DI QUALE PAPA HA BISOGNO QUESTO MONDO

Michele Campanozzi

Si sa che la Vita è un Grande Mistero, fatto di luci e di ombre, ma soprattutto di mille domande alle quali non sempre razionalmente si riesce a trovare una risposta adeguata. Ogni Essere umano è una singolarità con una personale Identità non rintracciabile negli altri simili. In questa ottica ognuno ha un compito specifico da affrontare e da assolvere. Quando si vanno poi a decidere le sorti di gruppi o di popoli, allora il discorso diventa ancora più complesso, perché si tratta di delineare i tratti che dovrebbero caratterizzare le persone scelte o elette alla guida della comunità umana. Quanto discernimento e soprattutto quanta accortezza qui si rende necessaria, perché tante doti dovrebbero accompagnare tali persone: la presenza di equilibrio, di saggezza, di calma, di studio accurato e prudente dei problemi, di coraggio, di intelligente impegno vissuto anche con un po’ di sacrificio a trovare le soluzioni migliori per il buon e corretto cammino di una società. Questo è nel comune agire di ogni giorno.

Quando si tratta poi di persone chiamate a guidare non economicamente o politicamente le comunità, ma le coscienze delle persone, allora il discorso cambia radicalmente, perché in questi casi le prime regole che occorrerebbe tenere sempre ben presenti sono l’onestà intellettuale, la coerenza nell’agire, l’attenzione ai veri bisogni del prossimo al quale indicare un indirizzo di vita. Non è un compito facile, anzi direi piuttosto arduo, che nella coscienza della Guida, nonostante i suoi limiti, implica una maturazione di una visione di esistenza governata dalla linearità e chiarezza nelle parole e soprattutto nei comportamenti, più che nell’osservanza teorica della fedeltà a una idea di vita o a un credo che si pone al di là della vita concreta degli Esseri cui dare se non una certezza almeno una Speranza, in un mondo peraltro come il nostro così dispersivo, talora vuoto di valori e di prospettive in quanto a creazione di un futuro decoroso per la terra e le nuove generazioni.

Venendo a noi. Di quale Papa ha bisogno questa nostra modernità? Non certamente di uno che governi soltanto, che abbia abilità diplomatiche, conoscenze raffinate, capacità amministrative, ma di una persona che sappia leggere nel cuore delle persone le domande che provengono dal profondo dell’animo, impari a lasciare dei “segni” visibili del suo passaggio e indichi a chi governa i popoli le vie migliori per la soluzione dei problemi chiamati ad affrontare. Perciò si ha l’urgente bisogno di un Papa che ami la gente, la soccorra, la comprenda, sappia dialogare con tutti, porga la mano ai più deboli, accolga tutti quelli che hanno domande da porgere e offrire loro risposte, dopo che naturalmente siano state date prima a se stesso, donare cioè una duratura e concreta Fiducia nella Vita.

Affrontare questo mondo non è facile, perché diventato così tortuoso, instabile, spesso dominato da un esercizio eccessivo della tecnica, per cui una Guida spirituale della statura di un Papa avrebbe veramente bisogno di avere con sé qualità di grande levatura spirituale e integrità interiore. Ogni Conclave, a mio modesto parere, dovrebbe saper valutare bene questo insieme di aspetti, non fermarsi alle aggregazioni ideologiche, come fra conservatori e progressisti, categorie ormai superate dalla Storia: oggi piuttosto si richiede più salvaguardia della dignità umana, maggiore giustizia, più pace, garanzie per una più concreta libertà e soprattutto la soluzione dei grandi problemi della fame e della crisi climatica. Un Papa, come Autorità Morale mondiale, avrebbe il dovere di essere il Vangelo trasferito nel proprio tempo, comunicarlo con la propria vita e poi saperlo spiegare con grande precisione e semplicità alle persone che si hanno davanti. Ci sarebbe bisogno di un Papa dall’animo aperto, che ricordi la sapienza del Cristo, la sua donazione al prossimo, il ricordo di un rapporto da costruire con la Trascendenza e la Tenerezza Divina. Stimolare a ricordare che quaggiù si è solo dei passeggeri in cammino, sicché il Tempo sarebbe da valorizzare al meglio e ogni vita che si spegne andrebbe rispettata con un silenzio sul quale riflettere, cioè cercare di afferrare il senso vero del proprio esistere. Si rimane a dir poco disorientati, se non dovesse essere eletto un Papa di questo genere, in un mondo poi così distratto dalla confusione, dalla velocità, dal non fermarsi a pensare un po’ di più a tutelare la salvezza della Natura, ad amare tutto ciò che di bello esiste e a saperlo rispettare e farlo onorare. Quanti calcoli pre-Conclave mi sembrano la negazione della semplicità aperta, luminosa e lineare del Vangelo. Il mondo di oggi non può più tollerare la dispersione, se si vuole salvare questo pianeta dalla autodistruzione dovuta a uomini che forse non dovrebbero mai nascere per la negazione di quel servizio cui sarebbero chiamati a offrire ma che non danno. Questo chiede urgentemente e direi drammaticamente il nostro mondo, non i giochini o i sotterfugi per la conservazione di un misero e transitorio potere personale o di gruppi particolari.

