissimo e significativo retroterra di elaborazione culturale, una peculiare capacità di coinvolgere e impegnare direttamente le esistenze dei propri fedeli.

E anche questo ne fa una protagonista assoluta del nostro quadro congelato.

Tutto, insomma, sembra guardare al passato e non al possibile futuro.

L’aggressione militar – terroristica ad Israele con la guerra che ne è scaturita.

L’invasione russa dell’Ucraina con le minacciose sbavature che la accompagnano.

L’ondata di frenetico antisemitismo che è stata scatenata su tutta l’Europa.

L’attenzione (chiamiamola così) della Cina Popolare per l’isola di Formosa e la cancellazione finale del traditore Chiang Kai-shek.

È di tutta evidenza che stiamo ancora giocando un accumulo di vecchie partite ma soprattutto che le Istituzioni costruite nel tempo per superarle non hanno assolutamente la forza e la conseguente volontà di farlo.

In questa dimensione spazio – temporale si colloca l’insipienza della politica unitaria europea.

L’Unione era l’unico organismo specificamente creato per la corretta gestione del Dopo, da cui non avrebbe dovuto dipendere e in cui non avrebbe dovuto operare.

Dopo il Nazismo, dopo il Comunismo, dopo la Shoa ma piuttosto in un contesto di autentica libertà e democrazia.

Ma il Dopo non è mai iniziato. Il Passato si è fatto drammaticamente Presente.

Tutto è molto più doloroso e complicato per il fatto che la mondializzazione del mercato e la finanziarizzazione della economia hanno ulteriormente deprivato gli Stati della rappresentanza per quanto riguarda gli interessi diretti e oggettivi delle Nazioni e dei Popoli che guidano.

Non può stupire che in questa condizione cresca verticalmente quel fenomeno che chiamiamo Populismo e che comunque le persone non si identifichino più e non si sentano espresse nelle rappresentanze politiche.

Se fosse possibile, nel nostro immaginario freezing, scendere più a fondo nelle coscienze delle persone scopriremmo probabilmente che la distanza fra i bisogni dei singoli e la loro espressione in forma collettiva si è fatta immensa ed incolmabile.

E questo, nel mondo globalizzato e dotato di armi a lunghissima gittata, è straordinariamente pericoloso.

Ma di questo, magar un’altra volta.


Commenti

2 risposte a “FREEZE WORLD!”

  1. Avatar marcello paci
    marcello paci

    Un’analisi illuminante

  2. Avatar Ettore Zeppegno
    Ettore Zeppegno

    Molto interessante.