Papa Francesco è stato uno di questi esempi di Papa. Un Personaggio che ha attraversato questi ultimi tempi in maniera unica, fedele nella sua genuinità al Vangelo della Misericordia, rispettoso della Vita, della Natura e del Creato (“Laudato si’”: 24.5.2015), difensore degli ultimi, dei poveri, dei diversi, dei migranti, nei quali vedeva il volto di Cristo, un novello San Francesco apparso in questi nostra epoca moderni, che ha abbracciato al suo cuore ogni cosa, compresi i clochard, i senzatetto e i carcerati. Questo straordinario Personaggio, vero e forse unico Riferimento Etico vissuto nel nostro attuale mondo, amante della Pace, fustigatore degli ipocriti potenti, purtroppo è venuto meno all’ età di 88 anni il 21 aprile alle ore 7,35, lunedì dell’Angelo, nella sua residenza di appena 40 metri nella Casa Santa Marta, dopo aver visitato il Giovedì Santo i carcerati di Regina Coeli e impartita la Benedizione Urbi et Orbi il giorno prima, augurando a tutti una Buona Pasqua. Ha voluto essere deposto in una semplice bara e a Santa Maria Maggiore lontano dal Vaticano ora è sepolto sotto terra, come i poveri di un tempo. Ė stato un Uomo che ha suscitato, come era prevedibile, anche tante polemiche in ambienti di alcuni benpensanti e certamente poco cristiani, fedeli al potere e agli sfarzi, ma non sempre all’onestà del vivere: è passato nella Storia come un segno di contraddizione fra ciò che si è e ciò che si dovrebbe essere. Ha donato tutti i suoi risparmi personali a progetti di recupero dei detenuti in carceri minorili. Un miracolo è stato il suo passaggio nel quadro di questa recente lacerante Storia. Soprattutto ha insegnato con il suo esempio a guardare avanti con ottimismo e fiducia, fissando sempre negli occhi gli altri per riscoprirsi tutti Fratelli (“Fratelli tutti”: 3.10.2020): questo era ed è il vero Corpo Mistico di Cristo, non quello teorico e distante propugnato da alcuni pseudoteologi che di Vangelo hanno capito ben poco, se non la parte lontana dall’Essere umano e dallo stesso Dio. Onore a questo Grande Papa che voleva, come diceva, ponti e non muri e aveva ben compreso e soprattutto praticato il vero senso del vivere. Amava ripetere ai giovani. “Sognate. Non abbiate paura di sognare”. Come a dire: si cresce con la Storia.

Ora non si chiede e non si auspica una replica o un ritorno di Francesco, cosa peraltro impossibile, perché ognuno è dotato di una personale, originale e irripetibile Identità, ma la strada da seguire a me sembra essere questa. D’altronde una Vera Religiosità, cioè quella di una Comunità, può mai essere solo fredda e astratta dottrina o amministrazione di beni o non piuttosto e forse soprattutto Arte del Vivere, cioè Amore per la Bellezza, come quella insegnata e praticata da Gesù? Speriamo sia così.